Approfondimenti

USA e Russia pronti alla guerra in Siria

Gli Stati Uniti sarebbero ormai ad un passo da un attacco militare in Siria supportati da Gran Bretagna e Francia, con la Russia chiamata invece a supportare il regime di Assad e ad abbattere, come precisato dall’ambasciatore russo in Libano Alexander Zasypkin, i missili e distruggere le fonti di lancio.

L’Eurocontrol, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, ha già diramato un’allerta a tutte le compagnie aeree chiedendo loro di prestare la dovuta considerazione nel pianificare i voli nel Mediterraneo orientale in vista di possibili bombardamenti aerei in Siria.

Abbiamo intervistato Francesco Strazzari, professore di Relazioni Internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, durante la trasmissione Il Demone del Tardi, condotto da Luigi Ambrosio e Gianmarco Bachi.

USA-Russia vicine allo scontro, titolano così i giornali italiani ed è un titolo che ci fa venire un po’ di brividi. Ma che tipo di scontro sarebbe tra Stati Uniti e Russia se ci fosse davvero?

È innanzitutto di un test di credibilità. Per le potenze lo status, la credibilità, le grandi linee rosse che vengono tracciate in questi giorni sono parte dell’equazione di potere, delle ambizioni egemoniche che ci innestano e si innervano intorno alla Siria e che però poi si propagano fino a un pianeta che è pervaso da tensioni su protezionismo e quant’altro. Dunque gli scenari di guerra, le guerre siriane, in qualche modo sono il punto in cui si avvinghiano tensioni più ampie e però in quel caso hanno una dimensione militare specifica. In primo luogo l’azione di Israele anticipata rispetto a quella ormai sicura degli Stati Uniti ha cercato di guidare tutto sul binario del contenimento dell’Iran, che poi è qualcosa che agli Stati Uniti va bene. Ricordiamo che Mike Pompeo, che è il nuovo Segretario di Stato, è noto per essere un falco in Iran, molto più del suo predecessore Rex Tillerson, che venne licenziato tre settimane fa mentre era in viaggio in Africa.

Ecco perchè poi si scrive Siria, ma si legge Iran. Siamo praticamente a un anno da quell’attacco su una base siriana ordinato da Trump, ma lo scenario è molto diverso rispetto a 12 mesi fa anche nei rapporti con la Russia

Lo è sicuramente. Un po’ c’è questa idea, passata anche tra i membri del Congresso americano, che quell’attacco fu inefficace – addirittura a poche ore da quei 59 missili gli elicotteri e gli aerei di Assad si levarono in volo della stessa base facendo capire che il danno inferto era minimo – e un po’ perchè in realtà sono andate solidificandosi queste linee di crisi e gli Stati Uniti sono quantomai ondivaghi. La linea sposata e annunciata via Twitter da Trump circa un ritiro dalla Siria non era credibile – perchè gli Stati Uniti, ad esempio stavano inviando marines a Manbij tra i curdi, dove avevano sofferto alcune perdite, non si capisce per mano di chi – perchè c’erano già una serie di dossier aperti. Dire “mi ritiro” ha prestato lo spunto ad Assad per testare questa credibilità e vedere quale sarebbe stata la risposta. Con questa mossa Assad, assumendo che ci sia stato l’attacco chimico nelle dimensioni e nelle proporzioni che sono state descritte da più fonti, è servito ad allineare la Russia.
La Russia, che tende sempre ad avere un ruolo di dominus e a non agganciarsi mani e piedi ad Assad nel momento in cui Assad si trova in una situazione di scarsissima legittimità internazionale, adesso con questo attacco è obbligata ad abbracciarlo ancora di più e dunque Assad fa un calcolo cinico che gli torna comodo pagando un prezzo che però lo aiuta.

Che tipo di attacco potrebbe muovere Trump in uno scenario come quello descritto?

Si sta parlando di un attacco massiccio, non solo con Tomahawk. Va capito, ad esempio, se le basi in Turchia saranno utilizzate, non si sa se anche gli inglesi – che hanno mandato più volte aerei a bombardare la Siria dalla loro base cipriota – si aggiungeranno. Molto probabilmente i francesi si aggiungeranno, ieri Macron ha messo in stato d’allerta i Rafale, i suoi jet. I francesi non hanno basi vicine, hanno Gibuti nel Corno d’Africa, ma riescono a rifornirsi in volo e dunque si tratta di capire se si darà più spazio ai missili oppure agli aerei, anche perchè la Siria qualche aereo l’ha tirato giù. I russi hanno tracciato una loro linea molto chiara. Il Cremlino ha dichiarato che risponderanno a un attacco militare soprattutto se ci saranno altri morti russi – dico altri perchè a fine gennaio ne sono morti 200 di mercenari russi che hanno tentato una sortita contro gli Stati Uniti in territori curdi e sono stati annichiliti da una risposta massiccia. Le linee rosse sono tutte pronte per tendere una grande trappola in cui partirebbero poi degli elementi meccanici da cui poi sarebbe difficile tornare indietro dopo che la diplomazia ha fallito miseramente, come ieri sera al Consiglio di Sicurezza ONU.

Chi ha preso alla fine la decisione per questa opzione militare? Siamo nel mondo dell’impulsività di Trump che una settimana prima decide e comunica il disimpegno e la settimana dopo invece reagisce all’attacco chimico oppure la decisione l’ha presa un Pentagono che non ha mai voluto sentir parlare di disimpegno nell’area?

Quando gli americani dicono che il Presidente Trump ha restaurato la competenza strategica degli Stati Uniti dicono in realtà che Trump ha delegato tutto al Pentagono, quindi i militari in qualche modo decidono. E quando i militari fanno la politica estera non è mai una buona notizia in generale. È evidente che un Presidente che sta in Siria malvolentieri e che fece una campagna contro la posizione sull’Iraq si trova intrappolato in una situazione in cui continua ad alzare il tiro e a crearsi buche nelle quali poi deve entrare per non perdere la faccia, e perdere la faccia per una superpotenza è la cosa più grave che possa accadere perchè che gran parte del potere ha a che fare con la coercizione senza il bisogno di utilizzare davvero la forza. Dunque questo è un test molto importante per questa Presidenza e va detto che questa Presidenza segue una linea, quella sulle armi chimiche, che è stata tracciata dalla precedente. Tutto questo filone che ci porta a discutere del fatto che le armi chimiche sembra diventare una routine sui campi di battaglia viene dall’amministrazione Obama e da quei 1300 morti nella Ghouta nel 2013, ma soprattutto da Israele che ha timore che le armi chimiche possano essere utilizzate da truppe sostenute dall’Iran contro sé stesso.

L’ultima domanda riguarda il ruolo che potrebbe avere l’Europa. Una posizione molto esposta di Macron e della Francia, ma gli altri?

La Germania si è allineata, almeno sul piano delle dichiarazioni. Manca completamente l’Italia, che ha un interim di governo. È un po’ strano questo perché da tempo le agenzie battono notizie di politica estera da “fonti di governo”, non si espongono più ministri da ben prima delle elezioni in temi di politica estera. Altri governi non si fanno sentire, anche Bruxelles – intendo dire Mogherini – non stia prendendo posizioni che non siano quelle di ribadire la necessaria cautela e soprattutto la tutela di quel grande perno della stabilità mediorientale che è il patto sul nucleare con l’Iran, qualcosa che l’amministrazione americana vorrebbe smantellare e che invece l’Unione Europa non ha nessuna intenzione di vedere sgretolarsi perchè intorno a quello regge l’equilibrio strategico della regione.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio sabato 08/11 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 08-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve sabato 08/11 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 08-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di sabato 08/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 08-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 07/11/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 07-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Radio Romance di sabato 08/11/2025

    Canzoni d'amore, di desiderio, di malinconia, di emozioni, di batticuore. Il sabato dalle 21.30 con Elisa Graci

    Radio Romance - 08-11-2025

  • PlayStop

    Snippet di sabato 08/11/2025

    Un viaggio musicale, a cura di missinred, attraverso remix, campioni, sample, cover, edit, mash up. Sabato dalle 22:45 alle 23.45 (tranne il primo sabato di ogni mese)

    Snippet - 08-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di sabato 08/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 08-11-2025

  • PlayStop

    Blue Lines di sabato 08/11/2025

    Conduzione musicale a cura di Chawki Senouci

    Blue Lines - 08-11-2025

  • PlayStop

    Il sabato del villaggio di sabato 08/11/2025

    Il sabato del villaggio... una trasmissione totalmente improvvisata ed emozionale. Musica a 360°, viva, legata e slegata dagli accadimenti. Come recita la famosa canzone del fu Giacomo: Questo di sette è il più grandioso giorno, pien di speme e di gioia: di man tristezza e noia recheran l'ore, ed il travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.

    Il sabato del villaggio - 08-11-2025

  • PlayStop

    Senti un po’ di sabato 08/11/2025

    Senti un po’ è un programma della redazione musicale di Radio Popolare, curata e condotta da Niccolò Vecchia, che da vent’anni si occupa di novità musicali su queste frequenze. Ospiti, interviste, minilive, ma anche tanta tanta musica nuova. 50 minuti (circa…) con cui orientarsi tra le ultime uscite italiane e internazionali. Da ascoltare anche in Podcast (e su Spotify con le playlist della settimana). Senti un po’. Una trasmissione di Niccolò Vecchia In onda il sabato dalle 18.30 alle 19.30.

    Senti un po’ - 08-11-2025

  • PlayStop

    Stay human di sabato 08/11/2025

    Ogni sabato, dalle 17.35 alle 18.30, musica, libri e spettacoli che ci aiutano a 'restare umani'. Guida spirituale della trasmissione: Fela.

    Stay human - 08-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di sabato 08/11/2025 - ore 17:00

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 08-11-2025

  • PlayStop

    Radiografia Nera di sabato 08/11/2025

    Radiografia Nera è il programma che racconta le storie di cronaca e banditi che, dal dopoguerra in poi, hanno reso Milano la Chicago d'Italia. Condotto da Matteo Liuzzi e Tommaso Bertelli per la regia di Francesco Tragni.

    Radiografia Nera - 08-11-2025

  • PlayStop

    Psicoradio di sabato 08/11/2025

    Psicoradio, avviata nel 2006 dalla collaborazione tra il Dipartimento di Salute Mentale di Bologna e Arte e Salute Onlus, è una testata radiofonica dedicata alla salute mentale. Include un corso triennale per utenti psichiatrici, guidato dalla prof. Cristina Lasagni, e una programmazione che esplora temi psicologici attraverso vari registri: poetico, informativo, ironico e autobiografico. Psicoradio ha realizzato oltre 220 trasmissioni nazionali, campagne di sensibilizzazione e convegni su temi di salute mentale.

    Psicoradio - 08-11-2025

  • PlayStop

    Highlights di sabato 08/11/2025

    Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York e il calcio ha avuto un ruolo importante nella sua campagna elettorale. È stato uno degli strumenti che gli hanno permesso di rendere più chiara la sua posizione su diverse questioni, a pochi mesi dai Mondiali che nel 2026 si disputeranno anche negli Stati Uniti. Ospite: Valerio Moggia, ideatore e curatore di Pallonate in faccia.

    Highlights - 08-11-2025

  • PlayStop

    Rotoclassica di sabato 08/11/2025

    Benvenuti a Rotoclassica, programma di attualità e di informazione dedicato alla musica classica, che nasce nel 1983 alla fine di una storia della musica iniziata nel lontano 1976, subito dopo la nascita della Radio. Notizie, personaggi, concerti, anniversari, eventi, dischi, libri, film ed altro ancora che danno vita all’universo musicale classico e contemporaneo, dal centro della galassia sino alle sue estreme periferie, con una rinnovata attenzione anche per il dietro le quinte. Ideata da Claudio Ricordi, impaginata e condotta dallo stesso Ricordi e da Carlo Centemeri, si avvale del prezioso contributo di Carlo Lanfossi, Francesca Mulas, Luca Chierici, Margherita Colombo e Emanuele Ferrari che formano attualmente la redazione di musica classica di Radio Popolare. Della storica redazione hanno fatto parte anche Ettore Napoli, Marco Ravasini, Pierfranco Vitale, Luca Gorla, Giulia Calenda, Sebastiano Cognolato, Vittorio Bianchi, Giovanni Chiodi, Michele Coralli, Roberto Festa, Francesco Rossi, Antonio Polignano. Siamo da sempre felici di accogliere qualsiasi tipo di critica, contributo o suggerimento dagli ascoltatori della radio, incluse segnalazioni di notizie, concerti e iniziative.

    Rotoclassica - 08-11-2025

  • PlayStop

    Chassis di sabato 08/11/2025

    con Anna Negri sul documentario “Toni mio padre”; Francesco Fei su “Piero Pelù rumore dentro”; Alessandro Genovesi e Valentina Lodovini regista e interprete di “Una famiglia sottosopra”; Lino Guanciale parla di “Il Commissario Ricciardi”. Estratto dall’incontro con Soahil Dahdal e Rehab Nazzal, vincitori del Nazra Palestine Short Film Festival, nell’auditorium di Radio Popolare (2). Tra le uscite: “Un semplice incidente” di Jafar Panahi; “Siamo in un film di Alberto Sordi?” di Steve Della Casa e Caterina Taricano; “Anemone” di Ronan Day-Lewis.

    Chassis - 08-11-2025

  • PlayStop

    I girasoli di sabato 08/11/2025

    “I Girasoli” è la trasmissione di Radio Popolare dedicata all'arte e alla fotografia, condotta da Tiziana Ricci. Ogni sabato alle 13.15, il programma esplora eventi culturali, offre interviste ai protagonisti dell'arte, e fornisce approfondimenti sui critici e sui giovani talenti. L’obiettivo è rendere accessibile il significato delle opere e valutare la qualità culturale degli eventi, contrastando il proliferare di iniziative di scarso valore e valutando le polemiche sulla politica culturale.

    I girasoli - 08-11-2025

Adesso in diretta