Approfondimenti

Il voto all’Onu in favore dell’adesione della Palestina, la nuova offensiva di Mosca a Kharkiv e le altre notizie della giornata

Onu Palestina ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 10 maggio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Alle Nazioni Unite l’assemblea generale ha approvato una risoluzione che chiede l’ingresso della Palestina nell’Onu, ma il no più pesante è stato quello degli Stati Uniti. Stamattina è iniziato un intenso attacco russo sulla città ucraina di Vovchansk, al confine tra i due paesi, nella regione nord-orientale di Kharkiv. Oltre al comitato d’affari e di potere che, secondo l’accusa, ruotava attorno a Giovanni Toti, l’inchiesta ligure ha fatto emergere l’opacità del modello Genova e oggi Matteo Salvini è tornato all’attacco dei giudici.

143 paesi su 193 sostengono l’adesione della Palestina all’ONU

Alle Nazioni Unite l’assemblea generale ha approvato una risoluzione che chiede l’ingresso della Palestina nell’Onu. 143 i voti a favore e 9 quelli contrari, con 25 astensioni, tra cui quella dell’Italia. Il no più pesante è quello degli Stati Uniti: perché si arrivi a una decisione concreta su questo tema serve il sì del Consiglio di Sicurezza, e un portavoce americano ha detto che il governo di Washington è pronto a mettere nuovamente il veto, come aveva già fatto ad aprile. Abbiamo chiesto un commento ad Alì Rashid, ex primo segretario dell’ambasciata palestinese in Italia:

Durante la seduta dell’assemblea generale l’ambasciatore israeliano ha stracciato lo statuto dell’Onu e il ministro degli esteri di Tel Aviv ha definito il voto di oggi “una decisione assurda”, un premio ad Hamas. Nelle scorse ore intanto il gabinetto di guerra israeliano ha deciso di “approfondire” le operazioni militari in corso a Rafah, dove si è rifugiata buona parte della popolazione di Gaza. Secondo l’agenzia Reuters l’esercito di Netanyahu ha circondato la zona orientale della città, e la tv Al Jazeera ha denunciato bombardamenti di torri residenziali e strutture pubbliche in quell’area. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi dice che circa 110mila persone sono scappate da Rafah, da quando le truppe israeliane hanno iniziato ad avanzare verso la sua parte est, alcuni giorni fa. Tommaso Della Longa è portavoce della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa:


 

L’esercito russo tenta di sfondare le linee di difesa a nord di Kharkiv

Stamattina è iniziato un intenso attacco russo sulla città ucraina di Vovchansk, al confine tra i due paesi, nella regione nord-orientale di Kharkiv. “Dalle tre del mattino i russi sparano missili, usano artiglieria e cannoni antiaerei” ha detto il capo dell’amministrazione militare locale, parlando di “bombardamenti mai visti nella zona” e spiegando che è in corso un’evacuazione di civili, con persone che scappano autonomamente e altre aiutate dalla polizia o da dei volontari. Il presidente Zelensky ha denunciato “un’ondata di azioni offensive” da parte russa in quell’area e ha detto che è in corso una “battaglia brutale”, mentre il ministero della difesa di Kiev ha annunciato di aver inviato dei rinforzi. Come vengono vissute queste ore nel capoluogo della regione, che è appunto Kharkiv, una delle più grandi città ucraine e una delle più colpite dalla guerra? Filippo Mancini lavora per la ong Norwegian Refugee Council e si trova proprio a Kharkiv:


 

Le opacità del modello Genova tanto elogiato da Salvini

(di Mattia Guastafierro)

Oltre al comitato d’affari e di potere che, secondo l’accusa, ruotava attorno a Giovanni Toti, l’inchiesta ligure ha fatto emergere l’opacità di un modello di gestione dei lavori pubblici, tanto elogiato in questi anni: il modello Genova, inaugurato dopo il crollo del ponte Morandi e pienamente sposato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. È il modello del fare, com’è stato definito, affidato a un commissario che, in deroga alle procedure ordinarie, assegna direttamente gli appalti alle imprese. Un modus operandi, secondo Salvini, necessario per invertire la tendenza che vede l’Italia nota per la lentezza nel realizzare le opere e spendere i fondi europei e che – il ministro non l’ha mai nascosto – vorrebbe estendere e replicare per il Ponte sullo Stretto di Messina. Restando a Genova, è anche lo stesso utilizzato per la più importante opera attualmente in costruzione, finita anch’essa sotto la lente degli inquirenti: il maxi progetto della diga foranea, che consentirà l’ingresso in porto e le manovre in sicurezza delle grandi navi. Valore 1,3 miliardi di euro, tra cui fondi del Pnrr, affidato senza gara al colosso delle costruzioni WeBuild. Un appalto su cui anche l’Anac, l’Autorità anticorruzione, aveva sollevato dubbi di trasparenza. La stessa authority che da tempo, a partire dal nuovo codice degli appalti firmato Salvini, critica la mentalità della deregulation che accresce i rischi di corruzione e gli appetiti della criminalità. Da prima che la procura iniziasse a smontare il modello Genova.

Toti non risponde al gip e Salvini torna all’attacco dei giudici

Standing ovation per Sergio Mattarella al convegno dell’Associazione nazionale magistrati a Palermo. All’ingresso del Presidente della Repubblica nel Teatro Massimo i magistrati lo hanno applaudito alzandosi in piedi. Domani al congresso delle toghe ci sarà il ministro della giustizia Nordio che con la sua riforma e il progetto di separazione delle carriere tra giudici e pm è in rotta di collisione con il sindacato dei magistrati. Il presidente dell Anm Santalucia oggi lo ha ribadito in apertura dell’evento: “C’è una spinta a ridurre i confini dell’azione della magistratura”. E sulla separazione delle carriere ha detto: così si indebolisce la magistratura”.
L’inchiesta ligure intanto procede: oggi Toti davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. E – dopo Nordio – è stato Salvini ad attaccare i giudici: nel difendere Toti – non si deve dimettere – il vicepremier leghista ha detto: “Vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il suo lavoro”.

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