“Gli austriaci non vogliono un populista di destra come presidente. E vogliono restare nell’Unione europea”.
Così scrive il quotidiano progressista der Standard, sottolineando che a rendere possibile la vittoria di Alexander Van der Bellen sono state la paura di una svolta a destra e l’ampia coalizione (dai Verdi ai funzionari del partito socialdemocratico, fino ad un nutrito gruppo di sindaci del partito popolare) che lo ha sostenuto.
Il giornale conservatore Die Presse afferma invece che “la Repubblica ha schierato tutte le risorse per evitare l’ascesa di un esponente della Fpoe”. Avvertendo però: “Così di nuovo non funzionerà”.
“Finalmente presidente” titola il popolare quotidiano Kronen Zeitung, che pubblica in prima pagina una foto del neo-eletto presidente sorridente accanto alla moglie, ricordando quanto sono stati lunghi e faticosi questi 11 mesi di campagna elettorale.
Van der Bellen – professore di economia, in passato politico dei Verdi, convinto europeista – ha ottenuto consensi soprattutto tra le donne, i giovani e le persone con un alto livello di istruzione. Oltre a chi lo ha votato per evitare la vittoria di Hofer. Al quale sono andati i voti della maggioranza degli uomini e degli anziani. L’immagine dell’Austria come Paese diviso in due, insomma, resta.
Hofer – che ha perso anche questo secondo ballottaggio – ha fatto appello perché gli austriaci ora siano coesi, non importa chi abbiano votato, e ha mostrato un buon fair play nella sconfitta. Meno concilianti i toni del suo partito, a partire dal leader Heinz Christian Strache, che ha parlato di “paura del cambiamento” e accusato: “tutti i partiti si sono coalizzati contro Hofer”.
A giocare un ruolo importante – secondo diverse analisi – è stato, tra gli altri, l’atteggiamento aggressivo che il candidato dell’Fpoe ha tenuto durante l’ultimo dibattito tv con Van der Bellen – “è caduta la maschera”, dicevano alcuni. E i toni moderati del giorno seguente, alla chiusura della campagna elettorale nell’elegante sala della Borsa di Vienna, a questo punto evidentemente non sono bastati.
La Fpoe ha perso certo una battaglia. Resta però il partito in testa ai sondaggi. E oggi già guarda avanti, alle prossime elezioni.
Vedremo come andrà.
Per ora, intanto, l’Austria ha detto stop all’avanzata dell’estrema destra.