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“Saranno gli ucraini a decidere quando parlare con i russi”

“Saranno gli ucraini a decidere quando parlare con i russi”. La dichiarazione è del portavoce del governo tedesco, e la tempistica non è casuale. Con l’arrivo dell’inverno il supporto occidentale all’Ucraina non verrà messo in discussione, ma alcuni paesi potrebbero decidere di fare un piccolo passo indietro.

Negli ultimi giorni i media americani hanno fatto uscire alcune notizie importanti per quanto riguarda l’approccio dell’amministrazione Biden alla guerra in Ucraina. Secondo il Washington Post funzionari americani hanno chiesto a Kyiv di dimostrare almeno la volontà di negoziare con la Russia per fermare la guerra.

La Casa Bianca non starebbe mettendo in discussione il suo appoggio – finora quasi 20 miliardi di dollari – ma avrebbe paura che altri governi occidentali e non solo possano abbandonare il supporto incondizionato agli ucraini. Qui peserebbero, comprensibilmente: crisi economica, inflazione, prezzi del cibo, problemi energetici.

Zelensky ha detto più volte che non parlerà con Putin. Nelle scorse settimane ha addirittura firmato un decreto che vieta una trattativa con l’attuale leadership russa. Oggi uno dei suoi consiglieri, Podolyak, lo ha ribadito: “Non è vero che non siamo pronti a trattare, non trattiamo con Putin, che non vuole fare alcuna concessione”.

L’attuale posizione di Kyiv è che prima di ogni negoziato i russi si debbano ritirare da tutto il territorio ucraino, Crimea compresa. Abbiamo citato più volte i dubbi di alcuni governi europei e la loro prudenza quando si è trattato di mandare soldi e armi a Kyiv.

Ma gli americani – stando a quanto riporta sempre il Washington Post – stanno valutando anche la posizione di altri paesi, importanti per gli equilibri globali e con una posizione più distante per quanto riguarda l’invasione russa dell’Ucraina. Per esempio Sud Africa, India e Brasile.

In sostanza l’amministrazione Biden – oltretutto alla vigilia delle elezioni di medio termine, che potrebbero dare ai repubblicani la maggioranza in Congresso, almeno alla Camera – teme che l’alleanza pro-ucraina possa essere indebolita e sta chiedendo a Kyiv di assumere una posizione meno intransigente. Almeno dare l’idea di essere aperta a più opzioni.

Un altro giornale americano, il Wall Street Journal, ha invece scritto che la Casa Bianca, attraverso il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Jack Sullivan, continuerebbe a parlare con Mosca per evitare che il conflitto esca dai confini ucraini.

In sostanza nonostante l’intransigenza ufficiale di Zelensky nessuno vuole e nessuno può escludere che a un certo punto russi e ucraini trovino un punto di incontro. Il momento buono potrebbe forse essere la ripresa di Kherson da parte dell’esercito di Kyiv, è un’ipotesi.

Non dimentichiamo infine che tutto questo potrebbe in un certo modo far comodo a Putin.
Il Cremlino osserva da vicino le elezioni americane e il possibile successo dei repubblicani e allo stesso tempo spera che la crisi economica, così come quella energetica, possano convincere gli europei a fare pressione su Zelensky affinché accetti una trattativa.
Il momento però non è ancora arrivato.

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    Redazione
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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