Approfondimenti

Un anno e centomila morti dopo si riparla di zona rossa, il bug lombardo dei vaccini, il Pd pensa a Enrico Letta e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 9 marzo 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Un anno e centomila morti dopo, siamo da capo: si parla di nuove restrizioni e zona rossa in tutta Italia. A Brescia le terapie intensive sono piene al 90 per cento. Si punta tutto sui vaccini, ma ci sono ancora una volta cattive notizie: Johnson&Johnson ha detto a Bruxelles che potrebbe non garantire le 55 milioni di dosi promesse. Il presidente della Lombardia Fontana ammette il bug delle prenotazioni dei vaccini scoperto da Radio Popolare. Due barconi si ribaltano nel Mediterraneo, almeno 39 morti. I dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia nei grafici di Luca Gattuso.

Torniamo nel tunnel Covid e rischiamo di non fidarci più

(di Claudio Jampaglia)

L’ipotesi di chiudere per vaccinare al massimo e contenere così la terza ondata è tramontata. Un anno e 100mila morti dopo siamo tornati da capo, i cittadini tornano ad ammalarsi e morire, e le scelte politiche sono fuori tempo e approssimative. Dispiace per il ministro Speranza ma ci chiediamo con quale fiducia i cittadini e le cittadine italiane, possano credere all’unità del paese contro il virus se questo governo – praticamente di unità nazionale – ha come strategia il contenimento nel fine settimana. La salute non sembra più il primo diritto costituzionale da garantire. Nel cambio di governo si è perso tempo prezioso per dare alle forze politiche entranti posti e promesse di svolte, riaperture e purghe. Mentre si diffondevano le varianti. I governi regionali hanno dormito per settimane nella preoccupazione, almeno al Nord prevalente, di non fermare l’economia. Gli ospedali tornano in trincea e la mortalità si rialza. Dobbiamo prepararci a settimane così, forse mesi. Perché la gradualità che è stata scelta per aree, territori, giorni e tra poco per fasce orarie… è buona per le dichiarazioni tv dei politici più che per le regole di sanità pubblica. La capacità organizzativa finora dimostrata sui vaccini è piena di falle, ben oltre la disponibilità delle dosi: a seconda di dove si vive si ha un trattamento diverso. E stavolta l’immagine del presidente Mattarella che si fa vaccinare allo Spallanzani in mezzo ai cittadini comuni non ci basta per pensare che stiamo remando tutti insieme dalla stessa parte della corrente.

Lombardia: falla nel sistema di prenotazione, chiunque può vaccinarsi

La campagna di vaccinazione anti Covid in Lombardia è un caos. Anziani che non sono stati ancora convocati, vaccinazioni al personale sanitario non ancora concluse e un sistema di prenotazione che fa acqua da tutte le parti. La Regione sta fallendo in quella che dovrebbe essere la priorità assoluta: condurre una campagna vaccinale efficiente, in trasparenza e tempi rapidi. Non sta accadendo. CONTINUA A LEGGERE

Salvate Brescia. 100 morti in 8 giorni per la terza ondata di covid-19

(di Roberto Maggioni)

C’è una città in Lombardia che sta soffrendo come un anno fa. Brescia è l’epicentro di questa terza ondata lombarda. Il contagio si è diffuso velocemente durante il mese di febbraio, la giunta regionale guidata dal leghista Fontana è intervenuta tardi e solo con una zona arancione rafforzato. Gli ospedali sono saturi. CONTINUA A LEGGERE

L’Europa dice No al vaccino russo Sputnik

L’Unione europea chiude al vaccino russo Sputnik. “Non fa parte delle nostre strategie”, ha detto oggi un portavoce della Commissione europea. La notizia arriva nel giorno in cui l’Italia si fa avanti per produrlo. Oggi un’azienda ha infatti firmato un accordo per cominciare da luglio la produzione nel nostro paese e altre due sono pronte a fare lo stesso. Per l’Unione europea, intanto, si affacciano nuovi problemi nell’approvvigionamento dei vaccini. Oggi anche Johnson&Johnson ha detto a Bruxelles che potrebbe non garantire le 55 milioni di dosi promesse per il secondo trimestre. Il siero monodose di Johnson&Johnson sarà approvato dall’agenzia europea del farmaco in questi giorni. La sua messa in commercio è molto attesa, perché potrebbe dare una svolta alle campagne vaccinali europee. L’ennesimo annuncio di ritardi rischia ora di compromettere i piani dei paesi membri. Eleonora Evi, eurodeputata dei Verdi Europei.

L’Assemblea del Pd si farà domenica prossima, e si parla di Letta come nuovo segretario

(di Anna Bredice)

Era da tempo che non si registrava tanta unità nelle dichiarazioni di molti esponenti del Pd, oggi tutti insieme e d’accordo nel respingere le critiche delle cosiddette Sardine. Offesi e indignati dall’accusa di essere ormai un “marchio tossico”, cosi ha definito il partito questa mattina il leader di quelle che si firmano le seimila sardine. E ai dirigenti di via Del Nazareno si capisce che fa più male questo, un’accusa che arriva da vicino, piuttosto che le parole di Casalino che dice che nel Pd ci sono “cancri da estirpare”. Il partito sembra quasi una nave un po’ alla deriva, colpita da tutte le parti. Le dimissioni confermate di Zingaretti, con quelle parole dure, “Una vergogna che si parli solo di poltrone”, che hanno lasciato il segno, hanno aperto un vuoto di direzione politica nell’immediato, le correnti che per mesi si sono date battaglia attraverso twitt, post e comunicati, ora che è il momento di prendere delle decisioni, sono bloccate da veti incrociati.

Per questo si fa strada per alcuni l’ipotesi di coinvolgere Enrico Letta e chiedere a lui di fare il segretario del partito in questo momento di difficoltà. All’inizio aveva rifiutato, ora le sue dichiarazioni sembrano aprire uno spiraglio, ma quello che è chiaro è che Letta tornerebbe solo se il suo mandato durasse fino al 2023 e se tutto il partito lo appoggiasse; e non è così, perché chi in queste ore chiede che ci sia un congresso anticipato appena finisce la pandemia, non vuole sicuramente Enrico Letta alla guida del partito. Sarebbe certo un ritorno per lui che cacciato da Renzi ora dovrebbe di nuovo combattere il fantasma di Renzi che vuole distruggere il Pd.
L’Assembla si farà in una sola giornata, domenica prossima, e dovrà eleggere il segretario, che sia reggente o definitivo fino al congresso, in ogni caso si dovrà uscire da questa situazione di stallo che naturalmente penalizza il partito, in pochi giorni dalle dimissioni di Zingaretti è finito ad essere il quarto partito nei sondaggi.Le Sardine rispondono alle critiche confermando di continuare a fare il loro lavoro: “Abituatevi all’idea – scrivono –  che ci saranno altre nostre azioni, che potete chiamare occupazioni o denigrare per paura che si intacchi lo status quo”.

Il parlamento europeo ha tolto l’immunità all’ex presidente catalano Puigdemont

Il parlamento europeo ha tolto l’immunità all’ex presidente catalano Carles Puigdemont e a due ministri del governo che guidava fino all’ottobre del 2017, Toni Comín e Clara Ponsatí. La rimozione dell’immunità permetterà la ripresa dei procedimenti che riguardano la richiesta di estradizione dei tre europarlamentari catalani da parte delle autorità spagnole. A decidere, saranno il parlamento Belga – dove si trovano Puigdemont e Comin – e quello britannico per Ponsati. “Oggi è un giorno triste per il Parlamento europeo, noi abbiamo perso la nostra immunità ma il Parlamento europeo ha perso molto di più. Questo è un caso di persecuzione politica”, ha commentato Puigdemont dopo il voto. Abbiamo sentito Victor Serri, fotogiornalista del magazine catalano La Directa.

Doppio naufragio al largo della Tunisia, almeno 39 morti

Almeno 39 migranti sono morti in un doppio naufragio al largo della Tunisia. I militari del paese africano hanno salvato 165 persone e stanno cercando dei possibili dispersi. Ad affondare sono state due imbarcazioni partite per l’Europa poche ore fa, nella notte tra lunedì e martedì. Ne parliamo con Christopher Hein, che insegna politiche dell’immigrazione all’università Luiss di Roma.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi in Italia sono state comunicate 376 morti legate al coronavirus. Quasi 20mila i nuovi contagi accertati ed è risultato positivo il 5,7% delle persone sottoposte a tampone: un dato in calo rispetto a ieri. Continuano ad aumentare invece le persone ricoverate: oggi i nuovi ingressi in terapia intensiva sono stati 278, il massimo almeno dal 3 dicembre. La Lombardia resta tra le regioni in cui la situazione è peggiore. Oggi i contagi accertati sono stati circa 4mila ed è risultato positivo l’8,5% delle persone sottoposte a tampone. La provincia con più nuovi casi, circa mille, è Milano, seguita dai 729 di Brescia, l’epicentro di questa terza ondata nella regione. In città gli ospedali sono saturi e l’assessora alla sanità chiede che il Comune sia messo in zona rossa con misure come quelle di un anno fa.

In questo contesto stamattina si è riunito il comitato tecnico-scientifico che affianca il governo. Dall’incontro è uscita la richiesta di un rafforzamento delle misure anticovid: da provvedimenti più stringenti nelle zone gialle a chiusure in tutta Italia durante i weekend. Il governo dovrà decidere se seguire il parere gli esperti, e nei prossimi giorni potrebbe modificare il decreto firmato da Mario Draghi la settimana scorsa. Il rischio è che si ripeta il meccanismo di ottobre, quando si era all’inizio della seconda ondata e Giuseppe Conte continuava ad approvare decreti che erano già vecchi appena firmati, perché non erano adeguati alla velocità del contagio. Ne abbiamo parlato con Alessandro Vergallo, presidente dell’associazione anestesisti rianimatori Aaroi-Emac.

Foto | Via del Corso, a Roma

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