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Nessun accordo al vertice per la pace del Cairo, Milano in piazza, l’addio a Staino e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di sabato 21 ottobre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30.I primi 20 camion di aiuti umanitari hanno passato oggi il valico di Rafah, diretti a Gaza. Si tratta di “aiuti necessari alla sopravvivenza”, dicono le Nazioni Unite, che spiegano che si tratta, comunque, di “una goccia nell’Oceano”. Non sembra essersi concluso con risultati di rilievo il vertice per la pace del Cairo. Secondo gli organizzatori sono state almeno 10-15mila persone al corteo per la Palestina partito da Piazza Duca d’Aosta e riunitosi al parco della Martesana. La manifestazione per la sanità pubblica a Milano. È morto Sergio Staino. Il vignettista ed ex direttore dell’Unità, aveva 83 anni, era malato da tempo.

A Gaza entrano i primi 20 camion di aiuti umanitari, Israele è pronto ad attaccare via terra

Dopo giorni di negoziati, i primi 20 camion di aiuti umanitari hanno passato oggi il valico di Rafah, diretti a Gaza. I camion trasportano acqua, cibo, medicinali, ma anche bare per le vittime dei bombardamenti di questi giorni. Si tratta di “aiuti necessari alla sopravvivenza”, dicono le Nazioni Unite, che spiegano che si tratta, comunque, di “una goccia nell’Oceano”, e che molta più assistenza umanitaria è necessaria. Domani potrebbe essere consentito un nuovo passaggio di generi di prima necessità. Le autorità sanitarie palestinesi a Gaza raccontano che il 70 per cento delle 4000 vittime di questi giorni sono donne, bambini, anziani. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha chiesto oggi un cessate il fuoco. Oggi c’è stato anche un appello da Medici senza frontiere, che avverte: “Il sistema sanitario a Gaza è vicino al collasso”. Sentiano Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia

Nuovi raid aerei israeliani hanno colpito oggi la Striscia. Ci sarebbero 13 morti nel bombardamento di un complesso residenziale a Deir al-Balah, che si trova al centro di Gaza. La notizia, data da fonti di Hamas, non è però stata verificata in modo indipendente. L’esercito israeliano ha oggi inviato nuovamente messaggi sui cellulari dei residenti nel nord di Gaza. Migliaia di volantini sono stati lanciati dagli aerei israeliani. Il messaggio è lo stesso. Chi non se ne andrà, verrà considerato un terrorista o un fiancheggiatore del terrorismo. Un funzionario dell’esercito israeliano ha anche aggiunto che, a questo punto, le stesse abitazioni private, a Gaza, verranno considerate obiettivi legittimi. L’offensiva è quindi pronta. Ne parliamo con Sabato Angeri

Non sembra essersi concluso con risultati di rilievo il vertice per la pace del Cairo. Non c’è stata una dichiarazione finale condivisa da tutti i partecipanti, ma solo un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice e che si rammarica sostanzialmente per non essere riuscito a trovare un consenso internazionale, cito, che trascende le culture, le razze, le religioni e le posizioni politiche. Il motivo del fallimento del vertice, secondo fonti raccolte da Sky News Arabia, sembrano essere le divergenze fra le diplomazie del gruppo dei Paesi arabi e quello occidentale. In particolare, i rappresentanti occidentali volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per gli attacchi a Gaza, né erano disposti a chiedere un cessate il fuoco.
Intanto c’è anche la questione degli ostaggi, che diventa sempre più urgente. Secondo gli ultimi dati dell’esercito, dei 210 ostaggi nelle amni di Hamas 20 sono anziani, 30 sono minori, e le famiglie hanno precisato che l’età dei loro cari rapiti va dai 9 mesi ai 90 anni. Ieri due donne, madre e figlia con la doppia cittadinanza, americana e israeliana, sono state liberate. Secondo alcuni osservatori, e secondo anche fonti dell’intelligence israeliano, Hamas potrebbe al momento essere portata a liberare gli ostaggi, soprattutto per riparare la sua immagine. Lo confermerebbero le parole del rappresentante dell’organizzazione in Libano, Osama Hamdan, secondo cui Hamas vuole “chiudere il dossier dei civili”. Molto dipende però, ovviamente, dall’inizio dell’offensiva di terra e da quanto questa sarà distruttiva. Al lavoro, sulla questione, ci sono diversi Paesi arabi, tra cui il Qatar, l’Egitto, l’Arabia Saudita, oltre ovviamente agli Stati Uniti.
Resta la questione del possibile allargamento della guerra. Per tutta la giornata ci sono stati scontri tra forze israeliane e Hezbollah al confine nord, con il Libano. Gli hebollah hanno lanciato missili contro i carrarmati israeliani da Al Abab. Le forze dello Stato ebraico hanno utilizzato invece soprattutto droni, uccidendo almeno quattro militanti. Fonti della Casa Bianca hanno oggi detto che da ore funzionari dell’amministrazione stanno cercando di convincere Israele a contenere la sua risposta militare a nord, per evitare l’apertura di un secondo fronte che potrebbe rivelarsi di difficile tenta per le forze militari israeliane.

A Milano il corteo per la Palestina

Migliaia di ragazzi e ragazze, donne, uomini, bambine e bambini, arabi e non, con centinaia di bandiere palestinesi. Secondo gli organizzatori sono state almeno 10-15mila persone al corteo per la Palestina partito da Piazza Duca d’Aosta e riunitosi al parco della Martesana. La manifestazione è cominciata intorno alle 15 con alcune centinaia di persone per poi riempirsi lungo le vie della città. Numerose associazioni palestinesi hanno partecipato al corteo, ma anche partiti e movimenti italiani come la Casa delle donne di Milano e Non una di meno. La maggior parte dei cori e degli striscioni sono stati per la libertà della Palestina e di Gaza, ma non sono mancati quelli contro il governo israeliano e la narrazione della politica e dei media occidentali, accusati di faziosità. La voce più forte però è stata per i bambini, le donne e gli uomini di Gaza, bloccati nella striscia senza i necessari aiuti.

Oggi in piazza per salvare la sanità pubblica

(di Vittorio Agnoletto)

Due sono gli obiettivi immediati da raggiungere entro sei mesi indicati nella manifestazione di oggi. Primo, ottenere, un unico CUP, Centro Unico Prenotazioni, per tutte le strutture pubbliche e private convenzionate. Oggi, anche per prenotare alcuni esami in ospedali pubblici, ad es. a Milano all’ospedale S. Paolo, bisogna recarsi presso la singola struttura. Secondo obiettivo, vietare la pratica del medico a gettone aprendo nel frattempo per questi medici, dei canali di rientro nel Servizio Sanitario Nazionale.
“La tutela del diritto alla salute – ha ricordato don Ciotti nell’intervento conclusivo della manifestazione – è un problema di umanità, di giustizia sociale e di giustizia sostanziale. Essere qui oggi significa lottare per il diritto alla vita perché la salute è il primo diritto fondamentale insieme alla cultura alla scuola e alle politiche sociali. Come ha detto Papa Francesco, i cristiani devono sporcarsi le mani nei problemi sociali”
Il comitato promotore per il referendum contro la privatizzazione della sanità lombarda ha confermato che entro fine mese sarà presentato al Tar il ricorso per poter svolgere il referendum, nel frattempo continueranno le mobilitazioni, nel prossimo futuro si pensa ad un’iniziativa contemporanea in Piemonte Veneto e Lombardia regioni nelle quali sotto l’avanzare del neoliberismo aumenta quotidianamente la distruzione del servizio sanitario.

Addio al vignettista Sergio Staino

È morto Sergio Staino. Il vignettista ed ex direttore dell’Unità, aveva 83 anni, era malato da tempo. Staino debuttò nel mondo dei fumetti con Bobo, il suo personaggio più famoso, nel 1979 su Linus. Poi iniziò la lunga collaborazione con l’Unità, oltre che con molti altri giornali. Nel 1986 fondò e diventò direttore del programma satirico Tango. Il servizio del nostro collaboratore Antonio Serra

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    San Siro, Scavuzzo: “Se passano emendamenti sostanziali rischia di saltare tutto”

    Dopo che la Giunta del Comune di Milano ha licenziato la delibera per la vendita dello stadio di San Siro, la palla ora passa al Consiglio comunale, che dovrà votare il provvedimento giovedì 25 settembre, e non più il 29. Nonostante sia possibile presentare emendamenti al testo, per la giunta il documento è immodificabile: “È frutto di un lavoro che ha gli elementi essenziali del contratto, una cosa molto tecnica ma anche politica”, ha detto ai nostri microfoni la vicesindaca Anna Scavuzzo. Nel caso di un emendamento di sostanza votato dalla maggioranza dei consiglieri, infatti, “le squadre potranno rigettare l’intera proposta”. Una sorta di prendere o lasciare per i consiglieri comunali. Secondo la vicesindaca Scavuzzo, dopo due mesi di confronto e dopo le modifiche alla versione di luglio, adesso “si chiude”. L’intervista integrale di Luigi Ambrosio nella nostra trasmissione “L’Orizzonte”.

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    Esteri di giovedì 18/09/2025

    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 18-09-2025

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Volume di giovedì 18/09/2025

    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

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