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Su Sky e Now Tv l’attesa reunion di Friends

Friends

«I’ll be there for you», “ci sarò per te” canta la celebre sigla di Friends firmata dai Rembrandts: è quello che fanno gli amici, esserci sempre nel momento del bisogno, e in modo sorprendente la serie stessa si è tenuta fedele al suo motto. Situation comedy “vecchio stile”, girata in multicamera, in studi fissi –principalmente il doppio appartamento del Greenwich Village, e l’accogliente bar Central Perk, davanti a un pubblico dal vivo di cui registrare reazioni e risate, Friends è durata dieci stagioni, sulla NBC, dal 1994 al 2004. Raccontava di sei amici – tre maschi e tre femmine, due tra loro anche fratelli, e nel corso delle tante annate, diversi tra loro anche coppie romantiche – e della loro vita di giovani adulti newyorkesi: soprattutto questioni sentimentali, appuntamenti, relazioni più o meno brevi, ma anche sogni professionali ed esperienze lavorative, e tanto tempo libero passato insieme tra feste, hobby, piccole avventure. Erano davvero tutti e sei protagonisti alla pari, e ognuno dei sei attori portava una specifica tipologia di comicità che, aggiunta al mix, faceva deflagrare l’alchimia perfetta. E proprio come i veri amici, anche quelli di Friends sono rimasti a fare compagnia al pubblico anche dopo la conclusione della serie (il finale fu, per inciso, uno degli episodi più visti della storia della tv americana): i fan della serie non hanno mai smesso di rivedere le puntate, che nel frattempo non hanno mai smesso di essere replicate, su vari canali, in tutto il mondo.

Con l’arrivo delle piattaforme streaming si sono aggiunte nuove generazioni di spettatori che magari negli anni 90 nemmeno erano nati: la Warner Bros. proprietaria dello show, dal 1° gennaio del 2015 ha concesso a Netflix i diritti per una cifra record di circa 120 milioni di dollari, che è andata aumentando ai rinnovi successivi, anche perché Netflix stessa non poteva permettersi di perdere l’esclusiva su quello che era diventato subito uno dei suoi titoli più visti. In Italia Friends è ancora tutta su Netflix, ma negli Stati Uniti l’accordo non è stato confermato perché a maggio 2020 Warner ha lanciato la propria personale piattaforma streaming, HBO Max, e ha fatto tornare all’ovile una delle sue galline dalle uova d’oro. Non solo: ha annunciato quello che quasi tutti i fan (aumentati col tempo) domandavano da anni, e cioè una reunion del cast originale. In questi ultimi anni il fenomeno dei revival di serie storiche ha accumulato numerosi esempi (da X Files a Una mamma per amica, da Pappa e ciccia a Will & Grace); quello di Friends – che era stato inizialmente programmato per un anno fa, ma causa COVID – 19 arriva solo il 27 maggio 2021, anche in Italia, su Sky e Now –non sarà un nuovo episodio o una nuova stagione, ma un lungo speciale documentario, in cui le sei star –Jennifer Aniston, Matthew Perry, Courteney Cox, David Schwimmer, Lisa Kudrow e Matt LeBlanc – si ritrovano nei set del vecchio studio, che sono rimasti inalterati da allora (anche perché nel frattempo sono diventati mete turistiche).

Si siederanno sul divano davanti alla fontana della sigla e chiacchiereranno con il conduttore James Corden e con altri membri ricorrenti del vecchio cast; assisteranno a una sfilata in cui diverse celebrità indosseranno abiti diventati icone dello show; ritorneranno nell’appartamento dalla porta lilla, scopriranno se dalla finestra si vede ancora l’orribile uomo nudo, attraverseranno il pianerottolo per provare le poltrone nella casa di fronte, scenderanno al Central Perk per un caffè. Rileggeranno e rimetteranno in scena qualche momento celebre, rispolvereranno i vecchi tormentoni, si metteranno alla prova a vicenda con un quiz, si emozioneranno ricordando dettagli del dietro le quinte. Ad accompagnarli, una parata di ospiti che va da Lady Gaga a Justin Bieber, da Cindy Crawford a David Beckham. Sarà inevitabilmente un bagno di nostalgia, che difficilmente aggiungerà qualcosa di nuovo – ma d’altronde, anche se in una forma diversa, è proprio qui che risiede il motivo per cui amiamo le sitcom: nel caldo rassicurante di una formula inscalfibile, che ci accoglie, anche a distanza di anni, a braccia aperte, ripetendoci «sono qui per te».

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
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    Niente autorizzazione per “la squadra di rugby del carcere di Livorno, il corso di scrittura nel carcere di Parma, una serie di attività di Ristretti orizzonti nel carcere di Padova…”, così Susanna Marietti coordinatrice nazionale di Antigone (e da 16 anni voce di Jailhouse Rock il lunedì sera su Radio Popolare) racconta i primi effetti del passaggio al Ministero delle richieste di attività trattamentali (laboratori, corsi, formazione) che prima erano nelle disponibilità delle direzioni degli istituti carcerari. Una scelta del Governo che sta ridisegnando il sistema carcerario: “Tassello per tassello si compie la visione di un carcere chiuso, è la stessa idea di carcere che troviamo nel reato di rivolta penitenziaria [che punisce anche le proteste nonviolente, N.d.R.]: stai zitto, obbedisci agli ordini e non rivendicare mai i tuoi diritti”. Nessuna funzione rieducativa. Ascolta l’intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia a Susanna Marietti.

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