Siamo di fronte alla più intensa accelerata diplomatica dall’inizio della guerra in Ucraina. E dietro questa accelerata c’è Donald Trump.Il presidente americano vuole a tutti i costi mettere fine al conflitto armato che va avanti da quasi quattro anni. Lo hanno confermato diverse fonti vicine a Trump a diversi media americani.Che sia in grado di raggiungere l’obiettivo non è però per nulla scontato.La scorsa settimana la Casa Bianca ha messo in campo un piano che in sostanza riprendeva tutte le richieste della Russia. Non è nemmeno da escludere che il documento sia arrivato direttamente da Mosca.Dopo le proteste di ucraini ed europei e un negoziato tra Stati Uniti e Ucraina il piano è stato rivisto. In questa sua seconda versione però nessuno lo conosce. Non sappiamo se Kyiv abbia ottenuto la cancellazione di tutto quello che non le piaceva, come la cessione di tutto il Donbas, la drastica riduzione del suo esercito, la rinuncia a entrare nella NATO. Zelensky ha detto che ora il piano è un buon punto di partenza e che alcune questioni verranno decise direttamente durante un incontro tra lui e Trump nei prossimi giorni.Il presidente americano, da parte sua, continua a dire che un accordo potrebbe essere vicino.Questo documento è ora stato fatto arrivare anche ai russi. Lo ha confermato il Cremlino, dove la prossima settimana dovrebbe arrivare l’inviato speciale di Trump, Witkoff. Personaggio chiave, sulla cui affidabilità aumentano i dubbi, soprattutto dopo quanto pubblicato da Bloomberg, un audio nel quale Witkoff spiega a un alto funzionario russo come approcciare Trump per ottenere risposte positive.
Come già nei giorni scorsi anche oggi Mosca ha tenuto un profilo piuttosto basso, ma lanciando messaggi espliciti. “Al momento è prematuro dire che siamo vicini a un accordo”, ha detto il portavoce di Putin Peskov. “Alcuni sviluppi sono positivi, ma molti punti del nuovo piano vanno discussi”, ha commentato uno dei consiglieri del Cremlino, Ushakov.L’accelerata di questi giorni è reale. Così come l’intenzione di Trump di fermare la guerra. Tutto vero. Il punto è che nessuno sa cosa deciderà alla fine Putin.Al momento le cose per i russi stanno andando bene. Seppur molto lentamente le truppe sul campo stanno conquistando altro territorio, mentre i bombardamenti stanno mettendo a durissima prova le infrastruttre energetiche. Kyiv è a corto di soldi e uomini da mandare al fronte. E lo stesso Zelensky è alle prese con un grossissimo scandalo per corruzione. Insomma il Cremlino sta vedendo il suo avversario indebolirsi giorno dopo giorno. Tutto il resto, anche in assenza di una scarsa strategia militare, non conta.Difficile in sostanza immaginare che Mosca possa fermare la sua macchina miltare proprio adesso. Perché dovrebbe farlo?Dall’altra parte al momento c’è solo la pressione di Trump. Per quello che sappiamo rischia di non essere sufficiente.


