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L’ennesimo rogo nel Pavese

L’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha comunicato che l’emergenza ambientale nella zona di Corteolona, in provincia di Pavia, è rientrata, ma per avere certezza di quali sostanze siano andate bruciate si attendono i risultati dei campioni prelevati. Intanto, per precauzione, i sindaci dei paesi interessati chiedono ai residenti di tenere chiuse le finestre e di non consumare verdure del proprio orto.

Abbiamo intervistato il sindaco di Corteolona Angelo Della Valle.

Si sa già se la nube che si è sviluppata in seguito all’incendio è tossica?

“Arpa ha posizionato una centralina in un punto dove si è sprigionata la nube più grande. I risultati di questi rilevamenti arriveranno lunedì. Dalle centraline fisse già presenti nei dintorni non risultano variazioni nella qualità dell’aria”.

 Dove è avvenuto l’incendio?

“In un capannone in disuso di 2.000 mq con dentro del materiale, ma non si sapeva che materiale fosse. Erano stati avvisati gli enti preposti ed erano in corso dei controlli”.

Chi avevate avvisato?

“La locale stazione dei carabinieri”

Perché i vicini vedevano camion andare e venire, giusto?

“Gli abitanti dicevano che c’era del movimento”.

Nel Pavese è l’ennesimo incendio di magazzini di stoccaggio di rifiuti. Non c’è ancora la conferma, ma anche in questo caso le fiamme potrebbero essere dolose. Gli ambientalisti sono preoccupati da tempo. In quella zona c’è un vero e proprio “Triangolo della diossina”, con tante imprese che si occupano di rifiuti, ma pochi controlli e molti interessi della criminalità organizzata.

Gaspare Amari è presidente di Legambiente Lomellina.

“Qui la situazione sta diventando non dico come la Terra dei Fuochi ma qualcosa di molto simile. I frequenti incendi nel Pavese, come quello dello scorso settembre a Mortara, ci dicono che esiste una rete illegale di smaltimento dei rifiuti. Recentemente anche la Commissione antimafia è venuta a fare un sopralluogo in seguito al quale ha allertato i magistrati. Purtroppo sono state individuate delle correlazioni tra esponenti della criminalità organizzata e imprenditori già compromessi anche in passato”.

Siamo di fronte a una serie di incendi dolosi fatti per cancellare le tracce dei rifiuti illegali?

“Esatto, è così. Vengono appiccati anche per eludere i controlli”.

 

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    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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