Approfondimenti

Meloni in comizio nel feudo della Lega, la leadership di Salvini sempre più in discussione e le altre notizie della giornata

No Vax Milano ANSA

Il racconto della giornata di sabato 25 settembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha fatto tappa oggi in Lombardia, da Arcore a Busto Arsizio, in vista del voto di ottobre, e Salvini è sempre più debole: ad aggravare la sua situazione si è aggiunto l’addio di Luca Morisi, il capo della comunicazione e della propaganda social di Salvini, quella che è stata definita “La Bestia”. La raccolta firme per il referendum sulla legalizzazione della cannabis ha già superato le 500mila adesioni, ma la consultazione potrebbe saltare per problemi di documentazione. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Giorgia Meloni fa tappa nel feudo della Lega

Nei giorni in cui Matteo Salvini è sempre più in difficoltà, logorato dalla sua strategia di lotta e di governo, Giorgia Meloni fa tappa nel feudo per eccellenza della Lega: la Lombardia.
Da Arcore a Busto Arsizio, la leader di Fratelli d’Italia oggi ha visitato alcune città lombarde che si preparano al voto di ottobre, ma ha disertato Varese dove il candidato sindaco è un leghista. Il suo obiettivo: continuare a strappare consensi alla Lega e togliere a Salvini la guida del centrodestra.
Poco fa si è concluso a Milano il comizio finale del suo tour. Non è stato un bagno di folla. Piazza Duomo ha riservato alla Meloni un’accoglienza modesta. In compenso c’è stata una incursione dei No Green Pass.

(di Luigi Ambrosio)

La piazza che lanciò Salvini nel 2018 l’ha presa, ma non si può certo parlare di trionfo a Milano per Giorgia Meloni che anzi ha pure concluso in fretta il suo comizio perché un corteo di No Green Pass e No Vax le ha rubato la scena di piazza del Duomo.
Pubblico non giovane, confinato in uno spicchio transennato della piazza, su sedie distanziate, che si è divertito molto prima del comizio con il classico dei classici Lucio Battisti, con Alan Sorrenti “figli delle stelle”, Pupo “su di noi” e perfino un Rino Gaetano rubato alla sinistra mentre Ignazio La Russa versione deejay urlava “su le bandiere”, prima che entrasse la marcia dei bersaglieri e poi “bandiera gialla”. Operazione nostalgia quantomeno musicale.
Il candidato sindaco Bernardo è stato accolto con freddezza, pochi e poco convinti applausi. Meloni ha arringato:
“non credete ai sondaggi, la partita a Milano è aperta”. Ma era chiaro che ci credeva poco pure lei tanto che mentre parlava coi giornalisti si è tenuta il candidato accanto ma non gli ha fatto aprire bocca. Del resto le gaffes di Bernardo sono la cosa più vivace di questa campagna elettorale milanese e c’è stato un momento ilare quando lui dal palco ha cercato di spiegare: “Dicono che faccia gaffes ma non avete mai sentito parlare di tecniche di comunicazione”?
Risate.
Meloni è stata niente sui temi locali, non ha mai citato Salvini nemmeno quando le hanno chiesto se gli stesse cercando di soffiare Milano. Non lo ha citato dal palco, si è comportata come aspirante leader unica della destra. Temi principali: no al reddito di cittadinanza, no al green pass. Filo conduttore: la libertà. Come va di moda nella destra europea a cominciare dalla Afd in Germania. Poi, quando stava iniziando a prendersela col sindaco di Milano Sala, è arrivato il corteo No Green Pass e No Vax, più numeroso, più giovane e più rumoroso della piazza di Fratelli d’Italia.
Lei ha capito l’antifona, si è portata Vittorio Feltri sul palco e ha chiuso velocemente un comizio dove il tema portante era la libertà, per lasciare spazio a quelli che urlavano più forte “libertà-libertà”.

La leadership di Salvini (ora anche senza Morisi) è in crisi

Nel caso di ballottaggi nelle principali città al voto, si fa sempre più concreta la possibilità di una alleanza tra PD e M5S. A sdoganare la cosa oggi è stato il Ministro per i rapporti col Parlamento, D’Incà: “Dove non siamo alleati, potremo tornare insieme al secondo turno”, ha detto il politico 5 Stelle. Un’apertura che è piaciuta al segretario del PD Enrico Letta che ha definito “sagge” le sue parole.
Sull’altro fronte politico, invece, le cose non vanno bene a Salvini. La sua leadership nel partito è sempre più in discussione e la Lega rischia di non vincere in nessuna delle 5 principali città al voto. Ad aggravare la sua situazione si è aggiunto l’addio di Luca Morisi, il capo della comunicazione e della propaganda social di Salvini, quella che è stata definita “La Bestia”.
Perché Morisi lascia e qual è il bilancio della sua stagione a capo della Bestia? Lo abbiamo chiesto a Francesco Nicodemo, esperto di comunicazione e innovazione digitale:


 

A rischio la consultazione sulla legalizzazione della cannabis

Oggi il comitato promotore del referendum sulla legalizzazione della cannabis ha lanciato un allarme. La raccolta firme ha già superato le 500mila adesioni necessarie, ma il rischio è che la consultazione non si faccia per un problema di documentazione. Antonella Soldo fa parte del comitato:


 

Incendio all’ex Snia di Varedo

Ad andare a fuoco questa mattina all’alba, l’ex Snia, fabbrica abbandonata e posta sotto sequestro da tre anni. In uno dei capannoni dello stabile erano stoccate quasi tremila tonnellate di rifiuti abusivi, scoperte nel 2018 e mai smaltite.
Secondo le prime ricostruzioni l’incendio avrebbe origine dolosa, forse partito da un’auto andata a fuoco a pochi metri di distanza dallo stabile. L’incendio è stato domato grazie all’intervento di vigili del fuoco da Monza e Milano.
Proprio per oggi era prevista la messa in sicurezza dei locali, mentre la bonifica vera e propria sarebbe dovuta partire lunedì, a carico di un’azienda privata che ha acquisito lo stabilimento.
L’ex fabbrica, di quasi 500 metri quadrati, occupa da sola il 10% del territorio di tutto il comune, si tratta dell’edificio dismesso all’interno di un centro storico più grande di tutta la Lombardia.
Da rilevazioni di Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, i rifiuti non sarebbero pericolosi. Al di là dell’odore sprigionato dall’incendio, non sono stati segnalati danni o problemi per la comunità.

Elezioni: quella stramba dozzina in corsa per Milano

(di Claudio Jampaglia)

10 uomini e 2 donne, manca solo il candidato Teodosio De Bonis della lista 3V – etichettato come no vax – che così si fa notare di più, per il primo e forse unico confronto elettorale tra i candidati a pochi giorni dal primo turno. Il padrone di casa è un’azionista di peso della città, Confcommercio, oltre 230mila imprese del terziario che rappresentano tre quarti del Pil della città e quasi l’equivalente in lavoratori.
Il sondaggio tra i loro iscritti ha prodotto una decina di indicazioni e desiderata per la prossima amministrazione sinteticamente riassumibili così: più banda larga, più parcheggi, meno limitazioni alle auto, se volete fare piste ciclabili chiedete la nostra autorizzazione, meno tasse possibili (anche sugli immobili sfitti), meno burocrazia, continuare con i sostegni, non punire gli esercizi per la malamovida ma i cittadini che la praticano, maggiore contrasto all’abusivismo e alla criminalità (che è in calo costante da 10 anni, nessuno lo ricorda mai, proprio mai), fare tutto quello che si può per far tornare i turisti. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi c’è stata una riunione del comitato tecnico-scientifico sul tema della terza dose di vaccino anti-COVID. Secondo indiscrezioni dalla riunione è uscito un via libera per le persone con più di 80 anni e per chi vive in una residenza sanitaria assistita. La decisione invece sarebbe stata rinviata per il personale sanitario. Le iniezioni di terze dosi sono già iniziate il 20 settembre per le persone “immunocompromesse”: pazienti oncologici e quelli che hanno subìto un trapianto o hanno malattie autoimmuni.
Oggi in Italia sono stati accertati 3.525 nuovi casi di coronavirus ed è risultato positivo l’1% di chi ha fatto il tampone, in calo rispetto all’1,4 di ieri. 50 le morti comunicate. Diminuiscono i pazienti ricoverati, sia in terapia intensiva – ora sono 481 – sia negli altri reparti, dove ce ne sono circa 3.500.

https://twitter.com/MinisteroSalute/status/1441793598677262336

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    Domani a Torino ci sarà una nuova mobilitazione contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna. Il giurista Livio Pepino, uno dei garanti del processo di regolarizzazione tra il Comune e Askatasuna, intervistato da Mattia Guastafierro, sostiene che lo sgombero fa parte di un progetto più ampio di repressione da parte del Governo Meloni. Di fronte ai conflitti sociali, dice Pepino, si possono intraprendere due opzioni: “Una è quella del dialogo, la ricerca del confronto, anche difficile e delicato, che a volte si spezza, però che va avanti, che cerca di fare dei passi in avanti. L’altra è quello della contrapposizione muscolare del muro contro muro, della repressione cieca”. Ascolta l’intervista.

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