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Lo scontro tra Europa e case automobilistiche sul piano anti emissioni, i dati che smentiscono gli slogan politici e le altre notizie della giornata

Inquinamento - Blocco del traffico

 

Il racconto della giornata di venerdì 16 luglio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il primo rapporto dell’istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche conferma le tendenze rilevate da Inps e Istat, e smentisce alcuni slogan liberisti fatti propri dalla politica, è già partito il pressing per far fallire il piano energetico anti emissioni dell’Unione europea, Secondo il Cts è assolutamente necessario dare la priorità alla didattica in presenza. Infine l’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia.

Europa e case automobilistiche si scontrano sul piano anti emissioni

( di Alessandro Principe)

E intanto è già partito il pressing per far fallire il piano energetico anti emissioni dell’Unione europea….

Le case automobilistiche, le linee aeree e l’industria pesante hanno criticato il piano della Commissione Ue per dimezzare le emissioni entro il 2030, dicendo che mette a rischio gli investimenti e l’innovazione, scrive il Financial Times. Poche ore dopo l’annuncio del piano anti emissioni, numerose aziende e associazioni di settore si stavano già preparando a fare pressione sui governi affinché lo rifiutino, scrive il quotidiano, aggiungendo che questo “significa che la Commissione deve prepararsi a una dura battaglia nel negoziato con gli Stati”. Ad alzare la voce è stata soprattutto l’industria automobilistica criticando l’introduzione di regole più stringenti sulle emissioni, incluso l’obbligo di azzerarle entro il 2030 per i nuovi modelli. La lobby tedesca dei produttori di auto ha detto che le misure sono “anti-innovazione” e “quasi impossibili da raggiungere”, anche se Volkswagen, che sta investendo 35 miliardi di dollari in auto elettriche, ha accolto con favore il piano. Anche l’industria dell’aviazione non ha lesinato critiche avvertendo che la tassa sul kerosone costituirebbe uno svantaggio per l’Europa e renderebbe i viaggi più costosi per i passeggeri. Al coro di lamentele si sono aggiunte anche l’industria del cemento, dell’acciaio, dei fertilizzanti e dell’alluminio preoccupate per l’eliminazione graduale entro il 2036 dei crediti sulle emissioni di carbonio.

Non è vero che la flessibilità crea occupazione, i dati smentiscono gli slogan politici

( di Massimo Alberti)

Il primo rapporto dell’istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche conferma le tendenze rilevate da Inps e Istat, e smentisce alcuni slogan liberisti fatti propri dalla politica, dalla Lega al PD. Il primo: non è vero che la flessibilità crei occupazione. Negli ultimi 10 anni i contratti a tempo (che raramente arrivano a 12 mesi) sono cresciuti del 36,3%, ma hanno inciso per solo l’1,4% sull’occupazione complessiva. A fronte di questi dati sembra incredibile la proposta del PD di togliere i vincoli ai contratti a tempo passata col decreto sostegni. Il secondo: non è vero che l’aumento dei salari dipenda dall’aumento della produttività. A fronte di una crescita seppur debole di produttività del lavoro, le retribuzioni hanno subito una marcata contrazione. La conseguenza? Un peggioramento persistente della distribuzione funzionale del reddito, scrive Inapp, dove la flessibilità ha prodotto precarietà e peggioramento dei salariali. Meno tutele, e meno soldi. E questa redistribuzione al contrario, dove le scelte politiche spostano profitti dalle tasche di chi lavora a quelle degli imprenditori, sta proseguendo anche nei primi mesi del 2021, dove con la ripresa post covid tutti gli indicatori di crescita per le imprese sono positivi. Nel trimestre tra marzo e maggio secondo Inapp gli occupati precari sono saliti di 188mila, mentre gli stabili sono diminuiti di 70mila. È quella sostituzione in corso nelle aziende che da tempo denunciano i delegati, destinata ad accentuarsi, come stiamo vedendo con la fine del blocco dei licenziamenti, e con gli incentivi senza vincoli contrattuali e salariali previsti dal Recovery Plan. Ultimo capitolo dedicato alla pubblica amministrazione. Altro che fannulloni e parassiti. In Italia i dipendenti pubblici siano drammaticamente sotto organico, e senza turn over con un costante invecchiamento, e 350 mila posti in meno negli ultimi 10 anni che ci confermano tra i fanalini di cosa in Europa, in particolare in due settori strategici: sanità e scuola. Dati che mostrano la necessità prioritaria, ignorata dal governo, di un massiccio piano di centinaia di migliaia di assunzioni pubbliche stabili in tempi rapidi.

Secondo il Cts tornare in aula a settembre è assolutamente necessario

Assolutamente necessario dare la priorità alla didattica in presenza. Questa volta la raccomandazione arriva dal Comitato tecnico scientifico. Lo ha esplicitato nel verbale che risponde ai quesiti del ministero dell’Istruzione sul rientro a scuola a settembre.
La presenza in aula, per il Cts, non è importante solo per la formazione ma anche per lo sviluppo psicofisico degli studenti. Ma in che modo, secondo il Cts, si potrà tornare a scuola in presenza e in sicurezza?

( di Claudia Zanella)

È sempre raccomandato il distanziamento, ma laddove non sia possibile, resta fondamentale mantenere le altre misure di sicurezza. Tra queste l’utilizzo delle mascherine chirurgiche. E restano le raccomandazioni di pulizia e igienizzazione quotidiana degli ambienti.
Di primo piano poi la promozione della campagna vaccinale sia tra il personale che tra gli studenti. Entrambi, secondo il Cts, dovrebbero essere inseriti tra le categorie proioritarie. E, per il Cts, fa una forte raccomandazione alla politica perché sia fatto ogni sforzo – sia attraverso campagne informative che individuando anche misure legislative laddove possibile – per raggiungere un’elevata copertura vaccinale del personale scolastico, in particolare in quelle Regioni nelle quali ci sono livelli inferiori di dosi somministrate rispetto ad altre.
Per quanto riguarda le mense, il Cts raccomanda l’utilizzo delle mascherine da parte del personale che serve i pasti e, dove la soluzione sia giuridicamente percorribile, anche il green pass. Rispetto allo scorso anno, non sarà necessario preparare porzioni monouso, ma si torna al servizio mensa tradizionale. E andranno predisposti punti per lavarsi le mani all’entrata e all’uscita.
Passando ai tamponi, il Cts ritiene che non sia necessario eseguire screening antigenici o anticorpali per la frequenza scolastica. Così neanche per il personale, ma in questo caso, laddove la soluzione fosse giuridicamente percorribile, scrive sempre il Cts, si può ipotizzare la la richiesta del green pass per il personale.

Nel caso di sintomi del personale o degli studenti, si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della Asl competente.

Addio a Libero De Rienzo

(di Barbara Sorrentini)

Libero di nome e di fatto. Onesto, appassionato, profondamente umano. Un attore di talento capace di esprimere la vita. Le parole di Don Luigi Ciotti affidate a Instagram, sono la sintesi dell’essenza di Libero De Rienzo, scomparso a 44 anni e già con molti film alle spalle che hanno segnato differenti generazioni. Da molti viene ricordato l’impegno dell’attore, sanguigno, che non le mandava a dire e che in Fortapasc metteva tutta la sua indignazione contro la mentalità mafiosa, mentre interpretava Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra. Indimenticabile Bart in Santamaradona, per cui vinse il David di Donatello nel 2002. Tra i tanti film Smetto quando voglio, La kryptonite nella borsa e l’ultimo Fortuna, ancora una volta con Valeria Golino. E la sua unica regia, premiata, di Sangue, la morte non esiste. Attore in molte serie tv, figlio di Fiore De Rienzo ex assistente alla regia di Citto Maselli e tra i collaboratori di Chi l’ha visto, Libero De Rienzo aveva due figli con la costumista Marcella Mosca.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono quasi 3mila i nuovi casi di covid registrati nelle ultime 24 ore. 2.898 con un tasso di positività in crescita all’1,4%. Stabile il numero di ricoveri, mentre  le terapie intensive , per il secondo giorno consecutivo, sono in lieve crescita + 8, per un totale di 161 persone in rianimazione. 11 le vittime. Oggi l’Istituto superiore di Sanità ha presentato i dati del monitoraggio settimanale che confermano la risalita dei contagi. L’indice Rt , che calcola il tasso di replicazione del virus,  è  salito 0,91 contro lo 0,66 della settimana scorsa. Anche l’incidenza di casi settimanali per 100mila abitanti è in salita e arriva a 19 contro gli 11 della settima precedente. Ricordiamo che  gli indicatori prevedono che se una regione arriva a 50 questo comporta  il passaggio  in zona gialla. La maggior parte dei nuovi casi riguarda i più giovani: in particolare la fascia dai 10 ai 29 anni e subito dopo la fascia d’età  dai 30 ai 39anni. Il dato positivo è che “l’impatto della malattia sui servizi ospedalieri rimane minimo con tassi di occupazione in area medica e terapia intensiva ancora in lieve diminuzione”. La prossina settimana  nessuna regione cambiarà colore ma dal 26 luglio sono a rischio fascia  gialla : Sardegna, Sicilia e Veneto. “In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori”. Ha dichiarato oggi  il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

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