Approfondimenti

“Ritorno a mafiosità che erano sparite”

Trani

Un milione e 883mila persone se ne sono andate negli ultimi 16 anni. Il dato riguarda il sud Italia ed è stato diffuso oggi dall’associazione Svimez, che si occupa proprio dello studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno d’Italia.

L’organizzazione registra che nel 2016 e nel 2017 il Pil del meridione è cresciuto, ma dice che anche se c’è una ripresa le diseguaglianze si allargano. Tra il 2010 e il 2018 il numero di famiglie in cui tutti i componenti sono disoccupati è quasi raddoppiato.

Radio Popolare ha intervistato Leonardo Palmisano, sociologo di Bari che ha studiato molto l’economia criminale e lo sfruttamento dei lavoratori nel Mezzogiorno:

Nella fotografia così disperante che ci consegna lo Svimez dal 2015 ad oggi non c’è alcun segnale di speranza. È aumentato il numero dei giovani che partono, neanche più per il nord Europa e altri continenti, e chi vive al sud e ha gli occhi un po’ più aperti degli altri si rende conto che c’è una rarefazione di opportunità occupazionali e imprenditoriali e un ritorno a forme di mafiosità diffusa che avevamo visto morire nell’ultimo ventennio. È come se il sud avesse voltato la testa sul suo passato peggiore.

A che forme di mafiosità di riferisce?

Abbiamo avuto una regressione economica molto forte dalla crisi ad oggi, anche in una regione come la Puglia dove l’economia era in qualche misura un po’ più dinamica rispetto al nord. L’infiltrazione mafiosa dentro i settori più dinamici come quello turistico o quello agricolo o dell’agroindustria è stata immediata, favorita probabilmente dai mancati controlli sulla concessione dei finanziamenti pubblici. Questo ha prodotto una rarefazione delle opportunità per chi invece ha voluto investire in modo sano ed è stato sottoposto a ricatto. La minaccia, l’estorsione e il racket non sono rari nel settore turistico o in quello agricolo. Gran parte dei roghi accesi al sud sono roghi dentro ai cantieri o dentro quei campi che appartengono a imprenditori sani che però sono sotto l’oggettivo ricatto del sistema criminale dentro una dinamica mafiosa che vede ormai le mafie in Italia differenziarsi anche per qualità. La ‘ndrangheta che attecchisce al nord è diversa nelle modalità da quella che resta in Calabria, ha una capacità di adattamento ai sistemi tipica delle sostanze gassose, ma produce soffocamento in tutti i luoghi. Nel sud questo è più evidente perchè non ci sono grandi opportunità di altro tipo.

Cosa vuol dire per un territorio in 16 anni veder partire un milione e 880 mila persone di cui la metà giovani?

Significa perdere l’economia universitaria, ad esempio, perchè non abbiamo più gli universitari. Questo significa avere le città che incanutiscono, abbiamo città sempre più piene di vecchi e questo rappresenta anche una spesa sociale. Significa avere pochi luoghi di aggregazione frequentati dai giovani, significa non sentire e non vedere i giovani, ma anche vedere una riduzione costante dello sviluppo di idee nuove. Anche nel sistema di impresa sono davvero pochissimi quei giovani che rimangono e che ci provano. Manca anche l’elemento del confronto: le operazioni di coworking al sud stanno fallendo perchè c’è una rarefazione delle persone, non soltanto delle opportunità. È difficile confrontarsi. Per giovani intendiamo il giovane all’italiana, non soltanto i 25enni, ma anche i 35-40enni, ci metto anche fino a 50 anni, perchè è difficile uscire dal precariato. O meglio, al sud non lo consideriamo più una forma di precariato. Siamo poco al di sopra della soglia di sopravvivenza e questo è come un ritorno: ci sembra di essere tornati a quella dimensione di povertà che hanno vissuto i nostri nonni, che però uscivano da una guerra, non da una crisi economica e morale, e avevano di fronte una prospettiva di apertura economica. Noi adesso non abbiamo questo. È completamente inedito.

Lo Svimez registra un aumento del Pil al sud negli ultimi due anni, ma segnala anche un allargamento delle disuguaglianze. C’è un dato impressionante che è quello, negli ultimi otto anni, del raddoppio delle famiglie in cui tutti i componenti sono disoccupati.

Questo perchè il sud produce super ricchi. Anche il sud produce super ricchi che alloggiano sempre più in zone residenziali o in grandissime masserie. Alcuni di questi hanno anche fatto delle carriere strepitose giovandosi in modo molto oscuro, quando non criminale, di finanziamenti pubblici. L’aumento del Pil al sud è il meno distribuito d’Europa e produce povertà. La relazione non è soltanto aumenta il Pil, è poco distribuito e quindi c’è una forte concentrazione di ricchezza. Ma quell’aumento del Pil, penso all’agricoltura dove vengono sfruttati a nero i lavoratori, produce povertà. Una povertà che non viene adeguatamente compensata dalle misure di welfare e che non viene stoppata da iniziative politiche di carattere regionale, come quelle di carattere reddituale, anche perchè è una povertà da lavoro. Questo è l’altro paradosso: non è una povertà soltanto da disoccupazione, è una povertà da lavoro. Si lavora per contribuire all’arricchimento di pochissimi e questo sta producendo anche forme di rabbia. Ci sono dei giovani che reagiscono organizzandosi in forme microcriminali. Sembra un po’ di assiste alla Chicago degli anni ’10 o degli anni ’20, quando i figli della primissima generazione di italiani, di fronte all’impossibilità di ascendere nella scala sociale, si organizzavano con il racket o cose di questo tipo. Altri si mettono al servizio dei sistemi criminali che hanno fatto un salto di qualità e hanno da investire miliardi di euro. Parliamo di casati che non possono essere scalati dalle baby gang o da forme di gangsterismo urbano, ma che possono garantire un reddito. Dall’altra parte abbiamo uno stuolo di disoccupati, di figure che stanno lì che aspettano non si sa bene cosa.

Trani

RIASCOLTA L’INTERVISTA

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 26/11 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 26-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 26/11 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 26-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 26/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 26/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 11:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Il Maestro, caduta e rinascita di un ex divo del tennis nella Roma degli anni ‘80

    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di mercoledì 26/11/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cpr: le responsabilità dei medici

    Quali sono i criteri attraverso i quali viene data o viene negata l’idoneità sanitaria all’ingresso e alla permanenza di soggetti immigrati nei CPR, Centri di Permanenza per i Rimpatri? Nicola Cocco, medico della Rete Mai più lager - No ai Cpr, ci racconta il caso di un cittadino palestinese ricoverato più volte per gravi atti di autolesionismo eppure dichiarato idoneo alla detenzione.

    37 e 2 - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 10:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 26/11/2025

    Alessandra Maiorino, Vice capogruppo dei M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili, ragiona sullo stop alla legge bipartisan in materia di "consenso" rallentata, non a torto secondo la senatrice, dalla presidente della commissione giustizia. Il consenso necessario e cosa manca per attivare una cultura del consenso nell'analisi di Non una di Meno e di una delle sue portavoce. "Una prigione romantica. La rappresentazione della coppia come strumento di controllo" il nuovo libro di Giuseppe Mazza, per Prospero Editore, racconta attraverso campagne, poster, slogan della pubblicità uno dei dispositivi patriarcali ancora oggi più attivi: il romanticismo. E ne traccia le trasformazioni. Elena Mistrello, fumettista e autrice, tra i tanti album anche di Tracciato Palestina e di Sindrome Italia, appena pubblicato in Francia, invitata a Toulouse a un festival è stata respinta all’atterraggio perché “pericolo per l’ordine pubblico in Francia”. Senza provvedimenti giudiziari a suo carico, senza avvocato o spiegazioni. Un caso da sollevare.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 26-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 26/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 26/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di mercoledì 26/11/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 26-11-2025

Adesso in diretta