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Mauro Pagani presenta “Note di Viaggio – Capitolo 2: non vi succederà niente”

Note di Viaggio

Abbiamo intervistato Mauro Pagani per parlare con lui di “Note di Viaggio – Capitolo 2: non vi succederà niente“, secondo episodio discografico che raccoglie una selezione di canzoni di Francesco Guccini interpretate da alcune delle voci più importanti del panorama musicale italiano, da Zucchero a Vinicio Capossela, da Mahmood a Petra Magoni, ma anche Gianna Nannini e Levante.

L’intervista di Matteo Villaci a Jack.

Come è avvenuta la scelta dei brani di “Note di Viaggio – Capitolo 2”?

Io credo che Francesco Guccini abbia scritto nella sua carriera un sacco di pezzi molto belli che sono stati percepiti non abbastanza. C’è questa tendenza a far coincidere la propria passione per Guccini con il suo impegno politico, a volte anche frainteso. Ci sono brani che hanno una grande forza poetica e che sono spesso meno eseguiti e meno ascoltati di altri. Mi sembrava quindi una buona occasione per farli conoscere e ascoltare. Sono bravi che mi piacciono molto e che sono molto interessanti anche da un punto di vista compositivo.

I nomi sono tantissimi, da Fiorella Mannoia a Zucchero, Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela e Levante. Diverse generazioni di cantanti a confronto. Se con alcuni possiamo immaginare una certa vicinanza generazionale a determinati brani, in altri casi c’è una certa discrepanza. Come hai avvertito il loro rapporto coi brani con cui si sono messi in gioco per “Note di Viaggio – Capitolo 2”?

La scelta del pezzo Mahmood è stata mia. Avevo bisogno di una voce giovane e Mahmood mi è sembrata una buona scelta (ed è risultato bravissimo, tra l’altro). Secondo me questa operazione ha anche il senso di far scoprire Guccini a una generazione di ascoltatori più giovani. Quelli che già conoscono Guccini spesso lo fanno coincidere con la loro gioventù, ma non è sempre così. Hai nominato Levante. La prima cosa che lei ha detto è stata “io voglio fare Culodritto”. Faceva parte della sua infanzia, la ascoltava a casa. C’è un miscuglio continuo di scelte fatte dagli artisti o di suggerimenti fatti da me o da noi. L’obiettivo principale era far sì che un pubblico più ampio conosca Guccini perché ne vale la pena, perché è un grande compositore e perchè tra i pezzi meno conosciuti, e presenti in questo disco, ci sono dei pezzi scritti veramente bene.

Levante si è scelta il pezzo da sola. Come è andato l’abbinamento degli altri pezzi?

“Dio è morto” l’ha scelto Zucchero da solo. Vinicio l’ha scelto da solo, così come Petra Magoni che voleva raccontare questa storia con una propria scelta estetica. “Canzone delle domande consuete” è un pezzo che Fabio Ilacqua mi ha proposto e lo abbiamo cantato insieme. Tanta gente ama Francesco e per tanta gente è stato un momento di crescita.

Francesco Guccini ha dichiarato che non conosceva così bene tutti gli interpreti. C’è qualcuno che lo ha stupito o qualche brano che lo ha particolarmente colpito?

Fare nomi può non essere carino. Mahmood l’ha molto sorpreso, anche perchè abbiamo dato al pezzo una visione più intima e personale. Molti li conosceva molto bene, come Petra Magoni.

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