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Quirinal Party – Tante debolezze che si sommano non fanno una forza

elezioni presidente della repubblica Berlusconi

Lo stallo sul presidente della Repubblica è dato anche dal rischio concreto che l’elezione del nuovo Capo dello Stato porti rapidamente a elezioni anticipate. E sono in pochi in questo momento a volere elezioni anticipate. Questo crea una serie di punti deboli. Il primo è di Berlusconi il quale infatti si affanna a far sapere che se fosse eletto, non scioglierebbe le Camere. Ma il governo Draghi con Berlusconi al Colle sarebbe finito. Quindi il voto sarebbe inevitabile. Mattarella nel suo ultimo discorso alla Nazione lo ha spiegato bene: è la solidità delle istituzioni, quindi il buon rapporto tra Quirinale e Palazzo Chigi, che garantisce continuità.

Anche Draghi al Colle metterebbe a forte rischio la legislatura per ovvii motivi: chiunque lo sostituisca non avrebbe la sua forza persuasiva per tenere unita una maggioranza. E questo è il punto debole del progetto di Enrico Letta. Il segretario del Pd continua a insistere su Draghi, e su un nuovo governo forte. Già ma con chi? Senza contare che nel Pd non lo seguono tutti, c’è Franceschini che lavora nell’ombra, c’è chi vedrebbe bene Giuliano Amato.

Poi c’è il punto debole di Salvini. Anche lui è alle prese con un partito che non lo segue del tutto e anche lui non vuole elezioni anticipate. La sua strategia, dice chi lo conosce, sarebbe quella di andare all’opposizione dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, per spararsi un annetto di campagna elettorale alla Morisi e tentare così di recuperare consensi. Gli serve che la legislatura continui, anche senza la Lega al governo. Quindi, gli serve un presidente non forte ma fortissimo. Tanti punti deboli che si sommano, un gioco che non si risolve.

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  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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