Approfondimenti

La distanza tra Russia e Occidente sull’Ucraina è sempre più grande

Biden Putin Russia Ucraina (ANSA)

“La Russia può attaccare l’Ucraina quasi senza preavviso. Gli Stati Uniti faranno in ogni caso tutti gli sforzi diplomatici possibili per evitare questo scenario”. Così il segretario di stato americano, Blinken, durante una visita a Kiev. Gli ultimi sviluppi confermano come, nonostante i vari incontri della scorsa settimana, la distanza tra Russia e Occidente sull’Ucraina sia sempre più grande, quasi incolmabile.

In queste ore alcuni analisti russi hanno detto che l’incontro di venerdì prossimo a Ginevra tra Anthony Blinken e Sergej Lavrov sarà l’ultima occasione per rimettere in carreggiata le relazioni tra Mosca e Washington. Tradotto per evitare che il Cremlino decida qualche tipo di operazione militare in Ucraina.
A pochi giorni dagli incontri tra Stati Uniti, NATO e Russia l’amministrazione Biden ha deciso di spedire in Europa il suo segretario di stato. Prima tappa, quella di oggi, a Kiev, dove le dichiarazioni sono state le solite: non possiamo escludere in alcun modo un attacco russo in territorio ucraino. Nei prossimi giorni Blinken sarà prima a Berlino – dove arriveranno anche i ministri degli esteri di Francia e Gran Bretagna – e poi a Ginevra per parlare, come dicevamo, con il suo omologo russo, Lavrov.

Washington ha precisato che Blinken non consegnerà al ministro degli esteri russo alcuna risposta scritta alle richieste avanzate da Mosca a garanzia della sua sicurezza nazionale. Le richieste sono sostanzialmente due: il non ingresso dell’Ucraina nella NATO e un importante alleggerimento delle forze dell’Alleanza Atlantica – uomini e mezzi – nei paesi dell’Europa dell’Est, a partire da quelli che confinano con la Russia, quindi le repubbliche baltiche.

Stati Uniti ed Europa non lo faranno mai, ma anche Putin non è intenzionato a fare passi indietro. L’unica possibilità per evitare che la situazione precipiti è quindi un punto di incontro tra queste due posizioni.
In prospettiva storica l’avvicinamento dell’Europa dell’Est al blocco occidentale, in sostanza l’allargamento a est della NATO, cominciato poco dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ha messo in moto un processo arrivato oggi a un punto per Mosca inaccettabile. A maggior ragione da quando, dal punto di vista dei russi, il governo ucraino non ha rispettato gli accordi sul Donbas – la promessa di una marcata autonomia costituzionale alle regioni russofone dell’est – e ha stretto ulteriormente sui diritti legati alla cultura russa in Ucraina. Da tempo ormai il presidente ucraino Zelensky non è più considerato dal Cremlino un interlocutore affidabile.

Anche alcune mosse occidentali vengono considerate da Putin una provocazione. Non solo le famose esercitazioni militari della NATO ai confini russi o gli accordi di partnership dell’Alleanza Atlantica con Kiev. Ma anche l’arrivo in Ucraina, in queste ultime settimane, di nuove armi e di piccole unità militari speciali provenienti per esempio da Canada e Gran Bretagna.
A prescindere da Mosca l’Ucraina non entrerà mai nella NATO, almeno nel breve e medio periodo, non rispettando tutta una serie di requisiti, ma Putin lo vuole vedere scritto nero su bianco.

La famosa proposta a Ucraina e Georgia del 2008, alla fine della seconda presidenza Bush Jr, l’ingresso nella NATO, non è andata in porto, ma è tra le cause della crisi di oggi, così come il cambio di rotta degli Stati Uniti, ancora prima, negli anni ’90, quando l’amministrazione Clinton decise di non rispettare le promesse occidentali ai sovietici poco prima della dissoluzione dell’URSS sul non allargamento a est della NATO.

Ma c’è un ultimo punto da sottolineare in queste ore. Da settimane si parla della crisi tra Russia e Occidente ma non si parla di Ucraina. La situazione interna – ci torneremo presto – è esplosiva. Nonostante le promesse del presidente Zelensky il livello di corruzione interna è addirittura peggiorato. La divisione est-ovest rimane, e nelle regioni orientali, russofone, molti non vedono Mosca come un nemico. Il potere degli oligarchi è sempre lo stesso. Il sistema giudiziario non è indipendente dalla politica, lo dimostra il processo in corso all’ex-presidente Poroshenko.

Stati Uniti ed Europa usano l’Ucraina come barriera contro la Russia di Putin. Dovrebbero forse aiutarla a risolvere i suoi problemi cronici.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 29/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 29-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 29/12 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 29-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 29/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 29-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Absolute Beginners - ep.1 Irish Invasion

    Negli ultimi tempi l’Irlanda ha invaso le mappe della cultura pop. In particolare la sua scena musicale alternativa, che non sono solo Fontaines DC e Kneecap ma tutta una nuova generazione di band post punk e artisti di colore figli dell’immigrazione, che stanno ridefinendo il concetto stesso di identità irlandese.

    A tempo di parola - 29-12-2025

  • PlayStop

    La conversazione di lunedì 29/12/2025

    Incontri radiofonici con autori, musicisti, giornalisti, personaggi del mondo della radio e della televisione. Il tempo lungo di una conversazione per raccontare storie, biografie, progetti e mondi. Dal lunedì al venerdì, dalle 10.35 alle 11.30 fino al 3 gennaio

    La conversazione - 29-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di lunedì 29/12/2025 - ore 10:00

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 29-12-2025

  • PlayStop

    Radiosveglia di lunedì 29/12/2025

    Radiosveglia è il nostro “contenitore” per l’informazione della mattina. Dalle 7.45 alle 10, i fatti del giorno, (interviste, commenti, servizi), la rassegna stampa, il microfono aperto, i temi d’attualità. E naturalmente la musica. Ogni settimana in onda uno dei giornalisti della nostra redazione

    Radiosveglia – Prima parte - 29-12-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di lunedì 29/12/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 29-12-2025

Adesso in diretta