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Vasco Brondi è l’artista della settimana di Radio Pop: “Un segno di vita” è il suo nuovo, bellissimo, disco

vasco brondi un segno di vita

Vasco Brondi – Un segno di vita: Che questo cantautore ferrarese ci piaccia particolarmente non è certo un mistero. Ricordiamo ancora con un certo affetto il suo primo arrivo in via Ollearo 5, ancora (quasi) imberbe, con al seguito una specie di Virgilio meno sobrio di quello di Dante, chiamato Giorgio Canali. Allora presentammo, con un minilive giustamente acerbo, il primo disco de Le Luci della Centrale Elettrica.

Da quel 2007 sono cambiate molte cose. Per quanto anche “Le Luci” fossero un progetto sostanzialmente solista, dal 2019 non ci sono più, ma c’è ancora, forte e concreta, la voce di Vasco Brondi (sito ufficiale). Che anche con il suo secondo album firmato con questo nome (dopo il bellissimo “Paesaggio dopo la battaglia” del 2021), intitolato “Un segno di vita”, ci ricorda perché le sue parole suonino così bene, e così vere.

Ci sono una ricerca e un rigore encomiabili nel lavoro di Brondi che, come ha spiegato anche ai nostri microfoni, nell’intervista che ha realizzato a Jack Matteo Villaci, scrive moltissimo, ma seleziona anche in modo meticoloso, passando al setaccio fine ed escludendo tutto quello che non lo soddisfa appieno. Il risultato finale lo dimostra.

vasco brondi un segno di vitaI testi di questo album, per noi non è una sorpresa, sono meravigliosi. Fanno nascere davanti agli occhi persone, non personaggi, di cui seguire le storie sentendole vicine, affini, vivide nei colori e nei sentimenti. C’è la letteratura e c’è la natura, due passioni vere e profonde dell’autore. E c’è l’umanità, raccontata con maestria nelle sue luci e nelle sue ombre.

Notevole è anche la continua evoluzione musicale di Vasco Brondi, che in questo nuovo album ha proseguito la collaborazione con Federico Dragogna alla produzione, aggiungendo alla squadra anche Federico Nardelli e Matteo Cantaluppi. Alla ricerca di un suono più immediato, più…pop? Forse, anche. Ma è relativamente importante, per quanto questi brani riescono a suonare immediati e nudi, mai piacioni: le aperture melodiche sono sempre funzionali a quello che raccontano le canzoni che le contengono.

“Un segno di vita” è la prova di maturità definitiva di un grande cantautore. Che non poteva che essere il nostro artista della settimana. Ci accompagnerà con le sue canzoni per i prossimi sette giorni, mentre domenica 24 marzo, dalle 18.30 alle 19, gli dedicheremo uno speciale per raccontare più in profondità questo nuovo lavoro.

Qui sotto trovate il video di “Fuoco dentro”, il brano che vede anche la collaborazione con Nada.

 

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  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

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