Approfondimenti

Stati Uniti in rivolta dopo l’omicidio di George Floyd. Cosa sta succedendo?

Stati Uniti in Rivolta - Black Lives Matter Sacramento

Gli Stati Uniti sono in rivolta ormai da giorni, da quando lunedì scorso si è registrato l’ennesimo omicidio in un cittadino afroamericano, 46enne George Floyd, da parte delle forze dell’ordine durante un arresto.

Da Minneapolis, dove Floyd è stato soffocato da un agente che ora sarà processato per omicidio, le proteste e le rivolte si sono diffuse a macchia d’olio in tutto il Paese. Ne abbiamo parlato oggi col giornalista e documentarista Luca Celada da Los Angeles.

L’intervista di Serena Tarabini a Fino Alle Otto.

In che modo sta vivendo queste giornate la città di Los Angeles?

Los Angeles è passata dal lockdown per la pandemia al coprifuoco, una transizione surreale che sovrappone due crisi senza precedenti. Qui sono da poco passate le 22 e ancora una volta, per il terzo giorno consecutivo, ci sono state varie manifestazioni in diversi quartieri della città. Oggi è stato il turno di Santa Monica e di Long Beach e di nuovo il centro della città. Manifestazioni pacifiche in parte, inizialmente pacifiche, che poi sono degenerate in cariche della polizia, assalti alle vetrine, saccheggi e una specie di battaglia campale che si è riproposta in diverse zone della città.
Tutto questo malgrado da ieri sera fossero presenti in città reparti della Guardia Nazionale chiamati dal sindaco di Los Angeles e dal governatore della California, come in almeno un paio di dozzine di città americane. La situazione è paradossale e non ha precedenti. Gli Stati Uniti sono in fiamme e mentre accade tutto questo, nato dall’assassinio di lunedì scorso di George Floyd a Minneapolis, l’immagine forse più simbolica è stato l’assedio, che si è rinnovato oggi per il terzo giorno consecutivo, della Casa Bianca: una grande folla ha cinto d’assedio la sede del potere presidenziale americano ed è arrivata ad incendiare la garitta della Casa Bianca, mentre il Presidente era apparentemente portato nel bunker di quell’edificio.
Un’immagine che rende un po’ l’idea della situazione fuori controllo e del vuoto che c’è attualmente al vertice di questo Paese: un presidente che ancora non si è proferito ufficialmente, non ha parlato al Paese e si è limitato a spedire i famosi tweet che sono stati infiammatori. Questa in breve è la situazione di questa sera.

Rispetto al passato, a te sembra che questa volta ci sia un elemento in più che faccia pensare ad una durata maggiore delle proteste e conseguenze più gravi?

Assolutamente sì. Chi era qui a Los Angeles per le rivolte del 1992 lo ricorda bene, al quarto giorno c’erano stati già 60 morti. Questa volta, grazie al cielo, ci sono stati due o tre decessi in tutto il Paese, ma rispetto alla scala nazionale è poco. Le rivolte a sfondo razziale negli Stati Uniti hanno una fenomenologia precisa, hanno una radice nel razzismo sistemico e nella disuguaglianza razziale, ma è vero che questa situazione è senz’altro senza precedenti perché si sovrappongono molte cose. Si sovrappone quella tematica prettamente razziale, la violenza tremenda della polizia nei confronti dei cittadini afroamericani. Dal 2015 ci sono stati circa mille morti per polizia all’anno e la grande maggioranza relativa è quella dei cittadini afroamericani, a cui si chiede sottomissione immediata. Quando questa non avviene si passa alla forza letale. Questo è noto. Oggi però lo sfondo è decisamente diverso ed è difficile non individuare nella presidenza di Trump l’elemento dirimente di quello che sta accadendo oggi.
Da un lato c’è una sorta di restaurazione bianca che fa parte della narrazione trumpista e della retorica di questa amministrazione fin dall’inizio. Dall’altro c’è un fenomeno ancora più ampio, la sensazione di un capitalismo che è sempre più instabile e sempre meno capace di supplire alle esigenze reali di un Paese. Tutto questo si è stagliato in maniera molto più chiara di sempre con la crisi del coronavirus. È diventato evidente a tutti che questo tipo di liberismo esasperato, di ideologia dello Stato minimo, era la meno adatta a fare fronte a questo tipo di crisi nazionale che richiedeva, invece, intervento e solidarietà. Ha esasperato le cause sottostanti e quindi quelle sommosse avvengono sullo sfondo di una crisi che ha esasperato quella disuguaglianza che era già abissale, la disuguaglianza economica e sociale. Queste sommosse avvengono sullo sfondo di una società che vede, per esempio, un tasso di mortalità triplo tra gli afroamericani per via del coronavirus.
Questo ha prodotto questo tipo di rigurgito che contiene tutta la rabbia che era evidente anche in altre precedenti sommosse, ma anche di più. E quindi quando si critica, come fa il Presidente, i facinorosi che vogliono solo saccheggiare i negozi non si riconosce che ci sono delle cause precise: il Paese ha 40 milioni di persone che hanno perso il lavoro negli ultimi due mesi e questo conferma che c’è un grande e abissale disagio che serpeggia in questa società e non sembrano intravedersi delle risposte precise.

I democratici come si stanno relazionando con questa protesta?

Si stanno rapportando con molta difficoltà. Mancano i leader, non c’è un leader carismatico delle proteste, manca un Martin Luther King. L’ultima volta che c’era stata una cosa simile, pur se minore, è stato dopo l’assassinio di Martin Luther King, in cui molte città si sono sollevate. Oggi manca una figura di quel tipo. Il vuoto è sì della leadership ufficiale – il Presidente che è scomparso dalla scena – ma anche Biden non si è spinto molto oltre le dichiarazioni di generica solidarietà e di invito alla calma. Ci si chiede, ad esempio, che differenza avrebbe potuto esserci se ci fosse stato un Bernie Sanders, un leader ben più carismatico che sui settori giovanili e multietnici, che sono in gran parte quelli che sono oggi in piazza, aveva un’influenza maggiore. Il Paese è un po’ allo sbando. La gestione della crisi è affidata ai sindaci, ai governatori, ai procuratori locali e agli stessi capi di polizia ed è francamente sorprendente che non ci sia stato un esito peggiore. La situazione non accenna ancora a cambiare e questa rimane una tragica e preoccupante possibilità. Serve una direzione e ancora non si intravede chi la possa imprimere.

Foto dalla pagina Facebook Black Lives Matter Sacramento

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 06/11 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 06-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 06/11 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 06-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 06/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 06-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 06/11/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 06-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Di palo in frasca di venerdì 07/11/2025

    A cura di Marco Piccardi - Ospite in studio Enzo Gentile 1) Penguin Cafè Orchestra, Scherzo and Trio (sigla) 2) Louis Sclavis, Charmes 3) Willem Breuker Kollektief, Hopsa Hopsa 4) Equipe 84, Io ho in mente te 5) Jimi Hendrix, Voodoo Child (Slight Return) 6) Leonard Cohen, I’m Your Man 7) Ludovico Einaudi, Melodia africana 1 8) Dollar Brand (Abdullah Ibrahim), The Pilgrim/Moniebah

    Di palo in frasca - 06-11-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 06/11/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 06-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 06/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 06-11-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 06/11/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 06-11-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 06/11/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 06-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 06/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 06-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 06/11/2025

    1) “Il cessate il fuoco è una bugia”. Dopo un mese dall’accordo, da Gaza ci raccontano una situazione molto diversa dalla pace. Niente cibo, niente acqua e niente sicurezza. (Fatima da Khan Younis) 2) Lo shutdown più lungo della storia degli Stati Uniti. Da domani il traffico aereo verrà tagliato del 10%, e l’incertezza economica impatta sempre più pesantemente sulla vita degli americani. (Roberto Festa) 3) “Ho perso il conto di quanti ne abbiamo accecato”. Un’inchiesta dei giornali francesi Mediapart e Liberation svela comportamenti sadici e violenti della polizia in una manifestazione del 2023 a Sainte-Soline. (Francesco Giorgini) 4) Belem 2025, ultima chiamata. Diario dalla Cop30: le piccole isole del pacifico lottano con l’arma del diritto internazionale per difendere la propria sopravvivenza. (Alice Franchi) 5) World Music. “Fake Line: Sono Levant”, 36 tracce e altrettanti artisti mediorientali in una compilation contro il genocidio a Gaza e i “falsi confini” coloniali (Marcello Lorrai)

    Esteri - 06-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 06/11 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 06-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 06/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 06-11-2025

  • PlayStop

    "Super intramoenia", una nuova pericolosa delibera

    Cosa riguarda la nuova delibera di Regione lombardia che abbiamo presentato nella scorsa puntata di 37e2? In poche parole, è un progressivo aumento di peso del ruolo della sanità integrativa (fondi finanziari, assicurazioni e mutue) nei bilanci degli enti sanitari pubblici, cosa che avrebbe pesanti ripercussioni. L'intervista a Monica Vangi, Segreteria Cgil Lombardia.

    37 e 2 - 06-11-2025

  • PlayStop

    “Una medicina per l’anima”: il trio jazz L’Antidote si racconta in vista del concerto al JazzMi

    “Veniamo da tre paesi diversi, all’inizio non ci capivamo ma abbiamo parlato tramite la musica”. Così racconta il trio L’Antidote, oggi a Volume per suonare due pezzi del suo album di debutto. Arrivano da Libano, Francia e Albania e la loro musica - suonata con pianoforte, violoncello e percussioni - è un ponte tra culture e linguaggi diversi, un viaggio tra Mediterraneo e Medioriente, sonorità jazz, classiche ed elettroniche. Un viaggio “che parla della bellezza che c’è dentro di noi, delle nostre terre e dei nostri popoli”, spiega Rami Khalifé. Un trio d’eccezione atteso a Triennale Milano il 6 Novembre nel cartellone di JazzMi. Ascolta il MiniLive di L’Antidote.

    Clip - 06-11-2025

  • PlayStop

    Il premio Nobel Han Kang a Milano per presentare "il libro bianco"

    "Stasera c'è una bella luna, giusta per parlare del mio libro" ha esordito così Han Kang, Premio Nobel 2024 per la Letteratura, ha incontrato il pubblico del Teatro Dal Verme di Milano in una serata in cui l’attrice Daria Deflorian ha letto alcuni passi tratti dal suo "Il libro bianco", uscito in traduzione italiana per Adelphi. Ascolta un estratto della serata.

    Clip - 06-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 06/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 06-11-2025

Adesso in diretta