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Il nuovo record di contagi in tutto il Mondo, il rischio di un’Italia in zona rossa entro fine mese e le altre notizie della giornata

tamponi covid sanità privata ANSA

Il racconto della giornata di martedì 4 gennaio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Tutto il Mondo sta facendo i conti con la variante Omicron, sempre più diffusa. È record di casi in tanti Paesi, dagli Stati Uniti alla Francia, dal Regno Unito alla Grecia e all’Italia, dove la Lombardia si conferma ancora una volta l’epicentro della nuova ondata, anche se l’intero Paese, a questo ritmo, fischia di finire in zona rossa entro la fine del mese. Sempre entro fine gennaio, però, in Italia arriveranno 3 milioni di dosi del vaccino anti-COVID prodotto dalla società americana Novavax. Secondo il rapporto realizzato dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, in Italia i lavoratori delle piattaforme digitali sono più di 570.000, l’1,3% della popolazione totale tra i 18 e i 74 anni.

La Lombardia è ancora l’epicentro della nuova ondata

Si attendeva per oggi un nuovo record di contagi da coronavirus ed è stato così: oltre 170.800 i nuovi positivi, con un picco in Lombardia.

(di Chiara Ronzani)

Sapevamo che negli ultimi 3 giorni i numeri erano sottostimati, per il Capodanno e il fine settimana e il basso numero di tamponi processati, oggi abbiamo avuto la conferma che la variante Omicron sta dilagando ed è diventata prevalente in molte regioni.
170.844 i contagi accertati, il numero più alto da inizio pandemia. Ogni 100 tamponi, 14 sono stati positivi. La gran parte dei contagi si concentra in Lombardia, dove i positivi sono stati oltre 50mila e il tasso di positività sfiora il 21%. E sappiamo che la domanda di tamponi non è stata soddisfatta, quindi non si può escludere una fetta di sommerso.
C’è stata poi una grande crescita di morti: 259 oggi, contro le 140 di ieri. Non accadeva dal 30 aprile scorso, anche se il dato potrebbe essere il frutto della somma di più giorni, a causa dei festivi.
Negli ospedali sono entrati 579 pazienti nei reparti COVID, 41 in terapia intensiva.

L’Italia tornerà in zona rossa entro fine mese? Il parere dell’epidemiologo La Vecchia

Il numero di ospedalizzati cresce, e il rapporto tra posti occupati e totali è determinante per le decisioni che il governo prenderà: molte regioni sono appena passate in zona gialla, ma parecchie altre sono sul filo dell’arancione, perché il sistema sanitario rischia la saturazione: a rischio Liguria, Marche, provincia di Trento, Calabria, Valle d’Aosta e Veneto. Secondo l’epidemiologo dell’Università Statale di Milano Carlo La Vecchia, a questo ritmo entro fine mese tutta Italia tornerà in zona rossa:


 

Come funziona il vaccino Novavax in arrivo in Italia entro fine gennaio

Entro fine gennaio in Italia arriveranno 3 milioni di dosi del vaccino anti-COVID prodotto dalla società americana Novavax. Lo ha annunciato oggi il sottosegretario alla sanità Andrea Costa, sottolineando che il suo funzionamento è diverso da quello dei vaccini disponibili finora: “Qualcuno afferma che potrà convincere i titubanti, noi ce lo auguriamo”, ha detto Costa.

(di Andrea Monti)

Il meccanismo con cui agisce Novavax è più “tradizionale”, meno innovativo di quello dei prodotti a mRna di Moderna e Pfizer-BioNtech. I vaccini anti-COVID autorizzati sono tutti sicuri, è il messaggio delle autorità, ma il fatto che ne arrivi uno più simile ad altri usati in passato fa sperare che una parte delle persone che finora hanno detto no cambi idea. Non è chiaro quando saranno esattamente le prime iniezioni: la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, contattata da Radio Popolare, si è limitata a sottolineare che le fiale devono ancora essere consegnate. Ma chi vorrà Novavax potrà sceglierlo o dovrà prenotare “al buio”, senza sapere quale prodotto sarà proposto il giorno dell’appuntamento? Non tocca a noi deciderlo, ci è stato detto in sostanza dalla struttura commissariale. Secondo le indicazioni dell’Aifa – l’agenzia italiana del farmaco – Novavax dovrebbe essere riservato a chi non ha fatto nemmeno una dose e ha almeno 18 anni (per chi è minorenne non è autorizzato). Secondo i calcoli della Fondazione Gimbe parliamo di circa 5 milioni di persone, di cui più o meno metà – secondo una stima attribuita al governo – lavora, e potrebbe essere spinta a vaccinarsi dall’estensione del Super Green Pass che sta per essere approvata. Dando per scontato che non tutte queste persone accetteranno l’iniezione, i 3 milioni di dosi annunciati dal sottosegretario Costa sono un buon inizio, per accontentare chi fosse disposto a dire sì solo di fronte a Novavax. Lo stesso Figliuolo, il presidente dell’Aifa e professori autorevoli come il farmacologo Garattini hanno ipotizzato che il nuovo vaccino possa convincere chi non ha voluto quelli disponibili finora. Tra alcune settimane sapremo se e quanto ci sarà un effetto di questo tipo. 

Tutto il Mondo sta facendo i conti con la variante Omicron

La diffusione della variante Omicron sta portando ad un rapidissimo aumento dei contagi anche in diversi altri paesi. Negli Stati Uniti è stato superato il milione, nel Regno Unito i 200mila, in Francia il governo ne prevede 300mila al giorno fin da subito. In Europa numeri da record, tra gli altri, anche in Grecia e Svezia.
La Cina invece continua a perseguire la linea dei “contagi zero”. Una città di oltre un milione di abitanti, Yuzhou, è stata messa in lockdown per tre positivi asintomatici. Tra poche settimane a Pechino ci saranno i Giochi Invernali. L’organizzazione ha già creato una bolla per tutto il personale che lavorerà all’evento.
In India, anche qui casi in aumento, è stato deciso il coprifuoco nei fine-settimana per la capitale New Delhi.

Oltre 1 milione di contagi negli Stati Uniti in 24 ore

(di Emanuele Valenti)

In una sola giornata, ieri, lunedì 3 gennaio, sono stati registrati negli Stati Uniti 1 milione e 80mila contagi. Secondo la Johns Hopkins University, che raccoglie i dati a livello globale dall’inizio della pandemia, si tratta del numero più alto di sempre in tutto il Mondo.
Domenica il principale consulente dell’amministrazione per le malattie infettive, Anthony Fauci, aveva confermato che i casi stanno crescendo in maniera verticale. Oltretutto i media americani spiegano come molte persone continuino a testarsi a casa, senza alcuna comunicazione ufficiale alle autorità sanitarie. Un milione di contagi è quindi una cifra conservativa.
I decessi e le ospedalizzazioni non stanno seguendo gli stessi ritmi di crescita, ma i ricoveri COVID sono comunque più di 100mila, il dato più alto degli ultimi quattro mesi.
Il rischio è quindi che i numeri, la quantità, ancora prima della gravità dei nuovi ricoveri, mandino in tilt il sistema sanitario. L’impatto si fa sentire per ora sui trasporti, sul mondo del lavoro, sulla scuola. Molte hanno già optato nuovamente per la didattica a distanza.
Fa discutere intanto la decisione del Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, che ha dimezzato da 10 a 5 giorni l’isolamento per i positivi asintomatici, senza ancora specificare se dovranno fare un tampone prima di uscire dalla quarantena.

In Italia l’equazione tra gig economy e lavoro occasionale è stata ampiamente superata

(di Guglielmo Vespignani)

Alla faccia dei lavoretti. Secondo il rapporto realizzato dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, in Italia i lavoratori delle piattaforme digitali sono più di 570.000, l’1,3% della popolazione totale tra i 18 e i 74 anni. Di questi, tre su quattro sono uomini, sette su dieci hanno un’età compresa tra i 30 e i 49 anni e uno su due svolge mansioni di consegna legate a piattaforme digitali, siano essi i rider del food delivery o i fattorini che portano a casa le spedizioni.
Ma c’è di più: per circa il 48% di questi lavoratori e lavoratrici, ovvero qualcosa come 274mila persone, il lavoro digitale costituisce la principale fonte di reddito, e per l’80,3% degli intervistati si
tratta di una fonte di sostegno importante o addirittura essenziale.
Ecco quindi che alla vigilia della presentazione della proposta di direttiva della Commissione
Europea per il miglioramento delle condizioni contrattuali del lavoro nelle piattaforme, arriva un documento che evidenzia come in Italia l’equazione tra gig economy e lavoro occasionale sia ampiamente superata.
Questo, chiaramente, anche laddove l’occupazione nelle piattaforme non è regolamentata da contratti collettivi. Per questo, sottolinea Sebastiano Fadda, presidente dell’Istituto che ha stilato il rapporto, “l’adozione della direttiva può rappresentare un importante punto di riferimento sovranazionale per regolamentare e tutelare il lavoro”.
Così potrebbero garantire alcuni diritti fondamentali finora negati all’interno del lavoro nella gig economy, tra cui salario minimo, orario di lavoro, sicurezza e salute sul lavoro, forme di assicurazione e protezione sociale.

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