Il racconto della giornata di giovedì 13 luglio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il fronte antimafia alza gli scudi contro il ministro della Giustizia Nordio, che vuole cancellare il concorso esterno in associazione mafiosa. Il braccio destro di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, frena il Guardasigilli: “Non è un tema in discussione”. Mattarella e la presidente del Consiglio Meloni subito dopo la fine del Consiglio supremo di difesa si sono trattenuti a colloquio nella prima occasione dopo lo scontro aperto tra il governo e i magistrati. La guerra in Ucraina e l’inchiesta della Bbc sul naufragio di Pylos. Berlino separa economia e politica: il governo Scholz ha pubblicato il suo primo e atteso documento strategico sui rapporti con Pechino. Ci sono dei colpevoli per il caso di Emanuele Scieri, il parà di leva trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999.
L’alzata di scudi del fronte antimafia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa
Si è svolto oggi il consiglio supremo di difesa tra Mattarella e Meloni. Ufficialmente, il presidente della Repubblica e la premier hanno discusso del summit della Nato a Vilnius, ma la riunione è stata la prima occasione in cui i due si sono visti dopo i conflitti aperti dal governo con la magistratura.
L’ultimo scontro è stato quello innescato dal ministro Nordio che ieri ha lanciato l’idea di rimodulare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Un’idea che ha acceso le forti proteste del fronte antimafia. Dopo le sue parole, il sottosegretario del governo Mantovano ha provato a ridimensionare Nordio. Al Fatto Quotidiano il braccio destro di Meloni ha detto che la modifica del reato non è in discussione.
Una dichiarazione che però non rassicura Salvatore Borsellino, secondo cui la proposta di Nordio è un attentato al lavoro svolto da Falcone e da suo fratello Paolo Borsellino
Intanto, oggi si è saputo che gli investigatori antimafia di Firenze e Milano hanno perquisito l’abitazione e gli uffici di Marcello Dell’Utri nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi del 93. I magistrati di Firenze il prossimo 18 luglio interrogheranno Dell’Utri che – ricordiamo – è stato già condannato in passato per concorso esterno in associazione mafiosa. Stando a quanto riporta Repubblica, nel decreto di perquisizione la procura di Firenze dice che Dell’Utri avrebbe sollecitato il boss Graviano “ad attuare la campagna stragista per indebolire il governo Ciampi e creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia di Berlusconi”. Enrico De Aglio, giornalista e scrittore.
Zelensky voleva un calendario preciso sull’ingresso alla Nato
(di Emanuele Valenti)
Ufficialmente gli ucraini volevano un calendario preciso per il loro ingresso nella Nato. Avevano accettato il fatto che sarebbe stato impossibile entrare a guerra in corso, ma volevano un percorso, nel limite del possibile, definito. Questo non lo hanno ottenuto. Ma alla fine del vertice di Vilnius, soprattutto dopo l’incontro con Biden, Zelensky ha ammorbidito la sua posizione.
È vero che l’invasione del febbraio 2022 ha proiettato l’Ucraina in una dimensione completamente nuova. Ma se allarghiamo la prospettiva, e analizziamo questo passaggio con un orizzonte più ampio, gli ultimi dieci anni, ci rendiamo conto di quanto sia cambiata, radicalmente, la posizione geopolitica di Kiev, nel giro di pochi mesi. L’Ucraina è ormai chiaramente nell’orbita Occidentale, Atlantica. A meno che Putin non riesca a mettere le mani su altro territorio – cosa difficile – Kiev è e sarà sempre più ancorata a Europa e Stati Uniti. Prima della guerra, fino a febbraio 2022, era impensabile un ingresso dell’Ucraina nella Nato. Gli stessi ucraini, dichiarazioni ufficiali a parte, lo sapevano molto bene. Non sappiamo se e quando succederà, ma in ogni caso adesso se ne parla in maniera concreta.
Scontato anche il fatto che non ci sia un calendario ufficiale. Sarebbe stato come lasciare a Putin la scelta: “quando finisce la guerra l’Ucraina entrerà ufficialmente nell’Alleanza Atlantica. Decidi tu i tempi”. Da capire poi promesse e garanzie occidentali a Zelensky, se ci sono state, nel caso dovesse cominciare una trattativa con Mosca.
La Germania prende le distanze dalla Cina
Il governo Scholz ha pubblicato il suo primo e atteso documento strategico sui rapporti con Pechino. Il messaggio non è univoco ma sembra esserci un cambiamento importante, che dovrebbe avere conseguenze anche sui rapporti tra Cina ed Europa.
Il servizio da Berlino di Walter Rahue
Le pressioni sui superstiti del naufragio di Pylos per identificare i 9 scafisti
(di Martina Stefanoni)
Poco dopo il naufragio del 14 giugno, 9 uomini egiziani sono stati arrestati e accusati di omicidio colposo e contrabbando di persone. Le autorità greche e una certa opinione pubblica hanno subito puntato il dito contro di loro e in pochi giorni sono diventati gli scafisti. Le persone responsabili di quanto successo, il capro espiatorio di una tragedia che, a ben guardare, ha ben altri colpevoli a ben più alti livelli.
La velocità con cui i 9 uomini sono stati individuati ed arrestati, è stata lodata dai media locali come una prova dell’efficienza dei lavori investigativi. Pian piano, però, pezzo dopo pezzo, emerge un’altra versione, quella di chi su quella nave sovraffollata c’era per davvero e che la morte l’ha sfiorata per un pelo.
Alcuni sopravvissuti, infatti, hanno raccontato alla BBC di come la Guardia Costiera greca abbia fatto pressioni sui superstiti affinché identificassero i 9 uomini come colpevoli. Una pratica già utilizzata in passato nel tentativo di incolpare persone innocenti e spostare l’attenzione dalle proprio responsabilità.
La Bbc ha avuto anche accesso ad alcuni documenti giudiziari. Nelle dichiarazioni iniziali dei sopravvissuti, nessuno menzionava il tentativo della guardia costiera di rimorchiare la nave dei migranti con una corda. Ma giorni dopo, davanti a un giudice, gli stessi testimoni hanno invece denunciato la manovra, che – tra l’altro – in questi giorni è stata ricostruita anche da diverse inchieste giornalistiche che hanno mostrato come quest’operazione sia stata, con ogni probabilità, la causa del naufragio. “State zitti” è stato l’ordine che la guardia costiera avrebbe dato ai sopravvissuti una volta arrivati nel porto di Kalamata, “avete scampato la morte non parlate più dell’incidente”.
Due ex caporali della Folgore condannati per il caso di Emanuele Scieri
Ci sono dei colpevoli per il caso di Emanuele Scieri, il parà di leva trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999. La Corte d’assise della città toscana ha condannato in primo grado per omicidio volontario in concorso gli ex caporali della Folgore, Alessandro Panella a 26 anni, e Luigi Zabara a 18 anni. Entrambi sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dai pubblici uffici nonché al risarcimento dei danni. Erano finiti sotto inchiesta nel 2018, con una svolta nelle indagini della procura di Pisa e dopo che già la commissione parlamentare d’inchiesta aveva concluso che Scieri non si era suicidato. Per la procura, infatti, l’ex parà di leva sarebbe rimasto vittima di atti di nonnismo. “Oggi è stata scritta una pagina di verità”, è stato il commento di Francesco Scieri, fratello di Emanuele. Riccardo Chiari, giornalista del Manifesto da Pisa che per anni ha seguito la vicenda