Approfondimenti

Quanta Europa serve per superare la crisi del coronavirus?

Pechino Ucraina Ursula von der Leyen commissione europea

La spaccatura sulla gestione economica dell’emergenza Covid19

Il Parlamento Europeo, l’organo eletto dai cittadini dell’Unione, ha votato degli aiuti nel segno della solidarietà, ma il Consiglio d’Europa, composto dai Capi di stato dei Paesi membri, per settimane non ha trovato un accordo. In Parlamento si votano provvedimenti concreti proposti dalla Commissione Europea: è stato attivato uno stanziamento da 8 miliardi, che diventeranno 37, presi dai fondi di coesione, ed è stata votata un’estensione del fondo europeo di solidarietà che era stato pensato per altri scopi. Sono segnali precisi dopo settimane di disattenzione. Ma il Parlamento non ha potere sull’uso di alcuni strumenti economici. Il Consiglio d’Europa, che ha questo potere, è stato deludente.  Il tema che si pone, a questo punto, è quello di una riforma dell’Unione Europa, sempre più necessaria perché l’Unione non riesce a essere efficace quanto dovrebbe. 

Le scelte in Europa nascono dall’equilibrio tra tre diverse istituzioni, e questo ovviamente complica le cose. Nello stesso giorno in cui il Parlamento ha dato il via a finanziamenti diretti, il Consiglio non ha trovato l’intesa sugli strumenti da usare. 

Abbiamo chiesto a Piefrancesco Majorino, europarlamentare nel gruppo dei socialisti, se al momento del voto in Parlamento ci sono state visioni diverse o se la votazione è stata unanime. “L’orientamento era maggioritario” ci ha spiegato “ma c’è stato un tentativo della Lega di far passare alcuni emendamenti tecnici che avrebbero impedito di far scattare la procedura d’urgenza”. Quindi la Lega ha cercato l’incidente? “E’ chiaro che chi vuole sfasciare l’Europa ha bisogno di un’Unione che non fa niente. Chi si sente europeista deve fare battaglia perché l’Europa si dia una mossa. I falchi europei sono i migliori alleati dei sovranisti”.

Dai fatti di questi giorni emerge chiaramente che la Ue è ancora in fase di transizione, perché è l’incontro dei popoli d’Europa da una parte, ma dall’altra ci sono momenti in cui la salvaguardia degli interessi dei singoli Stati è indispensabile. Ancora secondo Majorino bisogna portare avanti la riforma dell’Europa: “è necessario cambiare alcune regole, altrimenti il rischio è di un’Europa incerta e frenata dall’egoismo dei singoli Stati, come abbiamo visto negli anni passati sul tema dell’immigrazione e come vediamo oggi per il virus”. La speranza allora è che sia solo una partenza negativa: c’è bisogno infatti in Europa di scelte coraggiose e di politica economica comune. Il coronavirus ci mostra quanto abbiamo bisogno di più Europa, di più Comunità Europea, non solo politica ma anche sanitaria, commerciale, di frontiera.

Alcuni osservatori sono più severi su quanto fatto dall’Europa finora. Giulio Marcon, fondatore della campagna Sbilanciamoci!, è tra questi: “l’Unione Europa non si è attivata in tempo, il Consiglio non si è reso conto della gravità della situazione. Se finisce male per un Paese, finisce male per tutti”. Secondo Marcon i cosiddetti coronabond sono uno strumento necessario, anche se non sufficiente. Le misure messe in campo dalla Bce sono importanti per le banche e per il credito alle imprese, ma non sono abbastanza. Ci sono altre cose da fare: “è necessario aumentare il bilancio europeo, che oggi è fatto dell’1% del pil dei Paesi membri: se lo portassimo fino al 5% non ci sarebbe bisogno dei coronabond”.

La situazione economica in Italia dopo la crisi vedrà un crollo del pil del 5-6%. Se l’economia riprenderà, nella seconda parte del 2020 ci potrebbe essere un assestamento sul -5%. Alcuni settori vedranno un crollo più forte: il turismo, i servizi, alcuni settori della metallurgia, l’elettromeccanico. Ci sarà un calo delle entrate fiscali per cui serviranno almeno 150 miliardi di euro. Secondo Marcon sono due gli scenari possibili: uno ottimistico (anche se senza segnali o avvisaglie) secondo cui a maggio l’economia avrà una prima ripresa, e un altro in cui la crisi andrà avanti fino a giugno, con la produzione ferma o rallentata, le entrate fiscali che calano e pesanti risvolti sul lavoro. In Italia la disoccupazione potrebbe aumentare di un terzo, arrivando al 15%: 200mila persone in più. Sarà un problema di tutta l’Eurozona e degli Stati Uniti, una recessione globale con effetti drammatici per tutti. Sarà un anno complicato, con la variabile imprevedibile e diversa da Paese a Paese della durata dell’emergenza. 

E l’Italia da sola non ce la può fare, ci saranno misure di indebitamento con cui si sforerà sicuramente il tetto del 3%, fino al 5%. Si arriverà a un debito pubblico del 150%, che ci renderebbe preda della speculazione sui mercati. “Lo ripeto” dice Marcon “se finisce male per un Paese membro, finisce male per tutti i Paesi membri”.

Il raggio d’azione della Commissione Europea

Il potere della Commissione europea durante un’emergenza sanitaria è limitato, perché i Paesi membri non hanno dato alla politica comune europea competenza in campo sanitario. La Commissione europea ha il ruolo di coordinatore, ha inviato rappresentanti dell’Agenzia europea per la gestione delle malattie infettive a Roma già il 23 febbraio. Ogni giorno dal 17 marzo riunisce i 27 ministri della Salute in teleconferenza, con la Commissaria europea alla Salute Stella Kyriakidou. Le riunioni sono spesso allargate ai ministri dell’Interno, per discutere di problemi legati alla sicurezza, alla libera circolazione e alle restrizioni della socialità. La Commissione europea manda linee guida e raccomandazioni su come fare i test o sull’efficacia dell’isolamento.

Ha anche sbloccato i Paesi che avevano impedito la libera circolazione e le esportazioni di mascherine e altri materiali sanitari. Sono state create delle corsie preferenziali alle frontiere per il passaggio di medicine, cibo e beni di prima necessità per evitare code di tir alle dogane. Infine la Commissione sta finanziando progetti di ricerca scientifica per futuri vaccini, nuove terapie e test diagnostici.

Secondo Massimo Gaudina, rappresentante della Commissione europea a Milano, “si potrebbe fare decisamente di più se ci fosse una competenza europea unica sulla sanità”.

Sono stati lanciati bandi specifici aperti a tutti laboratori e scienziati europei. Sono anche già stati chiusi e sono stati attribuiti 17 progetti, di cui uno a coordinamento italiano, che stanno lavorando su terapie, vaccini profilattici e vaccini terapeutici e test. Poi c’è un’azienda specifica, la CureVac: la Commissione europea l’ha sostenuta con 80 milioni per lavorare a un vaccino, che andrebbe in primo luogo a beneficio degli europei.

Esistono partenariati larghi tra pubblico e privato. Uno di questi progetti è proprio un partenariato tra l’impresa farmaceutica Dompè e il consorzio interuniversitario Cineca di Bologna.

La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il commissario italiano Paolo Gentiloni sono stati chiari sulla massima flessibilità possibile per l’Italia e gli altri paesi in difficoltà. Non ci sarà la normale strettissima osservanza dei parametri. “Ma cosa succederà dopo è presto per dirlo” spiega ancora Gaudina. “Alcuni Stati membri non hanno capito subito che una politica europea coordinata dà più risultati di 27 politiche diverse. Ma è la stessa cosa che è successa in Italia con le regioni. Ora in larga parte si va nella stessa direzione”.

Invece di lanciare 27 bandi per mascherine e ventilatori, è più efficace un bando unico europeo, gestito dalla Commissione. Sono manovre fatte di fretta, con scadenze a 7 giorni, per partire al massimo in un mese. Un bando per dei respiratori aperto il 18 marzo si è chiuso il 26 marzo e ad aprile si firmeranno i contratti per la produzione. Un’altra iniziativa che è partita è la creazione di una riserva europea di materiale medico. Sono bandi aperti secondo le consuete regole dell’Unione, quindi destinati in primo luogo a imprese europee per il beneficio prima di tutto dei cittadini europei.

E i fondi di coesione, invece? Quale potrebbe essere il loro ruolo? La Commissione europea ha aperto i fondi a spese per cui di solito non sono usati. Hanno una funzione a lungo termine, mentre ora, con un provvedimento votato il 20 marzo, verranno usati per iniettare liquidità alle imprese, per comprare materiale sanitario. Si tratterebbe di qualche miliardo di euro, ma la quantità precisa è difficile da stabilire perché sono i singoli stati a gestire ed eventualmente dirottare i fondi di coesione. Nicola De Michelis, direttore della Commissione europea per l’implementazione dei fondi in Italia, spiega che stanno anche valutando se convertire il Fondo Sociale Europeo, che di solito si occupa di inclusione e lotta alla povertà, al sostegno per il reddito.

La deroga al patto di stabilità può diventare un elemento su cui l’Europa costruirà, a emergenza finita, nuovi patti, una nuova forma che tenga conto di elementi ignorati prima? Lo spiega Massimo Gaudina: la Commissione europea è la guardiana dei trattati, non si occupa della riforma dei trattati o dell’assetto istituzionale. Dovrebbero essere i Paesi membri a farlo, a dire alla Commissione europea come organizzare il futuro sul piano delle competenze, delle regole, degli aiuti di stato. “Io personalmente lo auspico” confida Gaudina “Perché ci sono sfide che superano le frontiere, quindi anche le soluzioni devono superare frontiere”.

“Alla fine di tutto” conclude De Michelis “Bisognerà ricostruire un’Europa che oggi è provata”.

Martina Pagani

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR venerdì 29/03 8:00

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 29-03-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 29/03/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 29-03-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 29/03/2024 delle 7:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 29-03-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 29/03/2024

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 29-03-2024

  • PlayStop

    Non vedo l'ora di venerdì 29/03/2024

    Non Vedo l'Ora, ma nonostante questo iniziamo con calma! Poi appena riprendiamo conoscenza, dopo un caffè, due chiacchiere e della buona musica, vi racconto le cose per cui NON VEDO L'ORA di stare ogni giorno con voi!!

    Non vedo l’ora - 29-03-2024

  • PlayStop

    Serve & Volley di venerdì 29/03/2024

    Musica e parole per chiudere in bellezza il palinsesto dei giovedì! Con Marco Sambinello e Niccolò Guffanti.

    Serve&Volley - 28-03-2024

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 28/03/2024

    Finita la quasi quarantennale militanza domenicale della “classica apertura”, la redazione musicale classica di Radio Popolare ha ideato un programma che si intitolerà Labirinti Musicali: ovvero un titolo generico da contenitore di storie, aneddoti, curiosità legate tra di loro da un qualsivoglia soggetto/percorso/monografia proposto da uno di noi in forma di racconto, con ascolti ad esso legati, sempre con buona alternanza di parole e di musica. Uno spazio radiofonico che può essere la storia di un disco, un libro, un personaggio anche famoso, ma proposta da angolazioni nuove, curiose. Non una lezione, quasi una confidenza all’orecchio di un ascoltatore. I labirinti sono luoghi reali e circoscritti, e allo stesso tempo irreali: sono la sorpresa, sono l’incontro, sono l’imprevisto…e anche la musica è qualcosa che si muove in uno spazio acustico-temporale ben determinato, qualcosa che ci stupisce e sparisce dietro un angolo per poi farci ritornare al punto di partenza senza avere avuto il tempo di memorizzarne il percorso melodico, armonico, ritmico. Ci perdiamo nella musica proprio come in un labirinto, e la ritroviamo nei meandri più nascosti della mente… Viviamo in un labirinto di idee diverse nel quale ognuno di noi deve trovare un proprio spazio, e per uscire da questo labirinto dobbiamo affidarci alla nostra ragione…e al potere semantico della musica. Nel Medioevo si diceva che il labirinto è come la vita, e la vita come un labirinto. Ma nel labirinto non ci si perde, nel labirinto ci si trova. Con la complicità della musica.

    Labirinti Musicali - 28-03-2024

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 28/03/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 28-03-2024

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di giovedì 28/03/2024

    Musiche dal mondo è una trasmissione nel solco della lunga consuetudine di Radio Popolare con la world music – da prima che questa discussa espressione entrasse nell’uso internazionale – e in rapporto con World Music Charts Europe. WMCE è una iniziativa a cui Radio Popolare ha aderito e partecipa dall’inizio: una classifica europea realizzata attraverso il sondaggio mensile di animatori di programmi di world music su emittenti pubbliche, aderenti all’Ebu, appunto l’associazione delle emittenti pubbliche europee, ma con qualche eccezione come Radio Popolare, che è una radio privata di ispirazione comunitaria. Nel 1991 l’EBU sondò la Rai, per coinvolgerla in WMCE, ma la Rai snobbò la proposta. Però all’Ebu segnalarono che c’era una radio che sulle musiche del mondo aveva una certa tradizione e che probabilmente avrebbe risposto con interesse… L’Ebu si fece viva con noi, e Radio Popolare aderì entusiasticamente. Ormai quasi trent’anni dopo, WMCE continua e Radio Popolare continua a farne parte, assieme ad emittenti per lo più pubbliche di ventiquattro paesi europei, fra cui la britannica BBC, le francesi Radio Nova e RFI, le tedesche WDR, NDR e RBB, l’austriaca ORF, Radio Nacional de Espana, la russa Echo of Moskow, la croata Radio Student. Attraverso WMCE, Musiche dal mondo riceve annualmente centinaia di novità discografiche inviate dalle etichette o direttamente dagli artisti, dal vintage dell’Africa nera al canto di gola siberiano, dalle fanfare macedoni al tango finlandese: proponendo musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano, Musiche dal mondo è una trasmissione per la salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 28-03-2024

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 28/03/2024

    Ogni giovedì alle 21, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 28-03-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di giovedì 28/03/2024

    I fatti più importanti della giornata sottoposti al dibattito degli ascoltatori e delle ascoltatrici. A cura di Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro

    Quel che resta del giorno - 28-03-2024

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 28/03/2024

    1-Monito dell’Onu: “ la fame a Gaza potrebbe equivalere a un crimine di guerra” Dall’ Aja la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di garantire un'assistenza umanitaria urgente. L’ Irlanda ha annunciato che parteciperà alla causa avviato dal Sudafrica contro Israele. 2- Intanto l'esenzione dalla leva per gli ebrei ortodossi sta creando forti problemi al governo del premier Netanyahu che ha nella sua maggioranza due partiti religiosi. 3-Francia. Il Parlamento ha approvato una risoluzione che chiede al governo il riconoscimento e la condanna del massacro degli algerini l 17 ottobre 1961 a Parigi. 4- Lo Yemen rimane una delle più gravi emergenze umanitarie al mondo. L allarme lanciato da Oxfam a nove anni dall'inizio del conflitto 5- Nicaragua. Settimana santa di repressione per il secondo anno consecutivo. Vietate le processioni a Pasqua 6- La canzone di protesta che l'IDF ha cercato di mettere a tacere. A più di 40 anni dal sequestro della copia originale da parte delle forze israeliane, “The Urgent Call of Palestine” di Zeinab Shaath sarà ristampato.

    Esteri - 28-03-2024

  • PlayStop

    Muoviti Muoviti di giovedì 28/03/2024

    (127 - 509) Dove veniamo a conoscenza dell'esistenza di un Roberto da Bergamo jr. Poi con Marco Schiaffino parliamo del Piracy Shield, di come sia stato hackerato e di cosa comporti questo per la gestioni di alcuni siti e servizi internet in Italia. In chiusura parliamo di quello che ogni tanto ascoltatori e ascoltatrici vedono dalle finestre.

    Muoviti muoviti - 28-03-2024

Adesso in diretta