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La propaganda del Cremlino dopo la resa di Mariupol, le conseguenze per la crisi del grano e le altre notizie della giornata

Biden Corea ANSA

Il racconto della giornata di sabato 21 maggio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Ad 87 giorni dall’invasione russa dell’Ucraina, la propaganda del Cremlino canta vittoria e parla di una svolta nell’operazione militare, mentre la diplomazia sembra sempre più pronta ad una guerra ancora lunga e sanguinosa. Dalla Banca d’Inghilterra, intanto, arriva l’allarme per le conseguenze apocalittiche per la crisi del grano. Dopo un altro grave incidente che ha coinvolto studenti in formazione, il Ministro dell’Istruzione Bianchi ha annunciato l’imminente firma di un accordo con il Ministero del Lavoro. Allo stadio di Torino tutto esaurito per la finale di Champions League femminile tra Barcellona e Lione. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

La propaganda russa canta vittoria dopo la resa di Mariupol

Dopo la resa di Mariupol la propaganda del Cremlino canta vittoria e parla di una svolta nell’operazione militare. La televisione e la radio di Mosca hanno portato il loro segnale nella regione di Kherson, un altro segno della russificazione dei territori occupati. Mosca parla di altri missili sui convogli che trasportano le armi occidentali e di aver distrutto una base di addestramento vicino ad Odessa. Nel Donbass nuova offensiva sul fiume Donets, è il terzo tentativo di oltrepassarlo per assediare la città di Severonetsk. Kyev parla di 13 civili uccisi nelle ultime 24 ore dai bombardamenti nella regione di Lugansk, di Raid su Kharkiv, venti feriti e una donna morta, e di attacchi d’artiglieria russi sulla regione di Sumy.
Resta incerto il destino dei militari Ucraini portati fuori dall’acciaieria Azovstal, ormai sotto controllo russo. Secondo fonti occidentali la Russia starebbe preparando un processo show ai soldati usciti dall’acciaieria e accusati di crimini di guerra. Forse sarà così per una parte di loro, mentre si parla insistentemente di uno scambio. Si può trattare perché i russi hanno mantenuto i patti, ha detto Zelensky oggi, mentre il capo della commissione Affari Esteri della Duma ha dichiarato in una conferenza stampa che la Russia valuterà “la possibilità” di uno scambio con l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, catturato il mese scorso.

Fino a che punto si potrà armare Kiev?

Un guerra lunga, ancora sanguinosa, con una domanda che si fa strada: fino a che punto. La prospettiva delle molte dichiarazioni di oggi porta qui. Partiamo dall’asse Russia-USA: oggi Biden in Corea del Sud ha firmato la legge per l’Ucraina, 40 miliardi di dollari in aiuti di cui oltre la metà militari. Zelensky ha detto che una soluzione diplomatica ci sarà, finirà così, ma per ora è lontana: combatteremo fino al ritiro dei russi, nessuna trattativa fino a che non sarà raggiunto questo obiettivo. Prepariamoci a una guerra lunga e sanguinosa, ha detto il presidente Ucraino. Mentre il premier britannico Johnson invita la Nato ad armare anche la Moldavia.
La Russia risponde con sanzioni contro quasi mille americani, compreso il Presidente Biden, Marc Zuckerberg e l’attore Morgan Freeman, oltre a centinaia di altri personaggi pubblici che non potranno più mettere piede nella Federazione.

Ma anche negli Stati Uniti ci si inizia a chiedere quale sia la strategia della Casa Bianca e fino a che punto è utile far salire l’escalation. Lo ha scritto il New York Times in un lungo editoriale in cui si definisce irrealistica una vittoria su Mosca, e al contempo si chiede quale sia il limite fino a cui si può armare Kiev?

Le conseguenze apocalittiche per la crisi del grano

Resta il problema drammatico delle forniture alimentari ed agricole, grano e fertilizzanti. Il governatore della Banca d’Inghilterra parla di conseguenze apocalittiche per la crisi del grano, tra aumento dei prezzi (+35% in 3 mesi) e speculazioni, cui si aggiunge la posizione dell’India . Si cerca una soluzione per sbloccare i carichi fermi nei porti ucraini. Kyev propone due linee di terra per arrivare in Africa, dove si sta rischiando la catastrofe alimentare. Gennaro Senatore, esperto commercio internazionale materie prime:


 

Il passo indietro di Berlusconi sulla Russia

Alla convention di Forza Italia a Napoli Silvio Berlusconi è stato costretto a correggere le sue parole di ieri sulla Russia. “L’Ucraina è il paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo a difendersi. Forza Italia rimarrà sempre dalla parte dell’Europa, dell’Alleanza atlantica, dell’Occidente, degli Stati Uniti” – ha scandito dal palco, dopo che il suo invito agli ucraini ad ascoltare le richieste di Putin aveva gettato nel caos il partito, a partire dalla ministra Gelmini. Il fondatore di Forza Italia ha poi detto ai militanti che è pronto a ricandidarsi alle elezioni del 2023. Elezioni in cui il centrodestra è favorito, ma si presenta più che mai diviso.
Nicola Pasini insegna scienze politiche all’Università di Milano:


 

Alternanza scuola lavoro, Bianchi annuncia un accordo col Ministero del Lavoro

È in gravi condizioni in un centro specializzato in grandi ustioni della Baviera lo studente di 17 anni colpito da un ritorno di fiamma, ieri, in una carrozzeria di Merano, in Alto Adige. Era impiegato in un percorso di alternanza scuola lavoro. Ferito gravemente anche un cliente di 36 anni. I due si trovavano nella cabina forno, il ragazzo stava pulendo per terra con una macchina lavapavimenti quando è stato investito da una fiammata, forse per un contatto tra detergenti e impianto elettrico. I macchinari sono sotto sequestro.
“Le regole di sicurezza del lavoro devono valere per lavoratori e studenti, per questo stiamo firmando un accordo con il Ministero del lavoro” – ha detto il Ministro dell’istruzione Bianchi. Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti medi:

Si tratta del terzo grave incidente che ha coinvolto studenti in formazione, dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Cinzia Turello è segretaria generale della Fiom Mav Cgil dell’Alto Adige:


 

Tutto esaurito a Torino per la finale di Champions League femminile

Tutto esaurito allo stadium di Torino dove si sta giocando la finale di Champions League femminile, che vede confrontarsi Barcellona e Lione, le due squadre che stanno trainando il calcio europeo. La partita si può vedere gratuitamente sulla pagina Youtube della UEFA Womens Champions League

(di Chiara Ronzani)

La sfida tra le spagnole, detentrici della coppa e le francesi, vincitrici delle 5 edizioni precedenti, non è frutto del caso. La supremazia delle finaliste viene da lontano ed è frutto di scelte lungimiranti iniziate dai club all’inizio del millennio. Le francesi non sono l’appendice della squadra maschile, usano gli stessi campi, strutture, stadi, viaggiano sugli stessi mezzi e vengono ugualmente retribuite. Ciò ne ha fatto la squadra più ambita al mondo, capace di attirare nel tempo non solo la maggioranza delle campionesse della nazionale francese, ma anche le fuoriclasse più amate al mondo, come le statunitensi Megan Rapinoe e Alex Morgan, o la norvegese Ada Hegerberg.
Anche le catalane sono sostenute dal club, con investimenti e pubblicità che le hanno fatte conoscere e amare dai tifosi, i quali, magari momentaneamente delusi dalle alterne fortune della squadra maschile, hanno potuto gioire dei successi della compagine femminile.
Tanto che un mese fa il Camp Nou ha fatto il record di spettatori, nella semifinale contro il Wolfsburg, con oltre 91mila presenze. Segno che se il progetto è supportato, la risposta del pubblico non manca.
In Italia il calcio femminile non è ancora a questi livelli, ma la strada è tracciata.
La squadra italiana del momento, la juventus, è stata eliminata proprio finaliste dalle francesi ai quarti, con un solo gol di scarto.
Le battutine sulla povertà dello spettacolo delle partite femminili sono ormai fuori moda. Basta chiedere che ne pensano alle decine di migliaia che stanno affollando lo stadium in questo momento.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Continua il calo dei contagi da COVID. Oggi 24mila circa i nuovi contagi, quasi il 35% in meno di 7 giorni fa. 91 i morti. Prosegue il calo anche dei ricoveri sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari. Secondo il report dell’ISS sale l’età dei ricoverati, che tocca i 75 anni, mentre per quanto riguarda i contagi l’incidenza maggiore è nella fascia 10-19 anni. Quasi mezzo milione le reinfezioni negli ultimi 9 mesi.

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    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

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    Pubblica di giovedì 06/11/2025

    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

    Pubblica - 06-11-2025

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    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

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    DARIO MARTINELLI - ANCHE HITLER ERA VEGANO - presentato da Cecilia Di Lieto

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    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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