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La morte di sette cooperanti a Gaza, l’immobilità del governo sul caso Salis e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 2 aprile 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nonostante le decine di migliaia di morti palestinesi nella guerra Israeliana contro Gaza, le diplomazie occidentali si muovono solo ora, dopo che un bombardamento dell’esercito di Netanyahu ha colpito un convoglio di una ong statunitense uccidendo sette persone; il governo italiano resta immobile e subisce apparentemente senza reagire l’arroganza ungherese sul caso Salis; domani in Parlamento mozioni di sfiducia contro Salvini e Santanché senza possibilità di passare; quattro parlamentari del PD sono stati ammessi parte civile al processo che vede imputato per rivelazione di segreto d’ufficio il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. 

La morte di sette cooperanti sotto le bombe israeliane

Il governo statunitense e quello britannico chiedono indagini rapide e imparziali sull’attacco in cui sono stati uccisi sette membri di un’organizzazione umanitaria con base a Washington, World Central Kitchen. Sei di queste persone non erano palestinesi: tre venivano dal Regno Unito, dove è stato anche convocato l’ambasciatore israeliano, una dalla Polonia, una dall’Australia e una aveva doppia cittadinanza statunitense e canadese. La loro morte è avvenuta nell’ennesima strage di una guerra catastrofica, e di cui non si vede la fine. Il servizio di Andrea Monti:

Un titolo del quotidiano israeliano Haaretz rende l’idea della follia in corso da mesi a Gaza. “Un drone dell’esercito ha bombardato per tre volte il convoglio di World Central Kitchen, puntando a un membro armato di Hamas che non era lì”. Secondo la ricostruzione pubblicata dalla testata, l’unità militare responsabile della sicurezza di quella zona avrebbe identificato un uomo armato su un camion di aiuti, che viaggiava insieme alle tre macchine che trasportavano le vittime. Il convoglio avrebbe raggiunto un magazzino e il tir sarebbe rimasto lì insieme all’uomo armato, mentre le auto sarebbero ripartite. Lungo il percorso – concordato con l’esercito – è avvenuto l’attacco, con tre missili che secondo Haaretz sarebbero stati sparati in momenti diversi: tra uno e l’altro le persone sopravvissute avrebbero avuto il tempo di spostarsi da una macchina all’altra e addirittura di contattare l’esercito per denunciare quello che stava succedendo. World Central Kitchen è l’organizzazione che insieme a Open Arms aveva portato aiuti via mare a Gaza, aiuti che in parte in queste ore stanno tornando indietro a Cipro: la ong statunitense ha annunciato la sospensione della sua attività nella Striscia. Il fatto che sia stato attaccato un gruppo umanitario, che siano coinvolti cittadini britannici e degli Stati Uniti e che siano diventate pubbliche le foto dei loro volti dà alla strage una dimensione mediatica e politica diversa rispetto ai molti altri massacri avvenuti in questi mesi, tanto che il primo ministro israeliano Netanyahu ha ammesso che è stata colpita “gente innocente”, pur dicendo che è stato fatto “senza intenzione”. Le reazioni occidentali nel complesso sono state un po’ più dure di altre volte. La guerra però continua e altri fatti gravissimi, come il massacro di palestinesi che cercavano di procurarsi della farina avvenuto a fine febbraio, non hanno portato a un vero cambiamento, a fermare la guerra. Le reazioni di queste ore fanno comunque pensare che anche stavolta sarà così.

Dalle Nazioni unite un portavoce ha definito la strage delle scorse ore “il risultato inevitabile del modo in cui questa guerra viene portata avanti”. Un ennesimo allarme umanitario oggi è arrivato da Save the children, secondo cui nel nord di Gaza un terzo dei bambini sotto i due anni soffre di deperimento, la forma più grave di malnutrizione. L’organizzazione umanitaria sottolinea che gli attacchi di questi mesi hanno messo fuori uso 26 dei 36 ospedali della Striscia, con casi clamorosi come quello di Al-Shifa, al centro dell’attenzione nei giorni scorsi. Angelo Stefanini è stato direttore dell’Oms per i Territori occupati palestinesi, ha frequentato Gaza per oltre 20 anni ed è ancora in contatto con persone nella Striscia.

Un altro fatto centrale delle ultime ore legato alla guerra di Gaza è il bombardamento sull’ambasciata iraniana a Damasco, in Siria, attribuito a Israele. Stasera se ne parlerà al consiglio di sicurezza dell’Onu, mentre dal regime di Teheran arrivano minacce: “Israele sarà punito” ha detto la guida suprema Ali Khamenei.

Caso Salis: l’Italia trattata a pesci in faccia dal governo ungherese

Il governo ungherese ha deciso di fregarsene di qualsiasi azione nei confronti di Ilaria Salis e ribadisce la linea dura sull’italiana detenuta a Budapest.

“Nessuna richiesta diretta da parte del governo italiano (o di qualsiasi altro importante mezzo di informazione) al governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis – ha scritto il portavoce del governo ungherese – perché il governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali”.

In realtà da parte del governo italiano non c’è stata alcuna pressione anzi, anche oggi da parte di Meloni c’è silenzio. 

Sabato scorso si era mosso invece il Presidente della Repubblica Mattarella il quale, rispondendo al padre di Ilaria Salis, aveva affermato che avrebbe fatto il possibile in relazione alle condizioni di detenzione.

Affranto oggi, dopo le parole del rappresentante di Budapest, il padre di Ilaria: “Il processo è già stato fatto, il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze” è stato il  commento di Roberto Salis.

 

Mozioni di sfiducia (simboliche) in vista per Salvini e Santanché

Domani ci saranno in Parlamento le mozioni di sfiducia nei confronti dei ministri Santanché e Salvini. Zero possibilità che passino, ovviamente. Oggi in ogni caso la Lega si è preoccupata di difendere il suo segretario affermando che il contratto di collaborazione con Russia Unita, il partito di Putin, non sia più valido. Le opposizioni chiedono le dimissioni di Salvini perché lo accusano di collusione con la Russia. 

“I propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita non hanno più valore dopo l’invasione dell’Ucraina. Di più: anche negli anni precedenti non c’erano state iniziative comuni” scrive oggi la Lega.

Ma si tratta di affermazioni che non sono supportate da alcun documento ufficiale di rescissione del contratto che prevede lo scambio di informazioni politico istituzionali e il tacito rinnovo a ogni scadenza. 

Stefano Vergine, assieme a Giovanni Tizian è l’autore della inchiesta sul Metropol, ossia sui presunti finanziamenti occulti del Cremlino alla Lega

 

Al processo Delmastro ammessi come parte civile i deputati vittime di dossieraggio

Quattro parlamentari del PD sono stati ammessi parte civile al processo che vede imputato per rivelazione di segreto d’ufficio il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. 

Secondo l’accusa, Delmastro avrebbe passato a Giovanni Donzelli, in maniera illegale, la documentazione che provava come i 4 parlamentari fossero andati in carcere a trovare l’anarchico Alfredo Cospito, allora in sciopero della fame contro il 41bis. Donzelli aveva poi montato una violenta campagna politico mediatica.

foto | Un fermo immagine tratto da un video mostra i passaporti di tre degli operatori umanitari della ong statunitense World Central Kitchen che hanno perso la vita a Gaza, 2 aprile 2024. ANSA

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    Emergency a Gaza opera in coordinamento con le altre organizzazioni umanitarie internazionali e con due suoi ospedali di medicina di base e di emergenza. Stamani a "Presto Presto" Claudio Jampaglia e Cinzia Poli hanno raggiunto Giorgio Monti, Coordinatore delle attività mediche della Ong a Gaza che ci ha raccontato il secondo giorno di ripresa dei bombardamenti israeliani, le condizioni drammatiche di salute della popolazione, le evacuazioni dal Nord della Striscia e di come anche i sanitari internazionali in questo momento non possano muoversi liberamente.

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    Non solo droni, bombe e carri armati. Non solo piani von der Leyen. Ieri a Bruxelles, in una commissione del parlamento europeo, si è tenuto un simposio sulle politiche fiscali. Discussa una proposta per l’equità: basterebbe tassare con un aliquota del 3% i ricchi oltre i 100 milioni per ottenere un gettito di 120 miliardi di euro. Un’operazione di equità fiscale che potrebbe finanziare la spesa sociale. Ospite l'economista ed eurodeputato del M5S Pasquale Trìdico, che ha seguito il simposio di Bruxelles. Di politiche sociali, in questo caso del governo Meloni, ha parlato a Pubblica la sociologa del lavoro Giustina Orientale Caputo. Secondo l'Istat, il governo Meloni con i suoi provvedimenti ha contribuito a far aumentare le disuguaglianze in Italia. A partire dalla cancellazione del reddito di cittadinanza. In alcuni casi, come il taglio dell'Irpef e gli sconti sui contributi, le politiche del governo hanno addirittura favorito i più ricchi.

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