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Gli ostacoli per le riaperture, Liliana Segre in Senato per Patrick Zaki e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di mercoledì 14 aprile 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. L’Italia dovrebbe ricevere 53 milioni di dosi di vaccino anti-COVID nel secondo trimestre del 2021, ma l’obiettivo delle 500mila inoculazioni al giorno resta lontano. E anche il ritorno ad una semi-normalità per l’inizio di giugno dovrà fare i conti con qualche ostacolo. Dai nuovi atti depositati dalla Procura di Roma in vista dell’udienza preliminare sull’omicidio di Giulio Regeni emergono nuove testimonianze. Anche la senatrice a vita Liliana Segre è giunta oggi a Roma per chiedere al governo di concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Gli ostacoli al ritorno ad una semi-normalità a giugno

(di Luigi Ambrosio)

Domani il ministro leghista Giorgetti chiederà a Draghi, in un incontro fissato per parlare di Recovery Plan, di procedere con le aperture già la prossima settimana. 

Speranza, il ministro della salute, vorrebbe iniziare a maggio e una mediazione nel governo potrebbe essere quella degli ultimi giorni di aprile.
La carta di Speranza, indebolito dagli ultimi attacchi, è quanto ha già detto Draghi: le riaperture, ribadiscono dal Ministero della Salute, sono condizionate dall’andamento della campagna di vaccinazioni. 

I primi a tornare a lavorare dovrebbero essere ristoranti e locali, magari all’inizio solo a pranzo e poi, dopo una settimana o una decina di giorni, anche la sera, all’aperto. Tanto che si stanno ipotizzando regole meno severe per i tavolini all’aperto, una sorta di “tavolini per tutti” per rispondere a chi sta già protestando perché lo spazio all’aperto non lo ha, e ulteriori sospensioni delle tasse per l’occupazione del suolo pubblico.
Anche i cinema e i teatri premono sul governo, ma in questo caso è più complicato. Speranza si rifà al Comitato Tecnico Scientifico che studia nuovi protocolli di sicurezza da affiancare a mascherine e misurazioni della temperatura, per cominciare ad aprire qualcosa a maggio: un esempio che viene portato è quello di tamponi per ingressi contingentati.

 Più avanti si ipotizza di arrivare alla green card vaccinale e ai tracciamenti, per riaprire anche le attività al chiuso, si pensi non solo a cinema teatri e ristoranti ma anche ad esempio alle palestre.
 
Una sorta di semi normalità che il governo sogna per i primi di giugno, tanto da rendere la partita Italia-Turchia dell’11 giugno con gli spettatori all’Olimpico una sorta di data della liberazione.
Ma ci sono due ostacoli: i programmi ottimistici fatti da Draghi e Figliuolo sulle vaccinazioni hanno dovuto essere ridimensionati. E le tecnologie che dovrebbero essere applicate, si pensi ai tracciamenti, in Italia fino a oggi hanno funzionato poco e male.

53 milioni di dosi di vaccino in arrivo, ma l’obiettivo delle 500mila inoculazioni al giorno si allontana

(di Mattia Guastafierro)

Tra i pochi dati certi ce n’è uno. 53 milioni. È il numero di vaccini che da contratto spetta all’Italia nel secondo trimestre. Tra aprile e giugno Pfizer deve consegnare 32 milioni di dosi, AstraZeneca 10 milioni, Johnson & Johnson 7 milioni, Moderna 4 milioni e mezzo. In totale appunto 53 milioni, che comprendono anche i 7 milioni aggiunti oggi da Pfizer, dopo il nuovo accordo firmato in Europa.
Il problema sono i tempi delle consegne. La distribuzione avviene a rate e non sempre è rispettata. Le aziende più affidabili finora sono state Pfizer e Moderna. AstraZeneca invece più volte non ha mantenuto gli impegni, mentre le dosi di J&J sono ferme, in attesa di indicazioni delle autorità del farmaco. Incidenti di percorso che hanno avuto un impatto importante sul piano Figliuolo. Il generale ha rivisto al ribasso gli obiettivi. Non più mezzo milione di iniezioni al giorno entro la fine di aprile, ma 315mila. Soglia ancora mai raggiunta in Italia.
A complicare le cose, ci sono poi le inefficienze regionali. In alcuni centri manca il personale vaccinatore e nei fine settimana il numero di somministrazioni cala a picco. Tutti elementi che non fanno girare la macchina a pieno regime e che rischiano di far slittare il traguardo dell’immunità di gregge.
Grazie alle dosi in più aggiunte da Pfizer, Figliuolo ha assicurato che il piano andrà avanti così come è stato pensato. E in suo soccorso potrebbero arrivare anche le 7 milioni di dosi garantite da Curevac per l’Italia, se il vaccino tedesco sarà approvato entro giugno. I ritardi e le inefficienze sono però sempre dietro l’angolo. L’esperienza di questi mesi invita a non esultare.

Liliana Segre in Senato per la cittadinanza a Patrick Zaki

(di Anna Bredice)

C’è una sottosegretaria agli esteri, Marina Sereni del PD, che pensa che la concessione della cittadinanza a Patrick Zaki sia “una misura del tutto simbolica”, queste le sue parole, “priva di effetti pratici a tutela di Zaki, anzi, sintetizza, forse anche controproducente”.
Il Senato aveva appena finito di votare un ordine del giorno, con l’astensione di Fratelli d’Italia, in cui si chiede al governo di attivarsi subito per concedere la cittadinanza italiana e la risposta arrivata dal governo sembra quasi depotenziare un atto che poteva essere di pressione verso il governo egiziano.
Ma forse non c’è una eccessiva preoccupazione al Cairo rispetto al voto di oggi, visto che solo due giorni fa è salpata dall’Italia una seconda nave militare venduta all’Egitto, eseguendo un accordo commerciale di un anno fa. E se pure Zaki all’epoca era da poche settimane in carcere, c’era comunque il grande scandalo della morte di Giulio Regeni dopo anni ancora senza colpevoli e spiegazioni.
E quindi forse è più per gli interessi economici tra Italia ed Egitto che la richiesta del Parlamento di concedere la cittadinanza italiana a Zaki rischia di essere priva di conseguenze diplomatiche forti, si è visto in questi anni con il caso Regeni.
Eppure molti ci credono fortemente e hanno risposto a quel biglietto mandato da Zaki in Italia, che scrive “ancora resistendo”. Ad esempio la senatrice a vita Liliana Segre, che oggi è arrivata da Milano a Roma per partecipare a questo voto. Sentiamola ai nostri microfoni:

 

Nuove testimonianze sull’omicidio di Giulio Regeni

(di Omar Caniello)

Ci sono nuove testimonianze sull’omicidio di Giulio Regeni. È quanto emerge dai nuovi atti depositati dalla Procura di Roma in vista dell’udienza preliminare, fissata per il 29 aprile, a carico dei 4 agenti dell’intelligence egiziana accusati del rapimento e dell’omicidio del ricercatore italiano. Secondo le nuove testimonianze i 4 sono stati i rapitori e torturatori di Regeni e furono sempre loro a pianificare e inscenare una rapina per depistare le indagini.
Le dichiarazioni arrivano da un nuovo testimone, un cittadino egiziano che si è presentato spontaneamente presso una sede diplomatica italiana in Egitto. Si tratterebbe di un amico del sindacalista Mohamed Abdallah, cioè la persona che denunciò Giulio alle forze di sicurezza del Cairo.
Le vicende di Giulio Regeni e Patrick Zaki non hanno rallentato gli affari economici tra Roma e il Cairo e in particolare la vendita di armi. Pochi giorni fa l’Italia ha consegnato la seconda nave da guerra all’Egitto nel giro di pochi mesi. Francesco Vignarca della Rete Italiana per il Disarmo:

 

Le proposte per la riapertura dei luoghi dello spettacolo

(di Ira Rubini)

“Intendo fare tutto il possibile per garantire una riapertura” di un settore che “sta vivendo una sofferenza enorme”, ha detto il Ministro della Cultura, prima di andare al Globe Theatre, ora intitolato a Gigi Proietti, dove stamani un gruppo di lavoratori dello spettacolo ha iniziato un’occupazione dal titolo “A noi gli occhi, please!”. Un’azione ispirata alle analoghe iniziative al Chiostro del Piccolo Teatro Grassi di Milano e al Mercadante di Napoli. Il Ministro ha aggiunto “le proposte che ho fatto al Comitato Tecnico Scientifico per la riapertura dei luoghi dello spettacolo sono ragionevoli, viste con le categorie, e spero che la risposta del CTS sia positiva. Credo che nei prossimi mesi si debba puntare in Italia a una serie di eventi all’aperto. Riapriranno in condizioni di sicurezza anche i luoghi al chiuso, ma abbiamo la grande possibilità, per come è fatta l’Italia, allargando un po’ sui numeri le regole di sicurezza, di avere una stagione all’aperto, perché abbiamo un grande bisogno di avere le nostre piazze piene di attività culturali. È anche un modo per far ripartire il Paese”. Più in dettaglio, “in una lettera ho chiesto nelle zone gialle di ampliare la capienza dei locali. Ho chiesto al CTS di poter passare al 50% della capienza, fino 500 persone al chiuso e fino a 1.000 all’aperto, con la possibilità alle Regioni, come è stato l’anno scorso, di dare deroghe per luoghi particolari.“ E ancora “qualora venisse prevista la riapertura degli stadi per le partite di calcio, se nello stesso luogo si dovesse svolgere un concerto, le regole dovranno essere identiche e non ci potranno essere differenze perché non si va in base all’importanza dell’evento o al suo valore, ma si va in base a delle regole che devono essere uguali per tutti”. Intanto, prosegue il cronoprogramma dei coordinamenti dello spettacolo con molti appuntamenti, fra cui una nuova tappa del flashmob internazionale Bauli in Piazza, stavolta a Piazza del Popolo a Roma.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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