Approfondimenti

Salvini non è il padrone della Repubblica

Lo sbarco dalla nave Diciotti

Adesso la inarrestabile macchina della propaganda minimizza e punta su nuovi obiettivi.

Salvini se la prende coi 35 Euro e dice che se ne va a Mosca a guardare la finale per ‘gufare contro la Francia’. Di Maio dice che delle esagerazioni di Salvini non gliene frega niente, basta che Mattarella abbia sbloccato la situazione. Troncare e sopire. Fare finta di nulla. Spostare il problema. Ma questa volta non funziona.

Nessun ‘tweet’ ispirato (a proposito: avete letto qualcosa del ministro Toninelli, quello competente su porti e Guardia Costiera?) nessun nuovo nemico contro cui scagliarsi, nessuna narrazione manipolatoria nasconderà la verità. Che si compone di due aspetti. Il primo: il presidente del Consiglio Conte e il Governo tutto hanno fatto una colossare figuraccia, hanno dimostrato di essere incapaci di contenere Salvini e di gestire il semplice sbarco di 67 profughi che sono diventati 67 ostaggi del ministro dell’Interno. Ostaggi i profughi e ostaggio la Nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Alla fine, Conte e il governo si sono fatti commissariare dal Quirinale.

Il secondo e più grave aspetto: Salvini ha tentato di sostituirsi ai magistrati e alla legge. Sono gli organi investigativi e la Procura a indagare sugli eventuali reati. Sono i giudici, nel processo, a stabilire le eventuali colpevolezze. A Salvini che, giova sempre ricordarlo, è il ministro dell’Interno, comanda quindi gli apparati di Polizia, tutto questo non interessava, mentre i 67 profughi se ne stavano in rada su una nave della Guardia Costiera, ostaggi della sua ossessione. A lui interessava una cosa e una soltanto: le manette, le manette, le manette.

Salvini voleva vedere scendere da quella nave quanti più africani possibile con i ferri ai polsi. Trofei da immortalare. Immagini a cui far fare il giro del mondo, da ritwittare, da postare su Facebook, su Instagram, cui aggiungere una didascalia: io il problema dell’immigrazione lo risolvo così. Gli è andata male e ora schiuma rabbia, Salvini, non per i mancati arresti ma per la formidabile occasione propagandistica perduta.

Il presidente della Repubblica è dovuto intervenire per fare rispettare le leggi che regolano l’ordinamento democratico. Mattarella ha incarnato la Realtà e per una volta la Realtà è prevalsa sulla propaganda.
Ma nessun segnale dice che si fermeranno. Salvini se ne frega e che Salvini se ne freghi è grave e pericoloso. Che il presidente Conte e il governo e la maggioranza lo abbiano assecondato fino a ieri sera e si preparino a ricominciare ad assecondarlo da oggi, è altrettanto grave e pericoloso.

Lo sbarco dalla nave Diciotti
Foto di InterSos, scattata su Nave Diciotti durante le operazioni di sbarco
  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 24/11 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 24-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 24/11 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 24-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 24/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 24-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 24/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 24/11/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 24-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 24/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 24-11-2025

  • PlayStop

    TONIA MASTROBUONI - LA PESTE

    TONIA MASTROBUONI - LA PESTE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 24-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di lunedì 24/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di lunedì 24/11/2025

    La COP30 in Brasile era partita con due obiettivi: triplicare i fondi per i paesi in via di sviluppo colpiti dagli effetti del riscaldamento globale e sottoscrivere un percorso per l’uscita dalla dipendenza e dall'uso dei carburanti fossili. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, un risultato su due è stato portato a casa. Ma chi avrebbe potuto fare pressioni per ottenere di più non l’ha fatto: gli USA assenti hanno boicottato, ma anche Cina e India, non pervenute, di fatto mentre una Ue divisa alla fine ha battuto un colpo. resta lo sforzo dei Paesi per raggiungere i loro obiettivi. L'analisi di Sara Milanese e il commento di Eleonora Cogo, responsabile del team Finanza in ECCO, il Think Tank sul cambiamento climatico. L'Europa cambia il piano Trump in almeno tre punti: nessuna concessione territoriale alla Russia prima del cessate-il-fuoco, un esercito per l'ucraina più grande e nessun limite alle sue alleanze, l'uso dei fondi russi congelati in Europa per la ricostruzione (e no al 50% agli USA): sarà un piano digeribile anche per Trump? L'analisi di Federico Baccini, nostro collaboratore da Bruxelles. Infine Luigi Ambrosio inviato a Napoli per le elezioni regionali ci racconta il peso straordinario dell'astensionismo.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 24-11-2025

  • PlayStop

    Rights now di lunedì 24/11/2025

    Viviamo un’epoca in cui la forza e la sopraffazione prevalgono su giustizia e solidarietà. Per questo occuparsi di diritti umani è ancora più importante. La Fondazione Diritti Umani lo fa utilizzando più linguaggi: qui con Rights Now, ogni lunedì alle 8. A cura di Danilo De Biasio. Per suggerimenti: direzione@fondazionedirittiumani.org

    Rights now – Il settimanale della Fondazione Diritti Umani - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di lunedì 24/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 24-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di lunedì 24/11/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 24-11-2025

Adesso in diretta