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ZeroZeroZero, intervista allo sceneggiatore Leonardo Fasoli

ZeroZeroZero

ZeroZeroZero, la serie tv tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, ha esordito su Sky Atlantic e Sky Cinema Uno lo scorso 14 febbraio. Vi abbiamo già proposto una prima recensione, ma oggi abbiamo parlato della nuova serie con Leonardo Fasoli, co-ideatore e co-sceneggiatore di ZeroZeroZero insieme a Stefano Sollima e Mauricio Katz.

L’intervista di Barbara Sorrentini a Chassis.

Tu avevi sceneggiato anche Gomorra.

Sì, ho scritto i soggetti e le sceneggiature delle cinque stagioni di Gomorra.

Molti stanno paragonando le due serie, ZeroZeroZero e Gomorra. Quali sono i punti comuni e le differenze?

Sono universi criminali che vengono esplorati. Si parla di traffico di droga in entrambe le serie e ci sono delle similitudini nel modo che abbiamo di lavorare. Le cose che raccontiamo in ZeroZeroZero si basano su una lunga pre-inchiesta di tipo giornalistico e noi abbiamo di avere un contatto con le fonti dirette, di farci raccontare le storie dalle persone che le hanno vissute per evitare di avere come riferimento soltanto cose che abbiamo già visto. Gomorra era il racconto al microscopio di una zona molto vicina e allo stesso tempo inesplorata: una zona circoscritta, un quartiere a nord di Napoli.
In ZeroZeroZero caso alziamo lo sguardo non seguendo un gruppo di persone legate ad un ambito territoriale ben preciso, ma seguendo il traffico di cocaina che si sviluppa all’interno del pianeta. Inizialmente questa cosa era suggerita dal libro di Roberto Saviano e la sfida era proprio quella di riuscire ad avere delle fonti dirette. È chiaramente molto più difficile farlo in ambito internazionale.

Siete andati dalla Calabria al Messico e agli Stati Uniti.

È stato un lavoro di due anni e mezzo in cui abbiamo intervistato ex narcotrafficanti, ex soldati, poliziotti corrotti e vittime. Siamo stati in Senegal, Marocco e a New Orleans intervistando poliziotti, giornalisti e magistrati. Un gigantesco lavoro giornalistico per cercare fonti dirette e raccontare come funziona il traffico internazionale di stupefacenti e quali sono gli attori al suo interno. Alla fine abbiamo cercato di fare un distillato e trasformare tutto in dei personaggi e in una storia con una sua coerenza.
Dopo aver delicato i personaggi e il racconto abbiamo deciso di seguire un carico di cocaina ordinato da chi lo vuole acquistare, gli ‘ndranghetisti in Calabria, passando per i broker internazionali, una famiglia di New Orleans, per arrivare ai fornitori principali, i narcotrafficanti messicani. Seguire 21 giorni di questo viaggio e le evoluzioni delle vicende di questi tre gruppi di personaggi.
Questa era la linea generale. Sviluppandola ci siamo resi conto di dover trovare un modo per raccontare questa cosa seguendo i tre filoni in parallelo, durante quegli stessi 21 giorni. E per questo abbiamo inventato un meccanismo narrativo per cui, una volta arrivati ad un certo punto della storia, c’è una scena chiave che ci riporta con alcuni personaggi all’indietro per raccontare cosa è successo dall’altra parte del Mondo. Anche questa è una differenza sostanziale da Gomorra.

Avete avuto dei contatti con Roberto Saviano durante la lavorazione?

No. Li abbiamo avuti all’inizio per avere chiari quali erano i materiali su cui lui aveva lavorato. Poi anche noi avevamo bisogno di andare a toccare con mano quelle realtà.

Foto dalla pagina Facebook ZeroZeroZero – La serie

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    Redazione
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