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Musk – Meloni, un feeling politico ed economico

Elon Musk e Giorgia Meloni

L’uomo più ricco del mondo, l’anno scorso era stato ospite della festa di Fratelli’ d’Italia ed era stato ricevuto a Palazzo Chigi. Tanti sorrisi e l’analisi dei suoi investimenti in Italia, dall’internet satellitare al settore spazio. Qualche mese dopo, nello scorso settembre, Giorgia Meloni ha chiesto che fosse proprio lui a premiarla alla cerimonia dell’Atlantic Council a New York. Era una delle tante mosse fatte dalla presidente del consiglio per riavvicinarsi all’area Trump, dopo i due anni di adesione alla politica di Biden in Ucraina. Un riavvicinamento che interessa, e molto, ai vincitori delle elezioni USA. Anzi, sono loro a richiederlo. L’uscita di Elon Musk contro i giudici italiani fa parte di questo percorso. Una sorta di fune lanciata a Meloni per ribadire il legame tra i due, la stessa concezione ideologica, lo stesso fastidio per le istituzioni democratiche, l’avversità, in questo caso, per la separazione dei poteri. Il proprietario di Tesla probabilmente non avrà un ruolo formale nell’amministrazione Trump, ma è, per adesso, l’uomo chiave della Destra americana e, in prospettiva, visto i mezzi a sua disposizione, internazionale. La ricollocazione definitiva di Giorgia Meloni in questo campo – e non ci vorrà molto tempo affinché accada – passa attraverso lo stop agli aiuti militari a Kiev, come ha chiesto alla presidente del consiglio in una intervista al Corriere della Sera, Steve Bannon, l’ideologo dell’Alter Righ USA. Le pen, Orban, il britannico Farange, sono con noi, Meloni deve darsi una mossa se non vuole perdere il treno, è in sostanza il suo messaggio. Se è vero che Bannon ora è un personaggio più marginale nel trumpismo rispetto al passato è anche vero che, con linguaggio e modalità diverse, Donal Trump in realtà vuole arrivare a questo. Avere dalla sua parte l’Italia, uno dei paesi fondatori della UE, non solo l’Ungheria di Orban, è un obiettivo. Significa alimentare quel processo di destrutturazione dell’Unione Europea a cui puntano i partiti sovranisti del Vecchio Continente e ora anche la sua America.

  • Autore articolo
    Michele Migone
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