Approfondimenti

Richard Stern, come dirsi addio

Come se Cechov avesse scritto Lolita, disse Philip Roth in una recensione al libro di Richard Stern, Le figlie degli altri, pubblicato una prima volta nel 1973.

Non è proprio la stessa cosa, ma rende in qualche modo l’idea e soprattutto – come si legge nelle sei pagine di introduzione di Philiph Roth a questa edizione, scritte dopo la morte di Stern avvenuta nel 2013 – si capisce parecchio dell’amicizia che ha legato i due scrittori.

Tra di loro cinque anni di differenza d’età, Stern più vecchio di Roth, il quale ricorda che quando era poco più che ventenne, seduto con Stern al tavolino di un bar, raccontò all’amico una sua avventura con una ragazza, figlia di un prospero commerciante ebreo. Per divertirlo ne sottolineò gli aspetti più crudi e umoristici e alla fine Stern gli disse: “Devi assolutamente scrivere questa storia.”

Roth accettò il consiglio. E così nacque Addio Columbus, racconto confluito poi nel celebre Il lamento di Portnoy. Cosa di non lieve importanza, visto che come lui stesso dice, prima aveva un’idea di letteratura alla Conrad, Faulkner, Dostoevskij, cosa non proprio nelle sue corde, e grazie all’amico – che poi sarebbe stato l’amico di una vita – trovò a quanto pare la sua voce e la sua strada.

Ma veniamo a Le figlie degli altri, romanzo ora uscito in italiano, che proprio Philip Roth considera il migliore lavoro di Stern, il suo capolavoro.

Banalmente, verrebbe da dire che qui si parla di un divorzio. Ma è più giusto forse precisare che racconta il lungo e tormentoso addio di un uomo alla propria famiglia. L’abbandono delle cose amate per lungo tempo dal protagonista, sposato da vent’anni, con quattro figli – il più grande quasi indipendente, l’ultimo di sei anni – che abita in una vecchia villa che è stata dei suoi per generazioni, collocata in uno dei migliori quartieri residenziali della città, vicino all’università in cui insegna.

E che università! Il quarantenne professore Merriwether è docente di fisiologia ad Harvard. In tranquillità divide le sue ore tra il suo studio in casa, le aule universitarie, i colleghi, i vicini di casa e gli amici di una vita. Studi appassionati, buone maniere, vini d’annata, e una casa che funziona bene anche se non alla perfezione, grazie ad una moglie intelligente, che ha rinunciato ad esercitare i suoi talenti in campi più ambiziosi per fare la madre e condurre la vecchia grande casa dai molti acciacchi.

C’è un neo: da qualche anno il sesso tra marito e moglie si è indebolito fino a cessare del tutto. Ma il professore non è tipo da cercare soddisfazioni altrove e il tran tran sembra destinato a proseguire pur con qualche punzecchiatura della donna nelle loro conversazioni.

Senonché, compare una studentessa di Cambridge, una di quelle ragazze anni Sessanta che pensa che se una cosa ti piace basta allungare la mano. Più che attraente uno schianto, Cyntia da qualche parte ha un genitore di parecchia grana e, pillole in tasca, è abituata a passare da un ragazzo e all’altro. Il maturo professore la colpisce e tanto fa che alla fine Merriwether cede.

Il sesso, fresco, impetuoso, vitale, risulta per lui sconvolgente. E benché non lo abbia voluto e programmato, le cose scivolano verso l’ineluttabile divorzio. La vecchia coppia sarà sostituita da una nuova. Non sto rivelando poco opportunamente il finale, perché l’informazione viene data già dalla prima pagina.

Nell’America di allora come nella nostra contemporaneità, la cosa non fa più notizia, ma che si trasforma un vero inferno nell’esistenza dei singoli che ne vengono coinvolti.

Questo nel rendiconto puntuale di Stern.

Tanti i dettagli anche sulla vita professionale del fisiologo: la ricerca, la scienza, le scoperte, la fama afferrata oppure sfumata, le rivalità, i convegni internazionali. Ma soprattutto il percorso dell’abbandono delle cose care. Dovrà lasciare la villa spaziosa dai vecchi mobili con giardino tutto intorno: dovrà essere venduta e sostituita da due semplici appartamenti, uno per la moglie e i figli, uno per sé, fatto che il professore cerca di rinviare il più possibile.

Di più e peggio, c’è la necessità di dover comunicare l’imminente divorzio ai figli piccoli, cosa che lui non vorrebbe mai affrontare. Umorismo e dramma, comicità e rovina. La forza del romanzo sta nella prima e nell’ultima parte. La prima in cui si allestisce la vicenda, con la moglie che in una scena vediamo restia a far rinnovare la fodera di una poltrona vetusta nonostante le sollecitazioni del marito, e il professore che in classe fa una lezione sull’amore in quanto attività meramente fisiologica con gli impulsi fisici che “passano dal terzo e quarto segmento sacrale del midollo spinale”.

E l’ultima parte di Le figlie degli altri, quella vera e propria degli addii, con la toccante rivelazione al più piccolo che il padre non starà più con loro. Se le sue parole rientrano per certi versi nel canone delle giustificazioni scontate, Stern riesce però a trasmettere il dolore muto del figlio minore. Meno interessante la storia erotico-sentimentale con la studentessa – pochi in letteratura sanno essere all’altezza del difficile compito, e in questo Stern non eccelle, benché alla fine questo risulti essere un romanzo più che buono nel rendere ciò che passo passo un uomo prova quando si accinge a compiere il distacco definitivo.

Non tanti lo hanno saputo fare. Ricordiamo, a proposito del perno del romanzo, un altro, più breve – cento pagine – più febbrile e più vicino ai nostri anni, e altrettanto riuscito, Nell’intimità di Hanif Kureishi.

In questi due, dunque, il punto di vista maschile. Se vogliamo quello femminile, citerei Una vita spezzata di Simone De Beauvoir e I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante.

 

 

Richard Stern

Le figlie degli altri

Traduzione Vincenzo Mantovani

Calabuig 2015, 300 pagine, 15 euro

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 25/11 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 25-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 25/11 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 25-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 25/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 25/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 25-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica come atto terapeutico: il nuovo album di Marco Giudici

    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Le comedians contro la violenza sulle donne al Teatro Lirico di Milano

    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 25/11/2025

    Celebriamo la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne con una selezione musicale quasi esclusivamente al femminile, tra novità degli ultimi giorni e brani più storici. Nella seconda parte Corrado Nuccini ci parla di Solido Festivalino di Ferrara, che andrà in scena questo weekend, e ospitiamo Marco Giudici che ci racconta e suona alcuni pezzi del suo nuovo album "Trovarsi soli all'improvviso".

    Volume - 25-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 25/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 25-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 25/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 25-11-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 25/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza sulle Donne 2025, con Mary Sarnataro e le altre comedians che partecipano alla serata "Zitte, mai!" al Teatro Lirico di Milano; lo spettacolo "Gierrilla Girl - L'arte di comportarsi male" al PIM Off, di Angela Antonini e Rita Frongia; Elena C. Patacchini firma la drammaturgia di "Bovary" al Teatro Litta, per la regia di Stefano Cordella; Luisa Nanninpieri intervista varie voci sull'agitazione di autori ed editori di fumetti in merito al celebre Festival del Fumetto di Angoulême...

    Cult - 25-11-2025

  • PlayStop

    Violenza: riprendersi il potere sulla propria vita

    Nel giorno mondiale contro la violenza sulle donne, raccontiamo con Cristina Carelli, presidente di D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, i centri antiviolenza, oltre 110 in Italia con differenze però tra Nord e Sud, con quasi 4mila operatrici in stragrande maggioranza volontarie e quasi 30mila donne “ascoltate” all’anno. “Siamo realtà aperte e sempre presenti, le donne arrivano da noi spesso senza appuntamento e si rivolgono a noi quasi sempre liberamente - spiega Carelli - perché il presupposto del nostro intervento è la libertà di scelta della donna, lo sottolineiamo perché è in corso un tentativo di trasformarci in realtà di servizio e per imporre alle donne dei percorsi standardizzati, più istituzionali e di sistema, e non costruiti per ciascuna partendo dal consenso e dalla libera scelta di ogni donna”. Sottofinanziamento, soluzioni solo punitive, negazione della dimensione politica e culturale della prevenzione, la frontiera è sempre la società. Se sono le famiglie a decidere cosa è giusto o meno per l’educazione sessuale, stiamo riproponendo il problema. “Chiediamo al governo di essere coerente: bisogna lavorare sul fronte della cultura e della prevenzione”. La violenza non è solo un atto individuale, ma è resa possibile da scelte politiche e culturali che limitano la libertà delle donne, scrive Di.Re nella campagna “Tutto nella norma” che potete trovare sul sito: direcontrolaviolenza.it

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 25/11/2025

    Pubblica si occupa di violenza maschile contro le donne. Oggi è il 25 novembre, giornata internazionale dell’ONU per l’eliminazione della violenza di genere. Con la presidente di UN (United Nations) Women Italy, Darya Majidi. E con Barbara Leda Kenny, antropologa, coordinatrice della Fondazione Brodolini, curatrice del sito Ingenere.it

    Pubblica - 25-11-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 25/11/2025

    Il piano di pace americano sull’Ucraina. Le nuove minacce dell’amministrazione Trump al diritto di espressione. Le dimissioni di Marjorie Taylor Greene e il malcontento diffuso nel movimento MAGA. A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 25-11-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 25/11/2025

    Il piano di pace americano sull’Ucraina. Le nuove minacce dell’amministrazione Trump al diritto di espressione. Le dimissioni di Marjorie Taylor Greene e il malcontento diffuso nel movimento MAGA. A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello.

    A come America - 25-11-2025

  • PlayStop

    GIULIANO PAVONE - LIMBO

    GIULIANO PAVONE - LIMBO - presentato da Barbara Sorrentini

    Note dell’autore - 25-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 25/11/2025

    Valeria Valente, senatrice PD, componente della Bicamerale femminicidio, annuncia l'approvazione del ddl sulla introduzione del reato di "femminicidio" alla Camera in seconda lettura e l'avvio al Senato della discussione sul disegno di legge cosiddetto "sul consenso". Cristina Carelli, presidente di D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, ci racconta l'attività, il bisogno, la necessaria libertà e il necessario rispetto per accompagnare le donne vittime di violenza, che si pratica negli oltre 110 centri con quasi 4mila operatrici di stragrande maggioranza volontarie nel 2204 per quasi 30mila donne. Un lavoro da sostenere e conoscere. Luca Parena ci racconta la fiaccolata al Corvetto per ricordare Ramy El Gamel morto un anno fa dopo un inseguimento dei carabinieri, la rabbia delle seconde generazioni e la targa dedicata da un ragazzo del quartiere. Alessandro Braga da Padova racconta la vittoria del "Doge" Zaia con 200mila voti e il suo destino nella Lega tra territorio e aspirazioni nazionali.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 25-11-2025

Adesso in diretta