Approfondimenti

La battaglia di Salvini per la Pasqua libera, il balzo dei contagi e le altre notizie della giornata

Salvini Zingaretti

Il racconto della giornata di giovedì 25 febbraio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Scontro a distanza tra Matteo Salvini e Nicola Zingaretti sulle nuove chiusure annunciate dal governo Draghi. La convocazione di Salvini a Palazzo Chigi all’inizio della settimana non è servita. L’epidemia, intanto, accelera e in diverse Regioni stanno per scattare misure più restrittive. All’indomani dello storico pronunciamento della Procura di Milano sui rider diventa sempre più evidente la mancanza di leggi che possano regolamentare le società della Gig Economy. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Salvini pensa di vincere la battaglia per la “Pasqua libera”

(di Luigi Ambrosio)

Avrebbe dovuto essere il governo dove tutti obbedivano a Draghi e invece il conflitto sulle linee da tenere per fronteggiare la pandemia è esplicito. Salvini non ha alcuna intenzione di stare in silenzio. La convocazione di Draghi a Palazzo Chigi all’inizio della settimana non è servita. Oggi il capo leghista è tornato ad attaccare e ha detto che non si deve tenere l’Italia chiusa a Pasqua. “Il lockdown a Pasqua sarebbe irrispettoso per gli italiani”. Gli ha risposto Zingaretti: “Irrispettoso per gli italiani è mettere a rischio le loro vite”.
Due che litigano così sono incompatibili. Esprimono due linee politiche inconciliabili, una quella delle aperture, una quella del rigore perché la pandemia non è finita.
Quindi si può pensare che Salvini faccia solo scena, per coltivare il suo elettorato, per guadagnare consensi, per prendere titoli sui giornali? È dal primo giorno del nuovo governo che lo fa, che attacca sui temi del Covid, non esclusivamente per i sondaggi ma per ottenere cose concrete, cercando di spostare l’asticella un po’ più dalla sua parte. Agli operatori turistici sono stati subito promessi rapidi finanziamenti. E ora le anticipazioni del nuovo decreto dicono che l’entrata in vigore potrebbe non essere più la domenica ma il lunedì.
Un favore a commercianti e ristoratori. Zingaretti si indigna, ma la battaglia per Pasqua libera Salvini la sta giocando pensando di poterla vincere.

Rider, la mancanza di leggi per regolamentare le società della Gig Economy è sempre più evidente

Il giorno dopo lo storico pronunciamento della Procura di Milano sui Riders diventa sempre più evidente la mancanza di leggi che possano regolamentare le società della Gig Economy.

Massimo Alberti ne ha parlato con Dario Guarascio, economista dell’Università La Sapienza di Roma:


 

Che sorpresa: lo schiavismo non è innovazione

(di Alessandro Gilioli)

Oggi se posso vorrei raccontarvi un ricordo personale, una cosa di quattro anni fa, quando lavoravo all’Espresso e lì pubblicammo una delle prime inchieste sulle condizioni dei rider, che allora erano un settore di lavoro tutto nuovo in Italia.
Dopo quell’articolo venne a trovarmi uno dei due amministratori delegati di Foodora, azienda di delivery tedesca che oggi nel nostro Paese esiste più, è confluita in Glovo.
L’amministratore delegato, un trentenne sorridente, è arrivato in redazione accompagnato dal suo addetto stampa e mi ha spiegato che nel nostro pezzo avevamo sbagliato tutto, che non avevamo capito lo spirito della loro impresa. [CONTINUA A LEGGERE]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

L’epidemia in Italia accelera, oggi si sono registrati quasi 20mila nuovi casi, e anche il dato settimanale certifica una significativa ripresa del numero dei contagi. Domani, venerdì, la cabina di regia deciderà i cambi di fascia. Ci sono sei regioni che rischiano il passaggio in arancione: sono Piemonte (è certo), Lombardia, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata. L’epidemia dicevamo ha ripreso a correre, e lo fa per ora in modo estremamente diverso da zona a zona, da provincia a provincia, addirittura da comune a comune. La variante inglese, ha spiegato l’istituto superiore di sanità, ha una contagiosità molto maggiore del virus originario: tra il 37 e il 60%, per quel che si può capire. La diffusione della variante è all’origine anche dell’aumento dei nuovi casi su base settimanale: una crescita che a livello nazionale è del 10%, ma che nasconde in realtà picchi localizzati molto più intensi e preoccupanti. Renata Gili, responsabile del settore ricerche sanitarie della fondazione Gimbe.

La diffusione delle varianti rende ancora più urgente procedere con la campagna vaccinale, che in realtà in Italia va abbastanza a rilento. Una delle ragioni è la scarsità di dosi a disposizione. Per fare fronte ai tagli alle forniture annunciati (e messi in atto) dalle aziende produttrici, una delle possibilità sarebbe quella di produrre per conto terzi i vaccini in altri stabilimenti, pur senza abolire la validità dei brevetti. E’ la linea sposata per ora da Europa e Italia. Oggi il ministro dello sviluppo economico Giorgetti ha incontrato i rappresentanti di farmindustria, e gli ha promesso soldi e regole semplificate per riconvertire le proprie linee alla produzione di vaccini. Ci vorranno mesi, in ogni caso. E comunque si tratterebbe di una soluzione parziale, perchè non ci renderebbe davvero autonomi nella produzione e perchè non affronta alla radice il tema del profitto delle big pharma. Franco Cavalli è un oncologo e promotore della campagna “nessun profitto sulla pandemia”:


 

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