Approfondimenti

Washington-Riad, la fine di un amore?

Una difficile visita quella del presidente Barack Obama in Arabia saudita. L’ex principale alleato arabo degli Stati Uniti è in rotta di collisione con la politica dell’amministrazione Obama.

Gli incontri di Obama sono cominciati mercoledì con il monarca Salman e sono continuati giovedì con il vertice dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Durante i meeting sono stati affrontati diversi dossier, che vanno dalla politica petrolifera a quella finanziaria, oltre alle crisi regionali (Siria e Yemen). Ma il più importante è il dossier sull’Iran, il Paese islamico (sciita) nemico della famiglia reale saudita. La divisione confessionale all’interno della famiglia islamica è prepotentemente sfruttata dale due potenze regionali, Arabia Saudita e Iran, per alimentare lo scontro per l‘egemonia sul Medio Oriente.

Le monarchie del Golfo non hanno legittimità democratica e si sono rette soprattutto sul sostegno militare e di intelligence dell’Occidente e in particolare di Washington. Ma dall’accordo sul nucleare iraniano, le petrolmonarchie sono entrate in fibbrillazioni e hanno cominciato a cercare altre sponde, in rapporti molto più stretti con l’Europa, Francia in primis, e con Russia e Cina.

C’è poi l’ombra del terrorismo jihadista, che le monarchie combattono in casa propria, ma con il quale simpatizzano e soprattutto fagocitano in dollari e armi, fuori dai propri confini.

Il giorno prima dei due vertici si è tenuta la riunione dei ministri della difesa e dei capi delle agenzie di Intelligence dei Paesi appartenenti al Consiglio di Cooperazione del Golfo, con il segretario di Stato USA alla difesa, Ash Carter. Un incontro che ha ribadito l’impegno di Washington per la difesa della stabilità delle monarchie del Golfo.

Le contraddizioni e le crepe nelle relazioni tra paesi del Golfo e Stati Uniti assumono anche aspetti di politica interna a Washington. Negli USA il congresso sta studiando una legge che permetterà di chiedere indennizzi ai Paesi stranieri per atti di terrorismo compiuti da loro cittadini. Alla vigilia della visita di Obama il ministro degli esteri di Raid, Al Giubeir, ha minaciato il ritiro degli investimenti sauditi nel tesorso USA. Una dichiarazione alla vigilia della visita di Obama che non è stata una mossa diplomaticamente amichevole.

Nel suo discorso al vertice e nella conferneza stampa, il presidente Obama ha pronunciato le parole che i monarchi volevano sentire, ma non è chiaro se tutte le problematiche siano state risolte per davvero. “Ci sono tra di noi divergenze di opinioni, ma dobbiamo credere che con il confronto le possiamo superare”, ha detto. Obama ha difeso la firma dell’accordo sul nucleare iraniano, sostenendo che “nessuna delle nostre nazioni ha interesse a entrare in conflitto con Teheran”. E poi ha aggiunto che il regime iraniano continua la sua opera di destabilizzazione nella regione e gli USA hanno bloccato più di una volta le esportazioni di armi iraniane in Yemen.

Anche sulla Siria, le parole di Obama coincidevano con le aspettative di re Salman & company: la tregua è in pericolo a causa delle violazioni del regime di Assad e la soluzione non può che essere con il suo allontanamento.

Un vertice dominato dalle questioni politiche, che hanno messo in secondo piano quella petrolifera, visto anche il venire meno delle forti dipendenze statunitensi dalle importazioni. Un altro tema soltanto accennato è quello del prosciugamento delle fonti di finanziamento dei terroristi. Una visita interlocutoria che ha salvato la faccia alle petrolmonarchie e ha rinsaldato la leadership di Raid nel mondo arabo. Proprio Riad che non ha sostenuto l’elezione di Obama e invece si appresta a sostenere Clinton.

  • Autore articolo
    Farid Adly
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 18/07 19:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 18/07 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 18/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 18/07/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Ultima Traccia di venerdì 18/07/2025

    Un viaggio musicale tra la prima metà degli anni 90 e i primi 2000 dedicato a chi ha vissuto l’adolescenza tra compilation masterizzate, squilli su MSN, pomeriggi a giocare al Game Boy o a registrare video da MTV. Ma Ultima Traccia è anche per chi non ha vissuto nulla di tutto questo e ha voglia di scoprire un mondo che sembrava analogico ma era già profondamente connesso. Ultima Traccia è un modo per chiudere la settimana come si chiudeva un CD: con l’ultima canzone, quella che ti lasciava addosso qualcosa.

    Ultima Traccia - 18-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 18/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 18-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di venerdì 18/07/2025 delle 21:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 18-07-2025

  • PlayStop

    Jazz in un giorno d'estate di venerdì 18/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 18-07-2025

  • PlayStop

    Popsera di venerdì 18/07/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 18-07-2025

  • PlayStop

    Bolsonaro deve mettere il braccialetto elettronico. Trump minaccia il Brasile “fermate il processo”

    La Corte Suprema Brasiliana ha imposto all'ex presidente Jair Bolsonaro una serie di misure cautelari, tra cui l’obbligo di portare un braccialetto elettronico e di non contattare diplomatici stranieri. La corte ha motivato la decisione con l’elevato rischio di fuga dell’ex presidente, sotto processo per un tentativo di colpo di stato nel 2022. Sulla vicenda pesano anche i rapporti di Bolsonaro e di suo figlio con Donald Trump, che dopo aver imposto al paese dazi al 50% pubblica una lettera per dire che il processo “deve interrompersi immediatamente”. L’intreccio tra politica, economia e relazioni internazionali rende particolarmente tesa l’atmosfera in Brasile.Ne abbiamo parlato con il nostro collaboratore Alfredo Somoza.

    Clip - 18-07-2025

  • PlayStop

    Poveri ma in ferie di venerdì 18/07/2025

    quando vi chiediamo di smutandarvi metaforicamente svelando quali sono i vostri "guilty pleasure" e ne esce una colonna sonora a dir poco peculiare

    Poveri ma belli - 18-07-2025

  • PlayStop

    Almendra di venerdì 18/07/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

    Almendra - 18-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di venerdì 18/07/2025

    Stagione XI - ep 10 - David Lynch

    A tempo di parola - 18-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di venerdì 18/07/2025

    Stagione XI - ep 10 - David Lynch

    Rock is dead - 18-07-2025

  • PlayStop

    Epstein Files: spunta una lettera di Trump

    La notizia che pubblica il Wall Steet Journal è clamorosa. Il quotidiano finanziario di New York ha reso pubblica una lettera che Trump scrisse a Jeffrey Epstein, morto in carcere dove era rinchiuso con accuse di traffico sessuale tra minorenni, per il suo 50esimo compleanno in cui si faceva esplicita allusione all’intesa tra i due per via del rapporto con le ragazze di Epstein. La lettera è contenuta in un album con le lettere di altri amici di Epstein. Trump scrisse un immaginario dialogo tra i due in cui alludeva alle avventure sessuali come il piu forte legame della loro amicizia, corredato dalla foto di una ragazza nuda. Trump ha reagito alla solita maniera: è una fake news, ha detto, e ha annunciato una causa al giorrnale e all’editore Rupert Murdoch. Poi ha detto che il ministero della giustizia renderà noti i documenti su Epstein. In realtà il complotto degli Epstein Files fu alimentato proprio dagli ambienti della Alt Right statunitense che sostiene Trump. E lo stesso Trump ha accusato di nuovo i democratici. Mario Del Pero, professore alla univeristà Science Po.

    Clip - 18-07-2025

Adesso in diretta