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“I rigori? Non ho bisogno di richiami”

“I calci di rigore sono un elemento fondamentale nel calcio ma io non ne sono un grande entusiasta”. Lo ha affermato il candidato sindaco di centrosinistra a Milano Giuseppe Sala intervistato da Radio Popolare. Sala ha risposto in questo modo a Matteo Renzi, il quale ieri a Milano, al Barrio’s di don Gino Rigoldi, ha paragonato il voto amministrativo a un calcio di rigore (“Questo è un calcio di rigore e i rigori li puoi soltanto sbagliare”, ha detto il premier).

Una frase che può voler dire che è la lotteria dei rigori o che sbagliare un calcio di rigore è un po’ da fessi. “Non sono la persona che ha bisogno di essere responsabilizzata, mi responsabilizzo da solo”, ha risposto Sala. Questa considerazione del presidente del Consiglio ha dato fastidio al candidato sindaco? “Sulla filosofia del calcio seguo il grande Jorge Valdano (dirigente sportivo argentino, ndr): il calcio è uno sport in cui si confrontano due comunità e a un certo punto diventa una questione di due singoli. Non è molto bello. In questi giorni sta aumentando la tensione ma anche la tranquillità, penso che stiamo facendo le cose per bene, siamo nelle condizioni di poter vincere”, ha aggiunto il candidato del centrosinistra.

A proposito di calcio, Giuseppe Sala non valuta positivamente l’ipotesi che Inter e Milan, le due squadre di Milano, possano essere vendute a imprenditori cinesi. “Non sono entusiasta, diciamolo francamente”, ha spiegato a Radio Popolare. “Queste gestioni rischiano di cambiare ogni due, tre o quattro anni. È difficile immedesimarsi. Capisco che magari abbiano più soldi per la campagna acquisti e vedo che purtroppo questa è una naturale tendenza in tutto il mondo”. L’interista Sala dice di avere “nostalgia dei tempi del mio amico Massimo Moratti, che capisco. In questa fase, come dice lui, di soldi ce ne vogliono talmente tanti che è difficile”.

Sala si è poi speso su periferie e case popolari. Due i concetti chiave espressi durante il Microfono Aperto con gli ascoltatori: “Nelle periferie, bisogna lavorare sulla riqualificazione e per creare luoghi di aggregazione. Non è facile, ma si può fare”. Sulle case popolari ha chiamato invece causa Maroni: “Io mi impegno a sistemare le case del comune in due anni. Chiedo a Maroni di fare lo stesso o di dialogare con il Comune”.

Ascolta la versione integrale del Microfono Aperto

intervista a Giuseppe Sala

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    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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