
Ozzy Osbourne, il principe delle tenebre, lascia questo mondo dopo aver ridefinito i confini della musica rock. La notizia della morte del cantante britannico, avvenuta ieri mattina, è stata data dalla famiglia con un breve comunicato. Mentre la sua storica band, sui social, l’ha salutato con un semplice “Ozzy forever”: per sempre. John Michael Osbourne nacque nel 1948 ad Aston, quartiere operaio di Birmingham, e trovò nella musica la via di fuga da un destino di marginalità. L’incontro con Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward portò nel 1968 alla nascita dei Black Sabbath, il gruppo che ha codificato l’heavy metal. Il loro suono scuro, materico, influenzato dal contesto industriale delle Midlands inglesi in cui crebbe la band, fu una novità sostanziale, rivoluzionaria, per la storia del rock. Album come “Paranoid” e “Master of Reality”, usciti nei primi anni Settanta, influenzarono intere generazioni di musicisti, definendo l’estetica e il suono dell’hard rock e dell’heavy metal. La sua voce, non tecnica, ma straordinariamente emotiva, unita alla sua presenza scenica unica, spontanea, trascinante e in molte famose occasioni trasgressiva, lo resero un simbolo transgenerazionale. Venne sbattuto fuori dal gruppo nel ‘79 per problemi di droga e mille intemperanze, ma costruì una carriera solista di grande successo, che nei primi anni 2000 lo vide anche diventare una delle prime star della reality tv, con il programma che raccontava la sua non proprio idilliaca vita in famiglia. Meno di tre settimane fa, il 5 luglio, aveva salutato il suo pubblico con un concerto d’addio al Villa Park di Birmingham, riunendosi per l’ultima volta con i Black Sabbath davanti a una parata di leggende del metal venute a rendergli omaggio. Ma la vera rock star, anche in mezzo a loro, era Ozzy. Ozzy forever.