L’inchiesta di Milano dà un colpo pesante al potere degli ultras che comandano nelle curve di Inter e Milan, entrambi i direttivi con questi arresti sono di fatto azzerati e all’orizzonte ci sono 89 daspo per le seconde e le terze linee. Per la procura è arrivato il momento di smantellare il potere che si erano conquistati negli ultimi quindici anni. Nel caso della Nord interista spalleggiati da personaggi diretta emanazione dei clan della ndrangheta, come Antonio Bellocco, erede dell’omonima famiglia, fatto salire dalla Calabria a Milano dai vertici della curva Nord e che faceva da protettore nei confronti dei clan rivali. Con minacce ed intimidazioni aveva spinto fuori dal direttivo della curva anche i neofascisti legati al gruppo degli Irriducibili.
È un’inchiesta che racconta la deriva mafiosa delle due curve di Milano, nell’uso della violenza e della minaccia. Gli affari illeciti ruotavano attorno a biglietti, parcheggi e catering all’interno di San Siro. Non c’è lo spaccio di droga.
Per i due club è stato aperto un procedimento di prevenzione, anche questa una prima volta in Italia. Perché sono stati dimostrati i contatti tra i responsabili del tifo per le società e capi ultras. Il procedimento di prevenzione è l’antipasto dell’amministrazione giudiziaria che non scatterà se le due società collaboreranno e dimostreranno di aver azzerato i rapporti col mondo ultrà.
Da Roma è salito anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo per partecipare alla conferenza stampa: “basta fa finta di niente sul rischio di infiltrazioni criminali nel calcio” ha detto Melillo.