Approfondimenti

G8 Genova: 19 anni dopo, avevamo ragione noi

  • Play
  • Tratto dal podcast
    Mondo |
Genoa Social Forum

Sono passati 19 anni dai fatti del G8 di Genova e pochi mesi in più dalla nascita del Genoa Social Forum, la grande alleanza della società civile che diede vita alla prima dimensione internazionale della protesta anti-liberista dopo Seattle. Il portavoce del Genoa Social Forum era Vittorio Agnoletto, all’epoca anche presidente della LILA, la Lega italiana per la lotta contro l’AIDS.

L’intervista di Claudio Jampaglia a Prisma.

Eri presidente della LILA all’epoca, giusto?

Sì, ero presidente della LILA e questa è stata una delle ragioni per cui noi abbiamo aderito al Genoa Social Forum. Contestavamo questa globalizzazione liberista dove pochi decidono o pensano di poter decidere per tutti e uno dei temi sul tavolo era la famosa questione dell’accesso ai farmaci.
Nel 1996 Mandela diventa Presidente del Sudafrica, il 30% delle donne sudafricane dai 14 ai 42 anni sono positive e lui incontra le aziende farmaceutiche per ottenere i farmaci antiretrovirali a prezzi più bassi. Le aziende farmaceutiche non solo non accettano la sua proposta, ma in 39 multinazionali avviano un processo contro il Sudafrica dentro l’Organizzazione Mondiale del Commercio, accusando Mandela e il Sudafrica di non rispettare la legge sui brevetti, perché Mandela aveva detto alle aziende africane, facendo approvare una legge, di andare avanti a produrre direttamente i farmaci senza rispettare i brevetti. Il Sudafrica a quel punto dovette fermarsi. Ci fu una mobilitazione in tutto il Mondo fino all’aprile 2001, quando le multinazionali ritirarono la denuncia e ci fu un accordo e si fece qualche passo avanti.
L’adesione della LILA al Genoa Social Forum fu proprio su questo tema: la globalizzazione che noi contestavamo si concretizzava negli gli accordi sulla proprietà intellettuale che escludevano milioni e milioni di persone dalle terapie.

19 anni dopo i temi sono gli stessi, in riferimento al vaccino per il COVID-19. Ti viene in mente un tema su cui si è davvero girata pagina?

No. Noi all’epoca abbiamo svolto un ruolo che poi nella storia è diventato quasi quello delle Cassandre. Abbiamo detto: “Attenzione, se questo modello di sviluppo proseguirà con queste modalità ci troveremo davanti a grandi sconvolgimenti climatici con pesanti conseguenze su tutto il globo. L’Europa sarà sconvolta da una grave crisi economica e sociale.” E cosa abbiamo avuto? La grande crisi economica e sociale nel 2008 e oggi stiamo pagando gli sconvolgimenti climatici del pianeta, una modello di sviluppo assolutamente disastroso. Quest’anno, il 22 agosto se non sbaglio, avremo terminato il consumo di quell’energia che il pianeta può rigenerare entro l’anno. Dal 22 agosto in poi quello che consumeremo fino al 31 dicembre non verrà più rimpiazzato.
Non ci sono però solo i temi, che sono ancora tanti e attuali, ma abbiamo avuto davanti delle pratiche che esemplificano i due mondi diversi che abbiamo in testa. Noi non eravamo, come tutti hanno detto, No-Global. Eravamo altermondialisti: una globalizzazione con al centro i diritti e gli esseri umani. Cosa vuol dire essere altermondialisti oggi? Medici cubani, cinesi, romeni, venezuelani e albanesi che sono arrivati in Italia per aiutarci nella lotta contro l’epidemia di COVID-19. Cosa vuol dire, invece, attivare una politica liberista? Che in quelle stesse identiche settimane Trump acquista in anticipo tutte le dosi di remdesivir, il farmaco utile nelle fasi avanzate della malattia, e in questo modo gli altri Paesi, di fronte ad un rebound, dovranno arrangiarsi.
Sono due logiche totalmente diverse che si sono confrontate anche in questi mesi. L’altro esempio è l’appello per superare i brevetti almeno in questa situazione e dall’altra parte 17 multinazionali in gara concorrenziale una con l’altra per arrivare a produrre il vaccino senza neanche scambiarsi le informazioni. Due idee di mondo diverse.

Quella settimana è stata determinante per le nostre vite. Da una parte mi vengono i brividi per la paura e l’orrore, dall’altra parte mi rimane sempre l’immagine di quella speranza. A te cosa rimane?

Quando penso a quelle giornate, anche in questo momento, ho i brividi. La testa e il corpo tornano dentro quelle giornate e tornano al momento preciso in cui io, tra i primi, ho saputo che era stata ammazzata una persona. Poi abbiamo saputo che si trattava di Carlo Giuliani ed è stata fatta tutta la montatura attorno all’assassinio di Carlo e quelle giornate tremende di tensione. Io mi muovevo liberamente prima a Genova, poi ho dovuto chiedere alla Fiom e al Gruppo Abele di fornirmi due persone come scorta che si alternavano. Non eravamo organizzati da questo punto di vista. Poi, se supero queste prime sensazioni, è stata proprio una cosa grande ed è stato un concentrato di speranze che arrivavano da tutto il Mondo, una convergenza di speranze e di pensieri e una grande capacità di elaborazione. Dopo Genova sono venuti Occupy Wall Street e Fridays for Future, ogni movimento con la sua autonomia e con la sua storia, ma credo che anche questi, consapevolmente o meno, affondano le loro radici in quell’elaborazione che va dal novembre 1999, quando ci fu la rivolta di Seattle. Credo che lì sia nata una nuova cultura: siamo stati sconfitti, soprattutto in Italia e in Europa, ma le idee vanno avanti e oggi non c’è alternativa per il Mondo. O si riparte da quelle idee e da quelle elaborazioni oppure dove va il Mondo lo vediamo.
E quello che mi ritorna in mente è quella umanità che stava insieme totalmente diversificata. Io ho partecipato anche all’incontro dei focolarini. Oggi se uno ci pensa quasi non ci crede. E invece c’erano i focolarini. C’era un senso comune di “è possibile trasformare questo Mondo” e per questo io dico alle tante persone, anche quelle che all’epoca non ci hanno creduto e hanno pensato che fossimo dei visionari, che è il momento di unire le forze e riprendere quei contenuti per provare a cambiare il destino comune.

Foto di Ares Ferrari

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 25/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 25-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 25/12 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 25-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 24/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 24-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/12/2025 - ore 20:29

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di giovedì 25/12/2025 delle 19:48

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 25-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/12/2025 - ore 17:35

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/12/2025 - ore 16:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Radiografia Nera di giovedì 25/12/2025

    Radiografia Nera è il programma che racconta le storie di cronaca e banditi che, dal dopoguerra in poi, hanno reso Milano la Chicago d'Italia. Condotto da Matteo Liuzzi e Tommaso Bertelli per la regia di Francesco Tragni.

    Radiografia Nera - 25-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/12/2025 - ore 15:36

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/12/2025 - ore 12:30

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di giovedì 25/12/2025 - ore 11:33

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Fuori di cella 25/12/2025 - ore 10:00

    Anche quest’anno torna la storica trasmissione di Radio Popolare, condotta da Claudio Agostoni, dedicata agli auguri di buon Natale e buon anno ai parenti e agli amici, ospiti nelle patrie galere. Alcuni collaboratori/amici di Radio Popolare, che lavorano in alcune carceri italiane, hanno registrato gli auguri che alcuni detenuti, impossibilitati a telefonare in diretta, hanno inviato a parenti ed amici: le voci da Bollate, Rebibbia e Lodi. E poi Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, conduttori a Radio Popolare di Jailhouse Rock, gli operatori della Coop. Articolo 3 del carcere di Bollate e Andrea Ferrari del Circolo Arci Ghezzi di Lodi fanno i loro auguri all’universo penitenziario italiano per il 2026.

    Gli speciali - 25-12-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di giovedì 25/12/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 25-12-2025

Adesso in diretta