Louise è una donna anziana, in vacanza in una località balneare della Normandia. Quando arriva la fine dell’estate e il momento di tornare in città, perde l’ultimo treno. Le stagioni di Louise (Louise en hiver) di Jean-François Laguionie è un film d’animazione, disegnato in acquarello su carta e poi girato in 3D. Il paesaggio deserto del piccolissimo centro di Bilinger sur mer si mescola allo stato d’animo della protagonista. La spiaggie e le maree della Normandia, che tanto hanno ispirato i pittori che tra l’800 e inizio ‘900 stabilivano i propri atelier su quelle coste, così come quel giallo sabbioso calpestato dai soldati americani che hanno perso la vita per liberare la Francia dai tedeschi, si mescolano con gli stati d’animo della protagonista, aggiungendo una sfumatura malinconica alla storia.
Ma Louise, in realtà non è né triste né malinconica, nel suo arrangiarsi a sopravvivere in una sorta di deserto, costruendosi una baracca vicino al mare e cercando cibo dove non c’è nemmeno un negozio aperto. Fa amicizia con un cane, Pepe, anziano come lei e che le farà compagnia fino all’arrivo di una nuova estate. Quel paesaggio dell’anima, un po’ irreale e metaforico, è lo spunto per far rivivere a Louise i ricordi di quando era bambina e nello stesso tempo la aiuta a scoprire un libertà mai conosciuta.
La sfida di Laguionie, al suo quinto lungometraggio e già Palma d’Oro al Festival di Cannes nel nel 1978 con il corto La traversée de l’Atlantique à la rame, è quella di mettere al centro di una storia animata, una protagonista donna e anziana. Uno dei rari e apprezzabili casi nella storia del cinema.
La voce di Louise nella versione italiana del film, è quella dell’attrice Piera Degli Esposti, che si è immedesimata totalmente nel personaggio: “Sono rimasta molto coinvolta dalla profondità che mostra Louise nell’affrontare l’avventura e la solitudine. La bimba che è in lei è ancora viva. E’ un film che spazza via la morte e fa trionfare la vita”.
Diretta dai migliori registi italiani, da Pier Paolo Pasolini a Marco Bellocchio, passando da Nanni Moretti, Piera Degli Esposti ha raccontato a Radio Popolare come sono stati trasformati artisticamente alcuni stereotipi sull’anzianità.