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Scuole sicure, siamo molto indietro

Ad Ascoli Piceno oggi si terrà il convegno nazionale per la giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, istituita dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia, che seppellì un’intera classe di una scuola elementare. Fu una tragedia che colpì tutti, ma purtroppo negli anni a seguire non sono stati fatti molti passi avanti per la messa in sicurezza degli istituti scolastici.

I dati dell’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva non sono per niente rassicuranti. Due terzi delle scuole monitorate (150 in dieci Regioni) non possiedono la certificazione di agibilità statica, un documento che attesta le condizioni di sicurezza delle strutture portanti di un edificio, una scuole su tre si trova in zone ad elevata sismicità e soltanto l’8 per cento sarebbe stato progettato secondo la normativa antisismica.

Del resto lo si è visto anche negli ultimi terremoti di quest’anno: quello di Amatrice di fine agosto ha fatto crollare un’intera parte della scuola elementare, da poco erano stati fatti i lavori di manutenzione, opere che non hanno evitato il crollo, fortunatamente senza vittime visto che le scosse sono avvenute di notte.

Il terremoto di quest’anno ha danneggiato moltissime scuole, da poco sono riprese le lezioni nelle quattro regioni colpite, sistemando gli alunni nei container e per molti di loro l’anno scolastico potrebbe continuare così: su 990 ispezioni fatte in Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo il 34 per cento delle scuole risulta inagibile in tutto o in parte.

Il rischio sismico non sembra smuovere più di tanto gli enti locali a effettuare delle verifiche sulla vulnerabilità sismica, con i necessari adeguamenti: una scuola su quattro ha chiesto interventi di tipo strutturale, che in un caso su tre non sono mai stati fatti, nel 24 per cento con molto ritardo, e solo il 14 per cento in maniera tempestiva. Eppure il governo avrebbe promesso che i lavori di messa in sicurezza e di edilizia scolastica dovrebbero stare fuori dal patto di stabilità.

Lo stato dell’agibilità scolastica non è molto confortante, considerando che nelle scuole gli studenti ci passano metà della loro giornata: solo il 35 per cento delle scuole monitorate da Cittadinanzattiva possiede il certificato di agibilità statica, con punte più alte in alcune regioni, la certificazione è assente in oltre il 94 per cento delle scuole valutate in Calabria, e in circa la metà di quelle del Lazio, Sicilia, Sardegna e Campania.

Ma neanche la manutenzione ordinaria funziona perfettamente, nel 15 per cento delle scuole sono state riscontrate lesioni strutturali, in gran parte sulla facciata esterna. Non si contano i distacchi di intonaco, i crolli di solai, controsoffitti, pochi giorni fa l’ultimo caso in una scuola di Palermo dove è crollato una parte del soffitto di un bagno. Negli ultimi tre anni ci sono stati 112 episodi di crolli nelle scuole, un dato omogeneo sia al Nord che al Sud, con studenti in alcuni casi feriti, per fortuna non gravemente. Nel 2008 in un liceo di Rivoli a Torino la caduta del soffitto di una classe uccise uno studente di 17 anni.

Il rapporto cura non solo la situazione della sicurezza, ma anche quella dell’agibilità igienica e l’accesso agli studenti disabili. Esistono scuole dove i locali delle mense, le palestre, le stesse aule sono pulite e senza barriere architettoniche, altre invece dove la situazione è ben diversa, qualche giorno fa in una scuola di Roma e una di Prato hanno segnalato la presenza dei topi. Le palestre e le biblioteche risultano i locali più sporchi. Ormai in molte città non desta più nemmeno sorpresa il fatto che i genitori debbano portare a scuola la carta igienica e il sapone.

L’accesso ai disabili è l’altro punto mancante e che registra aspetti differenti tra Nord e Sud. Un bagno su quattro è inaccessibile e solo il 23 per cento degli edifici scolastici su più piani dispone di un ascensore e quando è presente in una scuola su quattro non funziona. Dai dati del Miur, il 71 per cento delle scuole ha provveduto a rimuovere le barriere architettoniche, il 29 per cento ne è ancora privo: si va dall’eccellenza in Val d’Aosta, Piemonte e Veneto con oltre l’80 per cento, ai dati più sconfortanti dell’Emilia Romagna, Campania, fino a solo il 16 per cento della Calabria.

Il rapporto di Cittadinanzattiva contiene anche delle proposte o meglio delle richieste al governo, di rendere trasparente  i dati relativi all’Anagrafe dell’edilizia scolastica, che avrebbe dovuto essere aggiornata al gennaio 2016 e ancora non lo è, per far sì che siano fruibili ai cittadini e alle associazioni gli atti che riguardano la scuola e i lavori di messa in sicurezza.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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