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L’accordo UE-Germania sull’uso degli e-fuel, il nuovo deposito di armi nucleari in Bielorussia e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di sabato 25 marzo 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. L’Unione Europea ha trovato un accordo con la Germania sull’uso in futuro dei cosiddetti “e-fuel” nell’ambito delle discussioni sul divieto alla vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2035. Il presidente russo Putin ha annunciato che entro luglio sarà completata la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Nelle ultime ore tra Italia, Tunisia e Malta ci sono stati diversi naufragi con decine di possibili vittime, e circa tremila persone sono state soccorse o sono sbarcate nel nostro paese. A Firenze nel pomeriggio migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione convocata dal collettivo di fabbrica della ex Gkn di Campi Bisenzio. A Nettuno, a una sessantina di chilometri da Roma, c’è stata una celebrazione dall’anniversario della fondazione dei fasci di combattimento: l’Anpi era presente per contestare l’evento. In Francia migliaia di persone si sono date appuntamento al bacino idrico in costruzione a Sainte-Soline per protestare contro il progetto portato avanti da una cooperativa di agricoltori e sostenuto dallo Stato.

L’accordo tra UE e Germania sull’uso degli e-fuel

L’Unione Europea ha trovato un accordo con la Germania sull’uso in futuro dei cosiddetti “e-fuel” nell’ambito delle discussioni sul divieto alla vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2035.
Gli e-fuel sono combustibili non derivanti da fonti fossili, ma prodotti con tecnologie alimentate con fonti rinnovabili. Con questo accordo, sarà ancora possibile vendere auto nuove con motore a combustione alimentate solo da e-fuels anche dopo il 2035. Abbiamo chiesto un parere a Federico Spadini, che cura le campagne di clima e trasporti per Greenpeace:


 

Il nuovo deposito di armi nucleari russe in Bielorussia

Il presidente russo Putin ha annunciato che entro luglio sarà completata la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Putin ha precisato che le armi serviranno per l’addestramento dei militari bielorussi, “come hanno fatto gli Stati Uniti in Europa” ha detto.
Secondo il capo del Cremlino questa decisione è stata motivata dall’annuncio di Londra sull’invio di munizioni all’uranio impoverito in Ucraina, che Putin ha minacciato di usare a sua volta se Kiev le riceverà. Dichiarazioni che alzano nuovamente la tensione sulla possibilità di uno scontro nucleare. Una possibilità che la Cina ha più volte chiesto di non alimentare, anche durante l’ultimo incontro tra Xi Jinping e Putin a Mosca.
Sui rapporti tra Cina e Russia, sentiamo Giovanni Savino, professore di relazioni internazionali esperto di Russia:

Oggi intanto i comandanti delle forze aeree di Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca hanno firmato una lettera d’intenti per creare una difesa aerea unificata in funzione anti-Russia. Come possiamo leggere questo accordo? Sentiamo Gianluca Pastori, docente di relazioni internazionali alla Cattolica di Milano:


 

Diversi naufragi nel Mediterraneo e 3mila arrivi in Italia in poche ore

A Cutro, in Calabria, a quasi un mese dalla strage del 26 febbraio è stato recuperato un altro corpo: ora le vittime accertate sono 90. Nelle ultime ore tra Italia, Tunisia e Malta ci sono stati diversi naufragi con decine di possibili vittime, e circa tremila persone sono state soccorse o sono sbarcate nel nostro paese. A Lampedusa nel centro per migranti ce ne sono circa 2.500, a fronte di una capienza intorno ai 400 posti. Sull’isola abbiamo sentito Giovanni D’Ambrosio, operatore di Mediterranean Hope, programma della Federazione delle chiese evangeliche in Italia:

Tra i gruppi di migranti in pericolo segnalati nelle ultime ore ce n’è uno di 84 persone di cui ha dato notizia l’ong Alarm Phone. Nell’area è arrivata la nave Ocean Viking di Sos Mediterraneé, che però è stata respinta da una motovedetta libica. Sos Mediterraneé ha pubblicato un video in cui si sente sparare in aria e i messaggi inviati via radio dalla nave umanitaria, “non sparateci, siamo in acque internazionali”.

Firenze scende in strada con gli operai dell’ex Gkn di Campi Bisenzio

A Firenze nel pomeriggio migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione convocata dal collettivo di fabbrica della ex Gkn di Campi Bisenzio. Il servizio di Tommaso Carmignani di Controradio:

Timore di licenziamenti anche in Sardegna negli stabilimenti della Portovesme, dopo che ieri a Roma c’è stato un incontro col governo da cui non sono uscite soluzioni alla lunga vertenza che coinvolge l’azienda. Nella fabbrica di San Gavino alcuni operai sono saliti su una ciminiera, mentre in quella principale di Portovesme altri si sono incatenati ai tornelli di ingresso. La mobilitazione continuerà nelle prossime ore.

La protesta dell’Anpi per la celebrazione dei fasci di combattimento a Nettuno

A Nettuno, a una sessantina di chilometri da Roma, c’è stata una celebrazione dall’anniversario della fondazione dei fasci di combattimento. Il fatto è avvenuto in un cimitero riservato ai repubblichini ed è stato duramente contestato dall’Anpi, scesa in piazza di fronte al municipio. Fabrizio De Sanctis è presidente della sezione provinciale dell’Associazione Partigiani:


 

Francia, tensioni e scontri al bacino idrico a Sainte-Soline

Migliaia di persone si sono date appuntamento al bacino idrico in costruzione a Sainte-Soline per protestare contro il progetto portato avanti da una cooperativa di agricoltori e sostenuto dallo Stato. Agli ambientalisti si sono però aggiunti circa mille black bloc che hanno alzato la tensione. La polizia ha schierato tremila agenti, che hanno risposto con gas lacrimogeni e idranti. Il nostro collaboratore da Parigi Bruno Giorgini:


 

Israele, non si fermano le proteste contro la riforma giudiziaria di Netanyahu

Decine di migliaia di persone in piazza a Tel Aviv e in altre città israeliane per il 12esimo sabato consecutivo di protesta contro la riforma giudiziaria di Netanyahu. Già questa mattina in diverse aree del paese c’erano state mobilitazioni. Circa un migliaio di persone hanno organizzato un sit-in sotto la casa del ministro della Difesa Yoav Gallant – stretto alleato di Netanyahu che ha ha però una posizione diversa sulla riforma. Poco fa, in un discorso alla nazione ha detto che la riforma va fermata subito per ritrovare l’unità. “Esiste un pericolo chiaro, immediato e concreto alla nostra sicurezza nazionale”, ha detto Gallant.
Il contestato provvedimento questa settimana entra in una fase decisiva alla Knesset: il governo infatti intende approvarlo entro il 2 aprile, prima della pausa per la Pasqua ebraica. E per tutta la settimana sono previste manifestazioni.

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    Redazione
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