Approfondimenti

Quel negozio che non vedrà la fase 2

vineria fase 2

Il vino sfuso è agli sgoccioli, le bottiglie quasi le regalano. Mentre al Quartiere Isola va in scena il primo fine settimana dopo il lockdown, con le coppie a passeggio e le famigliole accucciate sull’erba, qualcuno sta per chiudere la saracinesca per un’ultima volta.

Siamo all’ombra del bosco verticale, che per l’occasione sfoggia una fioritura degna della retorica del fu “rinascimento milanese”. Una piccola vineria di quartiere ha dato appuntamento ai clienti più assidui e fidati del tempo di prima: si svuota tutto.

I mesi passati sono stati difficili, quelli che arrivano non promettono nulla di buono: quaranta metri quadri scarsi compresi bagno e bancone, legno chiaro alle pareti, un locale intimo si sarebbe detto, ma è un aggettivo passato di moda. Secondo le nuove regole della fase 2 qui ci stanno al massimo due tavoli: a conti fatti, non ne vale la pena. Per Valeria, la vinaia, è arrivato il tempo di fermarsi.

Quanti sono nella sua stessa situazione? Non si sa, però su qualche serranda abbassata già si legge “affitasi”. Bar e ristoranti sono tra le categorie più penalizzate nei mesi scorsi, per ovvie ragioni, molti hanno accumulato debiti. E le prescrizioni anticontagio decurtano di fatto le possibilità di guadagno anche in futuro. Per chi già prima galleggiava, insomma, non c’è grande speranza, nemmeno ai piedi del grattacielo più fotografato d’Italia.

Chi invece ha le spalle un po’ più grosse può permettersi almeno di provarci. Lo storico “Nordest”, in attesa di tempi migliori, si è riciclato pollivendolo e ha messo in vetrina un succulento girarrosto. Solo asporto, s’intende. L’effetto è straniante. Ma si sa, la forma di una città cambia più velocemente del cuore di un uomo. E di una donna.

Il servizio di diana Santini in Metroregione

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    Diana Santini
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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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