Approfondimenti

Giustizia per Giulio Regeni, la fuga dal Nagorno-Karabakh e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di mercoledì 27 settembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La Corte Costituzionale sblocca il processo Regeni. Continua la fuga dal Nagorno-Karabakh. E’ stato confermato l’ergastolo per la strage alla stazione di Bologna per l’ex Nar Gilberto Cavallini. La manovra economica sarà influenzata anche dalla continua tensione nella maggioranza. Ad Alessandria oggi un uomo di 66 anni ha ucciso moglie, figlio, suocera e poi si è suicidato. La dichiarazioni del Cei alle domande sulla stretta sui migranti del Governo. L’immagine del comandante della flotta russa nel Mar Nero, Viktor Sokolov, sta facendo il giro del mondo.

Giustizia per Giulio Regeni

La Corte Costituzionale sblocca il processo Regeni. I quattro agenti del servizio di sicurezza egiziano individuati come gli autori dell’omicidio del ricercatore italiano potranno essere processati in contumacia. “Avevamo ragione – dicono i genitori di Giulio Regeni – ripugnava al senso comune della giustizia che il processo non potesse essere celebrato a causa dell’ostruzionismo della dittatura di Al Sisi”. I quattro sono stati protetti dal governo egiziano.

Fuga dal Nagorno-Karabakh

Sono più di 50mila – quasi il 50% dell’intera popolazione – le persone che hanno lasciato il Nagorno-Karabakh dopo l’arrivo degli azeri.
Lo stimano le autorità locali.
I profughi continuano a viaggiare in direzione del confine armeno.
La Germania si è aggiunta agli Stati Uniti nel chiedere l’invio di osservatori internazionali.
Oggi un ex-leader dell’enclave armena in Azerbaijan è stato arrestato dalle guardie di frontiera mentre cercava di entrare in Armenia.
Ruben Vardanyan aveva guidato il governo del Nagorno-Karabach tra le fine del 2022 e l’inizio del 2023.
Dopo l’arresto è stato trasferito a Baku, capitale dell’Azerbaijan.

Il nostro collaboratore Sabato Angieri è al confine tra Armenia e Azerbaijan.

 

Il ponte sullo stretto e le tensioni nella maggioranza

Il ponte sullo stretto è il totem di Salvini. E’ la sua bandiera. E oggi gli alleati, soprattutto Fratelli d’Italia, gli hanno detto che il ponte non si farà.
“Nel 2024 bisogna vedere, io dubito che il prossimo anno saremo già agli appalti” ha detto stamattina il capogruppo alla Camera del partito di Meloni, Tommaso Foti.
Poi ci si è messo pure il centristra Lupi: “va bene il ponte ma bisogna mettere le risorse su famiglia imprese salari e sanità”.
Salvini, si può immaginare, non l’ha presa bene: “apriremo i cantieri nell’estate del 2024” ha replicato.
Ovviamente lui per primo sa che senza il via libera di Meloni non ci sarà alcun cantiere, e oggi si è capito che non è aria.
Lo scontro sul ponte è solo l’ultimo di una campagna elettorale per le europee che di fatto è già iniziato e che a destra si gioca tra Meloni e Salvini, in una rivalità a tutto campo con Salvini che cerca di porsi il più a destra possibile e Meloni che cerca di mettere i paletti all’alleato rivale. Ma ci sono anche altri dossier economici, pure più importanti. Ad esempio la trattativa con Bruxelles per allentare il patto di stabilità, dove Meloni teme le irruenze del leghista. E ad esempio il capitolo dei condoni. Salvini vorrebbe un altro condono, altre cartelle rottamate, ma stavolta è stato il suo ministro dell’Economia, Giorgetti, a stopparlo.
La manovra economica sarà influenzata anche da questa continua tensione nella maggioranza.

Strage ad Alessandria

Ad Alessandria oggi un uomo di 66 anni ha ucciso moglie, figlio , suocera e poi si è suicidato.
Questa mattina l’uomo si è recato in una struttura di riabilitazione ha ucciso la suocera e poi si è suicidato. I carabinieri hanno cercato di contattare la moglie e il figlio è hanno scoperto il triplice omicidio.

Francesco Conti di Radio Gold.

 

Il Cei contro la stretta sui migranti del Governo

L’altro provvedimento al vaglio del Consiglio dei ministri è quello dedicato all’immigrazione. Le ultime bozze prevedono la possibilità di rinchiudere nei cpr insieme agli adulti anche i minori dai 16 ai 18 anni ed espulsioni più facili ad esempio nel caso di dichiarazioni false sull’età.
“Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per una soluzione del problema dei migranti solo in termini di respingimento, di contenimento e di ordine pubblico”. Ha affermato il segretario generale della Cei, Monsignor Giuseppe Baturi, nella conferenza stampa di chiusura dei lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, rispondendo alle domande sulla stretta sui migranti del Governo. Preoccupazioni e critiche sono state espresse oggi anche dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Sandra Zampa senatrice Pd e prima firmataria della legge del 2017 a tutela dei minori stranieri non accompagnati.

 

Strage di Bologna, confermato l’ergastolo per l’ex Nar Gilberto Cavallini

E’ stato confermato l’ergastolo per la strage alla stazione di Bologna per l’ex Nar Gilberto Cavallini. La corte d’assise d’appello di Bologna ha confermato il verdetto di primo grado per l’ex terrorista nero per aver dato supporto materiale e logistico agli esecutori dell’attentato: Mambro, Fioravanti e Ciavardini.
La sentenza di appello, inoltre, ha accolto le obiezioni della stessa procura sulla natura della strage. La condanna di primo grado infatti si riferiva a una strage “semplice” e non “politica”. E definiva i Nar un gruppo “spontaneistico”.
Ora, con l’appello, torna chiara invece la matrice politica, eversiva e neofascista, della strage che il 2 agosto 1980 uccise 85 persone.

Paolo Morando, Giornalista e scrittore autore del libro “La strage di Bologna”

 

Viktor Sokolov fa il giro del mondo

L’immagine del comandante della flotta russa nel Mar Nero, Viktor Sokolov, sta facendo il giro del mondo.
Ucciso in un bombardamento su Sebastopoli per gli ucraini, vivo e vegeto secondo i russi.
Mistero a parte questa storia ci dice soprattutto una cosa: Crimea e Mar Nero stanno diventando un teatro sempre più importante della guerra.
Dall’inizio del conflitto Mosca ha usato le sue navi per lanciare missili sulle città ucraine e per bloccare i porti di Kyiv sul Mar Nero, così importanti per le esportazioni di cereali e quindi per l’economia ucraina.
Era stato proprio l’accordo sul grano – luglio 2022 – a ridurre la propensione all’attacco della flotta russa. L’accordo ora è saltato, da oltre due mesi – luglio 2023.
Da allora, in conomitanza con il lancio della contro-offensiva nel sud e nell’est dell’Ucraina, Kyiv ha intensificato anche le operazioni in quel quadrante, Crimea e Mar Nero.
Nelle ultime settimane sono state colpite più volte le navi militari russe, in almeno un caso anche un sottomarino.
Gli attacchi sono stati in mare aperto, nel porto di Sebastopoli e in generale in Crimea, vicino al ponte sullo stretto di Kerch.
Gli ucraini hanno usato spesso droni marini – piccole imbarcazioni cariche con 300 chili di esplosivo – ma anche missili.
Gli attacchi degli ultimi giorni sono stati preparati con una campagna per mettere fuori uso una parte dei sistemi di difesa.
Non è un caso che ieri il governatore della Crimea abbia chiesto a Mosca una protezione più efficace per la penisola.
Gli ucraini hanno anche ripreso il controllo di una serie di piattaforme un tempo usate per le esplorazioni di gas e petrolio, con la guerra diventate rampe di lancio e postazioni per i radar russi.
A confermare le difficoltà di Mosca le prime due navi cargo arrivate e ripartite nei giorni scorsi dal porto ucraino di Chornomorsk carcihe di cereali. Gli ucraini stanno cercando di rendere funzionante un corridoio nella parte più occidentale del Mar Nero, lungo la costa di due paesi NATO, Romania e Bulgaria.
I russi ovviamente conoscono bene l’importanza del Mar Nero e proprio per questo da luglio hanno bombardato a ripetizione i porti ucraini, anche quelli sul Danubio, usato come via alternativa per le esportazioni agricole.
L’Ucraina è vicina a riprendere la Crimea? No, ma vuole che per i russi diventi sempre più complicato mantenerla e allo stesso tempo ha assolutamente bisogno di recuperare accesso al Mare, dal quale dipende la sua economia.

 

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    La Lega ha ottenuto il rinvio dell’entrata in vigore del blocco alle auto diesel euro 5. Con un emedamento al decreto infrastrutture è stata rimandata di un anno l’entrata in vigore del provvedimento, che era stato approvato dal governo in recepimento di una direttiva europea. Il blocco agi diesel più inquinanti scatterà a questo punto solo alla fine del 2026: e non riguarderà tutte le città oltre i 30mila abitanti ma sarà applicato solo alle grandi città di oltre 100mila. La Lega e Salvini in queste ore rivendicano questo come “un atto di buonsenso”. Una lettura diversa e opposta a quella che danno in queste ore le associazioni ambientaliste e molti osservatori. Ester Marchetti, direttrice del settore trasporto pulito di Transport and environment.

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