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Anche sui vaccini non tornano i numeri in Lombardia

moratti fontana - vaccini lombardia

La piattaforma della Protezione Civile nazionale ogni giorno fornisce il dato dei vaccini somministrati scorporati per categorie ed età. Analizzando questi dati sui vaccini della Lombardia c’è qualcosa di per lo meno anomalo rispetto a quelli comunicati da tutte le altre regioni italiane.

In questa prima fase erano ben chiare le categorie destinatarie del vaccino: personale sanitario, pazienti delle RSA, personale non sanitario e ultra ottantenni. A livello nazionale il 66% delle dosi (due su tre) è stato somministrato al personale sanitario e circa il 23% al personale non sanitario.

La Lombardia però fa eccezione. Infatti nella nostra regione più della metà delle dosi (il 51,4% per la precisione) è stato somministrato a personale *NON* sanitario e solo il 39,5% al personale sanitario. La particolarità emerge dal confronto con le altre grandi regioni come Lazio, Campania, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, che hanno destinato tra il 60 e l’80% delle loro dosi al personale sanitario e al personale non sanitario tra l’8% e il 25%.

Perché questo dato anomalo rispetto alle altre regioni italiane? Si tratta di un altro errore di trasmissione delle informazioni? Oppure la Regione Lombardia ha deciso dei criteri della campagna di vaccinazione diversi rispetto alle altre regioni? E se così, quanto saranno efficaci questi criteri?

Una possibile spiegazione per questi numeri arriva da Gilberto Creston della Funzione Pubblica Cgil Milano:

Le prime informazioni che abbiamo avuto più di un mese fa, quando abbiamo incontrato per la prima volta la Regione Lombardia sul tema delle vaccinazioni, erano che nella prima fase di vaccinazione ci si sarebbe impegnati per vaccinare tutto il personale operante all’interno delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, quindi sia il personale sanitario strettamente inteso, ma anche il personale che opera all’interno delle strutture per motivi di lavoro, come il personale amministrativo e, in aggiunta a questo, tutti coloro che per motivi di lavoro intervengono all’interno delle strutture.
Oggi pomeriggio, in un incontro che abbiamo avuto con le centrali cooperative, ragionavamo su come sta andando la campagna vaccinale nelle RSA e su chi sono i soggetti che sono stati coinvolti. Si faceva l’esempio degli idraulici che devono intervenire all’interno delle strutture e che quindi hanno un rapporto continuo con le stesse. Tutto il personale che a vario titolo opera all’interno di queste strutture è stato coinvolto in questa prima fase di vaccinazione. Penso che il motivo per cui è molto alto il numero dei vaccinati anche tra il personale non sanitario sia questo.

vaccini lombardia

di Giacomo Panzeri e Luca Gattuso

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    Redazione
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    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

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