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Coronavirus, cronache dalla zona rossa: Somaglia

pronto soccorso di Lodi

Radio Popolare continua il viaggio nella zona rossa, i dieci comuni del Lodigiano posti in quarantena ormai due settimane fa dopo l’identificazione del primo focolaio di coronavirus. Come si sta svolgendo la vita in quei comuni? Oggi Serena Tarabini ci ha portato a Somaglia, comune di 3mila abitanti a nord di Lodi.

L’intervista al primo cittadino Angelo Caperdoni a Fino Alle Otto.

Quali sono le problematiche maggiori che dovete affrontare in questi giorni?

Siamo al confine della zona rossa e per questo motivo dal 22 febbraio ci troviamo isolati dal resto del Paese. Dopo i giorni iniziali, ci siamo più o meno stabilizzati giovedì scorso.
Per i generi alimentari e le farmacie non ci sono mai state criticità particolari. Il vero problema sono le aziende che sono tutte ferme. Noi abbiamo diverse aziende che seguono la logistica in tutta Europa e queste sono chiuse. Alcune realtà produttive importanti sono ferme, solo una o due hanno ottenuto un’autorizzazione particolare per la tipologia di attività che svolgono. Per il resto è tutto fermo e questo comincia a sentirsi. Sono quotidianamente in contatto con questi imprenditori in cui si nota una certa preoccupazione. Dall’esterno un blocco del genere non è giustificato e le aziende vogliono i prodotti.
Per quanto riguarda l’aspetto sanitario abbiamo avuto 9 casi di positività al coronavirus, ma non abbiamo grosse criticità. È tutto sotto controllo. Sul blocco stradale, le entrate e le uscite dalla zona rossa ormai la gente sa cosa deve fare.

Cosa pensa delle misure che il governo ha emanato per affrontare questa emergenza?

Sono misure già adottate in altre situazioni di emergenza, ma non so se da un punto di vista quantitativo saranno adeguate. Io sicuramente sosterrò tutte queste cose, però ho già detto alle imprese più importanti di farsi carico di attivare le proprie associazioni di categoria affinché verifichino che siano misure adeguate a quello che si sta realmente realizzando.

Cosa le dicono i suoi concittadini?

In questi giorni mi chiedono quando finirà. Per ora il termine è l’8 marzo, poi dovremmo riprendere tutto normalmente. In questi giorni però le notizie che ipotizzano un allungamento delle misure restrittive stanno creando ulteriore ansia. Diversi cittadini stanno facendo il telelavoro, altri chiedono di poter tornare a lavorare, ma non possiamo permetterci di andare contro le disposizioni. Gli uffici comunali sono chiusi, ma stiamo garantendo i servizi essenziali. Distribuiamo quotidianamente i pasti agli anziani grazie all’aiuto del gruppo comunale di Protezione civile e diamo l’assistenza a domicilio alle persone bisognose, che non sono molte. Il volontario può fare fino ad un certo punto, perchè tutto è regolamentato e possiamo arrivare solo entro la zona rossa.

Qualcuno ha provato a forzare i divieti?

Sì, qualcuno sì, anche ieri. Provano a passare sull’argine del Po per uscire dalla zona rossa. Si è creato il caos all’inizio, quando i posti di blocco non erano così insuperabili e si è creata una commistione di cittadini della zona rossa e della zona gialla. Fortunatamente poi sono state prese le misure corrette per posizionare i posti di blocco.

Foto dalla pagina ufficiale su Facebook de Il Cittadino Di Lodi

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    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici, e amici di amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune sostanziose formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i propri meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

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