Approfondimenti

La cabina di regia per la manovra economica, il gelo verso Meloni alla Scala e le altre notizie della giornata

Scala ANSA

Il racconto della giornata di mercoledì 7 dicembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Accoglienza fredda per Giorgia Meloni alla prima della Scala, di fianco ad un Sergio Mattarella sommerso dagli applausi. Per Meloni la prima della Scala è stata un’altra stecca in una giornata complicata nel corso della quale ha anche firmato un Dpcm per le nuove nomine, pesantemente connotate, per il Comitato nazionale per la bioetica. A Verona polizia e carabinieri hanno fermato 13 militanti di estrema destra accusati di violenze durante i festeggiamenti della comunità marocchina per la vittoria sulla Spagna ai mondiali di calcio. In Germania, invece, la polizia ha arrestato 25 persone appartenenti a organizzazioni di estrema destra: stavano pensando di pianificare un colpo di stato. Nelle ultime ore sia i russi che gli americani hanno fatto riferimento al rischio di un allargamento del conflitto in Ucraina. In Iran nella terza giornata dello sciopero generale contro il regime ci sono state altre proteste e manifestazioni.

Niente applausi ma nemmeno fischi per Giorgia alla Scala

(di Ira Rubini)

Il “Boris Godunov” che ha inaugurato la stagione lirica del Teatro alla Scala ha convinto gli esperti fin dai primi atti, segui ti con concentrazione e in silenzio. L’imponente dispiegamento di forze di sicurezza, con tanto di tempi contingentati e postazioni obbligate per i media e per gli spettatori aveva fatto pensare a possibili contestazioni, non solo da parte di chi manifestava in piazza ma anche di chi entrava in teatro. Niente di tutto questo. Se un lungo applauso ha accolto Sergio Mattarella, come accaduto altre volte alla Scala, con corollario di esclamazioni di ringraziamento per avere accettato il secondo mandato come Capo dello Stato, alla Presidente del Consiglio Meloni, affacciatasi per qualche minuto al Palco Reale, il pubblico ha riservato una pigra curiosità venata di indifferenza. Niente applausi, niente fischi, come peraltro per il Presidente del Senato La Russa. Semplicemente un altro establishment che si mostra dal palco più in vista d’Italia, niente di più. Una differenza significativa, in una ricorrenza che da sempre mescola arte, mondanità e politica.

Cosa significa il gelo riservato a Meloni alla Scala

(di Luigi Ambrosio)

Le ovazioni a Mattarella c’erano state anche l’anno scorso. Gli applausi caldi e intensi a Liliana Segre, pure. Ma mai era successo che le ovazioni al Presidente della Repubblica e gli applausi caldi e intensi a Liliana Segre si sommassero alla freddezza con cui invece è stata accolta Giorgia Meloni, la Presidente del Consiglio alla sua prima “prima” della Scala.
Gli applausi, i fischi, i silenzi alla Scala sono dati politici fin dai tempi di Viva Verdi. Oggi Milano ha riaffermato che possiede una cultura laica e uno sguardo che è proiettato in Europa e nel mondo, e al domani. Al contrario del Governo rappresentato da Meloni che invece ha uno sguardo chiuso su un’Italia che non solo non è quella del futuro ma non è nemmeno quella del presente, è invece la nostalgia di un passato immaginario dove tutto andava bene.
Applausi e silenzi che si sommano alle preoccupazioni e alle critiche alla prima manovra economica della destra che ha vinto le elezioni il 25 settembre da parte di sindacati, industriali, istituzioni economiche come la Banca d’Italia, la Corte dei Conti, perfino il Cnel. E da due istituzioni politiche che erano rappresentate sul palco reale della Scala da Ursula Von Der Leyen e Sergio Mattarella: la Commissione Europea e il Quirinale. Le ovazioni a Mattarella, i “viva il Presidente”, “grazie Presidente”, “bravo Sergio”, contrapposti alla freddezza verso una Meloni dal sorriso tirato, visti così pesano ancora di più.

Una cabina di regia per la manovra finanziaria

Per Meloni la prima della Scala è stata un’altra stecca in una giornata complicata. Nel primo pomeriggio aveva incontrato a Palazzo Chigi i sindacati. All’uscita Cgil e Uil hanno confermato i loro scioperi contro la manovra. Per tenere a bada i suoi alleati, intanto, Meloni ha dato vita a una cabina di regia sulla manovra composta dai rappresentanti della maggioranza, ma per la legge di bilancio, in Parlamento, il percorso è minato. Sono più di 3mila gli emendamenti, centinaia dei quali di Lega e Forza Italia.

(di Anna Bredice)


Ci risiamo. C’è una nuova “cabina di regia”. Se ne sono viste tante negli ultimi vent’anni di governo, a volte sono state preludio di crisi, perché spesso erano tentativi di risolvere contrasti di obiettivi e di potere dentro ai governi. Tocca anche a Giorgia Meloni, che sembrava avere la strada spianata con i partiti che poco potevano rispetto al suo grande risultato elettorale. La cabina di regia ora nasce per risolvere dei nodi legati alla manovra economica che ancora non sono stati sciolti, almeno fino all’ultimo vertice di maggioranza di questa mattina. Ci sono nuove modifiche alla legge di bilancio, sul superbonus e di questo appare molto contenta Forza Italia. Sul Pos si rivedrà un po’ al ribasso il limite per il contante. La cabina di regia dovrebbe servire ad un dialogo più veloce governo-maggioranza, ma è anche la dimostrazione che quella forza di imporsi Giorgia Meloni comincia a non averla più. Sarà colpa delle risorse e di una coperta troppo corta, di tempi eccessivamente stretti per non rischiare l’esercizio provvisorio. Lei stessa ha ammesso oggi con i sindacati che di più non può fare, soprattutto rispetto ad un aumento del cuneo fiscale, obiettivo comune sia dei sindacati che di Confindustria, anche se ognuno vuole meno tasse per chi rappresenta, lavoratori da una parte e imprese dall’altra. Giorgia Meloni affronta in queste ultime settimane dell’anno una manovra economica che non è quella della grande svolta promessa con il governo di destra. Non ha una visione, è il tentativo nemmeno tanto riuscito di esaudire qualche promessa elettorale, mostrando però già le prime debolezze. Sono 3.000 gli emendamenti presentati allo scadere del termine di oggi pomeriggio e 400 i milioni a disposizione per le coperture di alcune richieste, alcune anche destinate alle opposizioni. Nel fine settimana ci sarà la tagliola per centinaia di emendamenti, il tentativo è di arrivare più o meno a 400 e poi iniziare la corsa contro il tempo per approvarla entro il 31 dicembre.

Angelo Vescovi alla guida del Comitato nazionale per la bioetica

Il governo va avanti come un treno sul fronte del no ai diritti, con la nomina del nuovo comitato di bioetica. Ai vertici studiosi di estrazione cattolica contrari ad aborto ed eutanasia.

(di Diana Santini)

È Angelo Vescovi il nuovo presidente del comitato nazionale per la bioetica. Studioso delle cellule staminali, cattolico, già in prima linea contro la legge 40 sulla fecondazione assistita, più di recente è stato presidente di un comitato nato per contrastare la possibilità che si celebrasse un referendum sulla legalizzazione della cannabis. Oggi è direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’ospedale religioso ad alta specializzazione nato per volontà di padre pio.
Il Comitato nazionale per la bioetica è un organo consultivo del governo, i cui membri sono nominati ogni 4 anni. L’opinione del comitato può essere richiesta dal governo quando legifera su temi di natura etica. Il precedente comitato era scaduto in marzo, ma Draghi non l’aveva rinnovato. Oggi dunque, le nomine, con un Dpcm firmato Giorgia Meloni: e sono nomine pesantemente connotate.
Tra i vice di Angelo Vescovi, oltre al rabbino Di Segni che è stato riconfermato, ci sono Mauro Ronco, presidente del centro studi Livatino, un istituto che si occupa di “famiglia e diritto alla vita” e di recente si è scagliato contro la possibilità per gli studenti trans di usare a scuola un nome compatibile con la propria identità di genere. O ancora la fervente antiabortista Maria Luisa di Pietro, che sostiene che nessun aborto è terapeutico.
Ultima notazione, tra i nuovi ingressi decisi dal governo, quello dell’ex senatore Calabrò, che ai tempi della vicenda di Eluana Englaro si produsse in un disegno di legge che, se fosse stato approvato, avrebbe costretto in vita Eluana per sempre. Le cose andarono diversamente, Berlusconi fece un decreto, Napolitano non lo firmò. Ma la matrice, è quella.

13 militanti di estrema destra fermati per le violenze di Verona

A Verona polizia e carabinieri hanno fermato 13 militanti di estrema destra accusati di violenze durante i festeggiamenti della comunità marocchina per la vittoria sulla Spagna ai mondiali di calcio. La polizia ha accertato che quattro auto sono state danneggiate. Una donna è rimasta leggermente ferita. In un video finito sui social network si vedono alcune persone a volto coperto che corrono verso un’auto, da cui sventola una bandiera del paese africano. Una di queste persone colpisce un finestrino con una catena, urlando contro le persone all’interno. Il tutto appunto nel contesto delle celebrazioni che ci sono state anche in altri stati europei, oltre che nello stesso Marocco. Sul valore di un evento sportivo come questo per la popolazione del paese e per chi fa parte delle comunità marocchine all’estero sentiamo il sociologo Stefano Allievi, esperto di immigrazione:


 

Aumenta il rischio di un allargamento del conflitto in Ucraina

(di Emanuele Valenti)

Nelle ultime ore sia i russi che gli americani hanno fatto riferimento al rischio di un allargamento del conflitto in Ucraina. Quel livello che li coinvolgerebbe in un confronto diretto che in realtà dal 24 febbraio scorso, l’inizio della guerra, loro stessi hanno cercato di evitare in tutti i modi.
La premessa: questo succede nella settimana nella quale sono state colpite – molto probabilmente da droni lanciati da Kyiv – tre basi aeree in territorio russo.
Da Mosca ha parlato Putin, “il rischio di uno scontro nucleare sta aumentando”, aggiungendo però che “le armi nucleari russe rimangono un deterrente, uno strumento di difesa”. Il presidente russo ha poi detto che i tempi della guerra “potrebbero essere ancora lunghi”, un messaggio rivolto all’interno.
Da Washington hanno parlato, tra gli altri, il segretario di stato Blinken e il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Kirby, dicendo che gli Stati Uniti non hanno spinto gli ucraini a colpire in territorio russo, anzi hanno sempre esposto i loro timori per un’escalation, ma che allo stesso tempo rispettano la sovranità degli ucraini, che quindi devono decidere in autonomia, anche quando si tratta di armi americane.
L’amministrazione Biden sta cercando di tenere un punto di equilibrio: forte supporto a Kyiv senza entrare in territorio sconosciuti, uno scontro globale.
A dimostrazione di questo equilibrismo quando detto dal capo del Pentagono Austin, cioè che gli Stati Uniti non impediranno a Kyiv di sviluppare la loro capacità di colpire anche lontano, quindi – aggiungiamo noi – anche in Russia.

25 membri dell’estrema destra tedesca arrestati in Germania: volevano occupare il Parlamento

In Germania la polizia ha arrestato 25 persone appartenenti a organizzazioni di estrema destra.
Secondo le forze di sicurezza stavano pensando di pianificare un colpo di stato, con l’occupazione del parlamento di Berlino e la presa del potere. Tra gli arrestati ci sono anche ex-militari. Il governo tedesco ha detto che “le autorità utilizzeranno tutta la forza della legge contro i nemici della democrazia”.

Terza giornata dello sciopero generale in Iran

In Iran nella terza giornata dello sciopero generale contro il regime ci sono state altre proteste e manifestazioni. Forte la mobilitazione nelle università. In rete sono circolati video che mostrerebbero la dura repressione delle forze di sicurezza. Il commento di Farian Sabahi:


 

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 13/07 08:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 13-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve sabato 12/07 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 12-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 13/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 13-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 11/07/2025 delle 19:51

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 11-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Trump e il teorema dei dazi: premere sull'Europa per ottenere da Bruxelles meno regole per le aziende Usa

    Le motivazioni con cui Trump ha deciso il rialzo dei dazi contro l'Europa appaiono un vero e proprio teorema. Secondo Trump il deficit commerciale americano è colpa delle politiche doganali europee. Cosa tutta da dimostrare, direbbe l'economista di Harvard, Jeffrey Sachs. Il deficit americano, la sua ampiezza, rappresentano poi una minaccia alla sicurezza nazionale, sostiene il capo della Casa Bianca. E infine, il teorema trumpiano prevede che per tagliare il deficit commerciale occorra alzare dazi, tariffe barriere. Trump non si sottrae a questo teorema. E oggi lo ha confermato. L'obiettivo finale dell'amministrazione americana - come ci racconta l'economista Marcello Messori - appare sempre di più quello di forzare la mano sui dazi per ottenere poi «compromessi a favore delle Big Tech americane, evitando i regolamenti e le tassazioni tipiche dell'Europa».

    Clip - 13-07-2025

  • PlayStop

    Apertura musicale classica di domenica 13/07/2025

    La musica classica e le sue riverberazioni per augurare un buon risveglio a “tutte le mattine del mondo”. Novità discografiche, segnalazioni di concerti, rassegna stampa musicale e qualunque altra scusa pur di condividere con voi le musiche che ascoltiamo, abbiamo ascoltato e ascolteremo per tutta la settimana.

    Apertura musicale classica - 13-07-2025

  • PlayStop

    Snippet di sabato 12/07/2025

    Un viaggio musicale, a cura di missinred, attraverso remix, campioni, sample, cover, edit, mash up. Sabato dalle 22:45 alle 23.45 (tranne il primo sabato di ogni mese)

    Snippet - 12-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di sabato 12/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 12-07-2025

  • PlayStop

    Blue Lines di sabato 12/07/2025

    Conduzione musicale a cura di Chawki Senouci

    Blue Lines - 12-07-2025

  • PlayStop

    Mash-Up di sabato 12/07/2025

    Musica che si piglia perché non si somiglia. Ogni settimana un dj set tematico di musica e parole scelte da Piergiorgio Pardo in collaborazione con le ascoltatrici e gli ascoltatori di Radio Popolare. Mail: mischionepopolare@gmail.com

    Mash-Up - 12-07-2025

  • PlayStop

    Pop Music di sabato 12/07/2025

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 12-07-2025

  • PlayStop

    Soulshine di sabato 12/07/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 12-07-2025

  • PlayStop

    Suoni d'estate di sabato 12/07/2025

    Suoni d'estate è la trasmissione che ogni sabato vi porta nei principali festival italiani ed europei: le anteprime, le voci e gli inviati per raccontare al meglio la musica dal vivo di questa estate 2024.

    Suoni d’estate - 12-07-2025

  • PlayStop

    Rock in Opposition di sabato 12/07/2025

    Rock in Opposition è un programma di Contatto Radio - Popolare Network condotto da Alessandro Volpi e curato da Federico Bogazzi. Racconta i tanti legami che uniscono la musica alla storia politica italiana ed internazionale, partendo dall’idea che proprio il linguaggio musicale è stato centrale nel definire molte delle vicende della discussione, e ancor più della narrazione pubblica degli ultimi cinquant’anni. Quest’estate lo potete ascoltare anche su Radio Popolare in una selezione di dieci puntate. Tutti gli altri episodi li trovate a questa pagina

    Rock in Opposition - 12-07-2025

  • PlayStop

    Geografie Sommerse - secondo episodio

    Nell’isola di Mayotte, territorio d’oltremare francese nell’Oceano Indiano, vivono migliaia di “cittadini invisibili”, tra regolarizzazioni mancate, respingimenti e marginalità istituzionale. Ce ne parla Paola Schierano, antropologa, che ha studiato sul campo le dinamiche sociali e migratorie di questo confine coloniale contemporaneo.

    Geografie sommerse - 12-07-2025

Adesso in diretta