Approfondimenti

“C’è un’impronta Usa su ogni vittima in Yemen”

Gli Stati Uniti, durante la presidenza Obama, hanno venduto all’Arabia Saudita 110 miliardi di dollari in armi. L’Arabia Saudita è responsabile dell’uccisione di migliaia di civili in Yemen. Gli Stati Uniti sono complici di questa carneficina. Gli Stati Uniti blocchino la vendita di armi ai sauditi e ritirino il proprio sostegno a questa guerra. L’editoriale del New York Times di oggi è un duro atto d’accusa verso la Casa Bianca e il Congresso, e un appello a entrambi a cambiare rotta.

Anche l’Italia è tra i principali esportatori di armi verso Riad e non solo. Ne avevamo scritto recentemente qui. “Nella classifica dei primi dieci Paesi acquirenti – ci aveva spiegato Gianni Ballarini, del mensile Nigrizia, esperto del settore armamenti – troviamo nazioni come Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, impegnati, direttamente o indirettamente, in diversi fronti di guerra come il conflitto nello Yemen, o nel teatro siriano. Nel 2015, solo Riad ha speso complessivamente (quindi ben oltre lo shopping in Italia) 87 miliardi per armamenti e operazioni militari: un tentativo di affrontare la minaccia iraniana e le nuove sfide geopolitiche. Nella lista italiana ci sono poi anche Pakistan, Turchia, Russia, Iraq”.

Quindi, riprendendo la frase citata dal NYT nel suo editoriale – che di seguito riproponiamo tradotto integralmente – possiamo dire che c’è anche un’impronta italiana sui civili uccisi in Yemen.

 

Un ospedale associato a Medici Senza Frontiere. Una scuola. Una fabbrica di patatine. Secondo la legge internazionale, queste strutture in Yemen non sono obiettivi militari legittimi. Eppure sono state tutte bombardate nei giorni scorsi da aerei da guerra che appartengono a una coalizione guidata dall’Arabia Saudita, provocando l’uccisione di più di 40 civili.

Gli Stati Uniti sono complici di questi carneficina. In molti modi hanno messo la coalizione nelle condizioni di agire, per esempio vendendo armi ai sauditi per tenerli buoni dopo l’accordo sul nucleare con l’Iran. Il Congresso dovrebbe sospendere la vendita di armi e il presidente Obama dovrebbe silenziosamente far sapere a Riad che gli Stati Uniti faranno venir meno assistenza cruciale se i sauditi non smettono di colpire i civili e se non accettano di negoziare.

I bombardamenti aerei sono un’ulteriore prova di un’escalation delle operazioni dei sauditi contro le milizie Houthi, che controllano la capitale Sanaa, a partire dal 6 agosto, giorno in cui sono stati sospesi i colloqui di pace, mettendo fine a un cessate il fuoco che era stato dichiarato più di quattro mesi fa. Questi bombardamenti aerei rendono plausibile una di queste due spiacevoli possibilità. Una è che i sauditi e la loro coalizione, formata soprattutto da partner arabi sunniti, devono ancora imparare a identificare gli obiettivi militari legittimi. L’altra possibilità è che semplicemente a loro non interessa se uccidono civili innocenti.

Il bombardamento dell’ospedale, che da solo ha ucciso 15 persone, è stato il quarto attacco in un anno a una struttura legata a Medici Senza Frontiere, nonostante tutte le parti del conflitto fossero state informate sulla posizione degli ospedali.

Nel complesso, la guerra ha ucciso più di 6.500 persone, ha provocato più di due milioni e mezzo di sfollati e ha spinto uno dei Paesi più poveri del mondo dalla privazione alla devastazione. Un recente rapporto delle Nazioni Unite ritiene la coalizione responsabile del 60 per cento dei bambini morti e feriti nell’ultimo anno. Diverse associazioni per i diritti umani e le Nazioni Unite sostengono che possano essere stati commessi crimini di guerra.

L’Arabia Saudita, che ha cominciato la guerra aerea nel marzo 2015, ha le responsabilità più pesanti per aver infiammato il conflitto con gli Houthi, un gruppo sciita indigeno che ha blandi legami con l’Iran. I sauditi sono intervenuti in Yemen con lo scopo di sconfiggere gli Houthi e reinsediare il presidente Abdu Rabbu Mansour Hadi, destituito dai ribelli. Considerano l’Iran il proprio principale nemico e temevano che Teheran stesse guadagnando troppa influenza nella regione.

Nonostante molti esperti credano che la minaccia sia stata sovrastimata, Obama ha dato il suo sostegno all’intervento in Yemen – senza l’autorizzazione formale da parte del Congresso – e ha appoggiato la vendita di un numero ancora maggiore di armi ai sauditi, in parte per placare la rabbia di Riad sull’accordo nucleare con l’Iran. Da quando ricopre il suo incarico, il presidente Obama ha venduto ai sauditi 110 miliardi di dollari in armi, compresi elicotteri Apache e missili.

Obama ha anche fornito alla coalizione un’assistenza indispensabile in termini di intelligence, di rifornimento dei mezzi in volo e di aiuto nell’identificazione degli obiettivi appropriati. Esperti dicono che la coalizione verrebbe sconfitta se Washington ritirasse il suo sostegno. Per contro, la settimana scorsa il Dipartimento di Stato ha approvato la potenziale vendita all’Arabia Saudita di ulteriori 1,15 miliardi di dollari in carri armati e altro equipaggiamento per sostituire quelli distrutti in guerra. Il Congresso ha il potere di bloccare questa vendita; il senatore democratico del Connecticut Chris Murphy dice che sta discutendo questa possibilità con altri legislatori. Ma le chance sono esili, in parte a causa delle dinamiche politiche.

Considerate le vittime civili, un ulteriore supporto americano a questa guerra è indifendibile. Come ha detto il senatore Murphy alla Cnn martedì: “C’è un’impronta americana su ogni civile ucciso in Yemen”.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 04/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 04-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 05/12 06:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 05-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 04/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 04-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 04/12/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 04-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Di palo in frasca di venerdì 05/12/2025

    Ascolti musicali insoliti e trasversali, a cura di Marco Piccardi. Nel corso delle nostre giornate ci capita di sentire – anche involontariamente - musiche di ogni tipo: dalla leggera al rock, dal jazz alla classica, ma anche la musica etnica, le colonne sonore cinematografiche e così via, compreso il tormentone di sigle radiofoniche o televisive e di jingle pubblicitari. Insomma, nel bene o nel male, la “musica che gira intorno”. Ma sentire non è ascoltare e per l’ascolto spesso ciascuno si sceglie il proprio genere musicale e a quello fa esclusivo riferimento. Questo programma suggerisce invece, saltando appunto “di palo in frasca”, un approccio trasversale alla musica, superando abitudini e pregiudizi per accostarci con curiosità a generi anche molto diversi fra loro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Le musiche e gli artisti scelti dal conduttore e dai suoi ospiti si collocano in un lasso temporale che va prevalentemente dagli anni Cinquanta ad oggi, ma con sconfinamenti più indietro nel passato. Sempre però all’insegna del piacere dell’ascolto.

    Di palo in frasca - 04-12-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 04/12/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 04-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 04/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 04-12-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 04/12/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 04-12-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 04/12/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 04-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 04/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 04-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 04/12/2025

    1) “Una delle cose più preoccupanti mai viste”. In audizione a Capitol Hill i deputati statunitensi ascoltano l’ammiraglio accusato di aver ordinato il doppio raid su un’imbarcazione venezuelana. (Roberto Festa) 2) Nessuno mette Modi in un angolo. Il premier indiano riceve Putin a Delhi nel tentativo di rimarcare la sua indipendenza in politica estera e di incunearsi nel rapporto tra Mosca e Pechino. (Nicola Missaglia - ISPI) 3) Congo, mentre Trump riceve alla casa bianca i leader congolese e ruandese per i nuovi accordi di pace, Stati Uniti e Unione Europea stanno finanziando la costruzione di una ferrovia per il trasporto di minerali critici. (Alice Franchi) 4) Francia, la strategia di Macron contro lo strapotere mediatico di Bolloré. La proposta del presidente di “etichettare” i media scatena una polemica sulla libertà di stampa. (Francesco Giorgini) 5) World Music. Nusantara Beat, la band indonesiana-olandese che fa rivivere il pop dell’isola del pacifico. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 04-12-2025

  • PlayStop

    Imprese sportive e parità di genere: addio a Mabel Bocchi, leggenda del basket italiano

    È stata una delle più grandi, se non la più grande giocatrice italiana di pallacanestro di tutti i tempi. È morta a 72 anni Mabel Bocchi, campione d’Europa nel 1978 con la Geas di Sesto San Giovanni, che fu la prima squadra sportiva femminile italiana a vincere un titolo continentale. Con la nazionale Bocchi giocò un mondiale e tre europei, arrivando terza nel 1974, ma in queste ore viene ricordata anche per il suo impegno per i diritti delle giocatrici. Luisa Rizzitelli è presidente di Assist, associazione nazionale atlete. L'intervista di Andrea Monti.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 04/12 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 04-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 04/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 04-12-2025

  • PlayStop

    Greenwich Village, anni ‘60: un tuffo nel passato con Elijah Wald

    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

    Clip - 04-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 04/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 04-12-2025

Adesso in diretta