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La crisi diplomatica tra Italia e Francia, il primo decreto aiuti del governo Meloni e le altre notizie della giornata

Salvini Meloni ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 10 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. È crisi diplomatica tra Italia e Francia sulla questione migratoria. La concessione del porto francese di Tolone per sbarcare i naufraghi della Ocean Viking è stata accompagnata da durissime dichiarazioni da parte di Parigi sulla gestione italiana del caso. Il Consiglio dei Ministri ha varato il nuovo decreto aiuti, 9 miliardi e mezzo di euro, ereditati dal governo Draghi, che serviranno per il caro bollette. E approvato anche l’aumento al tetto del contante, che passerà da 2.000 a 5.000 euro. Le sorti del conflitto in Ucraina, in questa fase, passano dalla possibile caduta di Kherson, la regione annessa alla Russia con i cosiddetti referendum: la controffensiva di Kiev sta per stringere la città e l’esercito russo è sempre più in difficoltà. Negli Stati Uniti, mentre il conteggio dei voti prosegue, i democratici si avviano a mantenere il controllo del Senato.

È crisi diplomatica tra Italia e Francia sulla questione migratoria

È crisi diplomatica tra Italia e Francia sulla questione migratoria. La concessione del porto francese di Tolone per sbarcare i naufraghi della Ocean Viking è stata accompagnata da durissime dichiarazioni da parte di Parigi sulla gestione italiana del caso. Il ministro francese Darmanin ha definito incomprensibile la decisione di non autorizzare lo sbarco in italia. Ha specificato che la concessione del porto in Francia ha delle motivazioni puramente umanitarie e ha detto che si tratta di un fatto eccezionale. Poi l’annuncio: Parigi cancella con effetto immediato la propria disponibilità ad accogliere 3.500 rifugiati che si trovano in Italia, in base all’accordo sui ricollocamenti siglato a Lussemburgo lo scorso giugno. Perchè il governo francese è così irritato? Lo abbiamo chiesto al corrispondente italiano di Liberation Eric Joseph:


 

In tutta risposta il governo italiano ha sostanzialmente alzato le spalle. Sulla base del meccanismo volontario di solidarietà sono stati ricollocati da giugno ad oggi in altri paesi europei solo 117 rifugiati. Meloni, Salvini, Tajani hanno dunque buon gioco a dire che dell’aiuto europeo possono continuare a fare a meno. Ma dimenticano che sono proprio Francia e Germania i primi paesi europei per numero di richieste d’asilo all’anno. Dimenticano o fingono di dimenticare.

La ricerca di nemici in Europa è funzionale alla narrazione meloniana

La ricerca di nemici in Europa è funzionale alla narrazione meloniana e il braccio di ferro può avere anche effetti positivi in termini di consenso interno. Il tutto ovviamente sulla pelle dei migranti.

(di Luigi Ambrosio)

È proprio scritto nel manuale del bravo populista che individuare dei nemici è fondamentale per alimentare il consenso. Il governo Meloni in poche settimane se ne è già creati parecchi. I raver, ad esempio, sono lo stereotipo del nemico ideale: così diversi, così facili da reprimere.
I migranti e chi li aiuta, altro esempio, sono un grande classico e non per nulla la campagna anti sbarchi è iniziata subito.
Quando si toccano i rapporti internazionali però il gioco diventa pericoloso. Meloni si è spesa molto per accreditarsi nel mondo occidentale, promettendo continuità in Europa e nel sostegno all’Ucraina. Ma questa crisi diplomatica con la Francia è grave e mina la credibilità acquisita. Soprattutto non si sa dove potrà portare.
Per un populista, in particolare per un populista di estrema destra, la Francia del presidente liberale che ha sconfitto gli amici Le Pen e Zemmour; la Francia della rivalità nella finanza, nell’agroalimentare, nelle telecomunicazioni, negli interessi nel Mediterraneo, è il bersaglio perfetto.
Le spacconate sul caso Ocean Viking hanno determinato la reazione di Parigi, le prime contro-reazioni di Roma sono di incredulità e di sdegno.
Il rischio escalation, per usare un termine che va per la maggiore, è evidente. La tentazione e il pericolo di una deriva italiana alla Orbàn, nel medio periodo, pure. Il messaggio che è arrivato oggi dall’Europa è: non provateci.

Il primo decreto aiuti del governo Meloni tra taglio al bonus edilizio e trivellazioni

(di Anna Bredice)

Il Consiglio dei Ministri ha varato il nuovo decreto aiuti, 9 miliardi e mezzo di euro, ereditati dal governo Draghi, che serviranno per il caro bollette. Nessun intervento strutturale quindi, ma di fatto il prolungamento fino a fine anno dei bonus già previsti dal precedente governo. Per l’anno prossimo gli interventi andranno invece nella manovra economica.
Il governo Meloni però ci ha messo anche del suo. In particolare entra l’aumento al tetto del contante. Una misura bandiera della Lega che Meloni ha fatto sua. Rispetto ai 10mila euro chiesti da Salvini, passerà da 2.000 a 5.000 euro. Nel decreto dovrebbe entrare subito anche il taglio al bonus edilizio, che passa dal 110 al 90% e con un limite di reddito per le singole unità immobiliari, e la ripresa delle trivellazioni.
Ben prima che il Consiglio dei Ministri si riunisse, era già arrivata la soddisfazione via social di Matteo Salvini, che anche questa volta si è intestato tutte le misure inserite nel decreto che avranno a che fare con una sorta di tregua fiscale: quel messaggio sotto traccia che deve arrivare agli elettori di destra e che serve a dire che c’è un occhio meno opprimente sulle ricevute, scontrini e fisco. Così come il primo Consiglio dei Ministri aveva colpito i rave, toccando il tema sempre vincente a destra della lotta alla droga e all’alcol, e poi ancora il decreto sui migranti, salvo creare un caso con la Francia. Ora il primo decreto aiuti riprende un altro cavallo di battaglia, l’aumento del tetto del contante. Importante per entrambi, per Meloni e per Salvini, ma Salvini se lo intesta subito e a Giorgia Meloni lascia da gestire la patata bollente delle trivelle con i suoi, i governatori leghisti del nord, che ancora forse non gli hanno perdonato il risultato delle elezioni.
Meloni aveva anche aggiunto che l’aumento dell’uso contante sarebbe “servito ai più poveri”, intesi come coloro che non hanno una carta bancomat forse. Un modo anche per compensare l’intenzione di chiudere da una parte con il reddito di cittadinanza e dare dall’altra con pagamenti in contanti e più in nero. Nel primo decreto economico c’è anche la revisione del bonus, creando irritazione in Forza Italia, che si sarebbe trovata la proposta sul tavolo oggi senza neanche averne discusso prima.
 

Il limite al tetto del contante sale a 5mila euro

(di Massimo Alberti)

Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’aumento al tetto del contante. Una misura bandiera della Lega che Meloni ha fatto sua. Rispetto ai 10mila euro chiesti da Salvini, passerà da 2.000 a 5.000 euro. La preoccupazione per questa scelta è duplice: diversi magistrati sono preoccupati per l’effetto sul riciclaggio di denaro sporco, e poi c’è l’aspetto dell’evasione.
È poca la letteratura scientifica sulla correlazione tra uso del contante ed economia sommersa. Meloni, per giustificare l’aumento del tetto, ha usato la situazione nei paesi europei, dove non c’è una linea unica, sostenendo che anche tra paesi che non hanno un limite, l’evasione fiscale sia contenuta. È, ovviamente, un esercizio retorico, perché diversi fattori, oltre l’uso del contante, condizionano il tasso di sommerso.
Esistono però due studi, che arrivano alle stesse conclusioni, riferiti proprio all’Italia. Un paper realizzato dall’università di Napoli, ma soprattutto uno studio ufficiale della Banca d’Italia. I ricercatori sono andati a vedere cosa è successo dopo l’innalzamento del contante a 3.000 euro da parte del governo a guida PD di Renzi nel 2015. La ricerca è andata a vedere innanzitutto le segnalazioni dell’Antiriciclaggio, che vanno a vedere le operazioni dubbie agli sportelli bancari, e le stime Istat sull’economia sommersa in rapporto ai fatturati delle imprese. La conclusione è che sì, una maggior circolazione di contante fa crescere il sommerso: un aumento dell’1% delle transazioni in contanti porta ad un aumento tra lo 0,8% e l’1,8% dell’economia sommersa.
Lo studio della Federico II aveva fatto l’inverso, notando cioè che l’abbassamento del tetto al contante del 2011 aveva migliorato il recupero dell’evasione. Se dunque l’effetto è limitato, questa misura rappresenta un tassello del cambio complessivo di linea sulla lotta all’evasione fiscale, tra rottamazione delle cartelle, messaggi ai “piccoli evasori” e forse un deciso cambio di linea sull’uso delle banche dati e l’incrocio dei dati per stanare gli evasori. Tutto in un paese dove, come ha evidenziato l’allegato alla Nadef sul fisco, cresce soprattutto l’evasione consensuale, nell’erogazione di beni e servizi, di autonomi e imprese individuali, proprio uno dei pilastri elettorali dei partiti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che ora fanno a gara ad intestarsi la misura.

Gli ucraini avanzano a Kherson, l’esercito russo in difficoltà

Le sorti del conflitto in Ucraina, in questa fase, passano dalla possibile caduta di Kherson, la regione annessa alla Russia con i cosiddetti referendum.
La controffensiva di Kiev sta per stringere la città. Le truppe ucraine oggi sono entrate a Kyselivka, un villaggio che si trova a circa 15 chilometri dal centro urbano e non lontano dall’aeroporto. Anche il territorio a sud di Mykolaiv oggi è stato liberato, hanno fatto sapere gli ucraini. I russi sono in difficoltà nella regione. Da alcune settimane stanno organizzando l’evacuazione oltre il fiume Dnipro.
Oggi, intanto, lo Stato maggiore americano ha diffuso un conto delle vittime tra i militari. Dopo quasi 9 mesi di guerra “più di 100mila soldati russi sono stati uccisi o feriti”, ha detto il generale Mark Milley, aggiungendo che le perdite sono probabilmente dello stesso ordine di grandezza anche da parte ucraina.
Si tratta di una delle stime più precise fornite finora da Washington e che testimonia la sanguinosa portata della guerra in Ucraina. Se confermate, un’intera generazione è scomparsa a causa del conflitto. Alberto Negri, editorialista del Manifesto, più volte inviato di guerra:


 

I democratici USA si avviano a mantenere il controllo del Senato

Le elezioni di Midterm negli Stati Uniti. Joe Biden oggi ha ringraziato i giovani per aver frenato con il loro voto l’ondata trumpiana. “Hanno votato per continuare ad affrontare la crisi climatica, la violenza delle armi da fuoco, i loro diritti e le loro libertà personali”, ha detto il presidente. Lo spoglio degli ultimi voti, intanto, è ancora in corso. All’appello mancano i risultati di due Stati chiave: Arizona e Nevada. In Georgia invece si andrà al ballottaggio. I democratici si avviano a mantenere il controllo del Senato. L’inviato a New York Roberto Festa:

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