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La corsa per il maxi-decreto semplificazioni, la sfida Salvini-Meloni sul destino dei migranti e le altre notizie della giornata

Salvini

Il racconto della giornata di domenica 9 maggio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il governo sta preparando un maxi-decreto semplificazioni da approvare entro dieci giorni per rispettare le prime scadenze per il Piano di recupero e resilienza. Dopo una mattinata di sbarchi di migranti a Lampedusa, Salvini e Meloni tornano a farsi concorrenza sul tema preferito dal leader leghista. Giuseppe Conte, intanto, sarebbe pronto a cambiare il nome al Movimento 5 Stelle e dare un taglio col passato. Oggi, nel giorno dell’anniversario della morte di Peppino Impastato, è stato beatificato Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia ad Agrigento nel 1990.. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia e la campagna di vaccinazione.

Salvini e Meloni si fanno concorrenza sul destino dei migranti

(di Alessandro Principe)

È stata una mattina di sbarchi di migranti a Lampedusa: sono un migliaio le persone approdate sull’isola, con cinque barconi, in momenti successivi. Tutti sono stati trasferiti all’hotspot dell’isola. Intanto la Ong Alarm Phone ha lanciato l’allarme per tre imbarcazioni in difficoltà al largo di Malta. In tutto ci sono 231 che rischiano di affondare. Alarm Phone ha detto di aver contattato invano le autorità maltesi: “Nessuna risposta. È un guasto dei loro numeri di telefono o un rifiuto di assumere la responsabilità dei soccorsi?”, si chiede la Ong che conclude: “In entrambi i casi, le conseguenze potrebbero essere fatali“.
E poi, dicevamo, Salvini e Meloni. Il leader della Lega, insidiato da Giorgia Meloni nei consensi, prova a rilanciare il tema immigrazione e chiede un incontro con Draghi: “Con milioni di italiani in difficoltà non possiamo pensare a migliaia di clandestini“, ha detto il leader leghista.
Meloni gli ha subito risposto rilanciando: “L’immigrazione clandestina va fermata. Vanno fermati gli scafisti e le Ong immigrazioniste che speculano sulle tragedie. Chiediamo al Ministro Lamorgese un immediato blocco navale“.
Giorgia Meloni sta vivendo un momento di forte ascesa, almeno nei sondaggi. E di buona stampa: il libero in uscita per Rizzoli, interviste fiume, editoriali – come quello di Galli della Loggia sul Corriere – che la lanciano come leader del Centrodestra. Carlo Galli, politologo dell’Università di Bologna:


 

Corsa contro il tempo per il maxi-decreto semplificazioni

Il governo sta preparando un maxi-decreto semplificazioni da approvare entro dieci giorni per rispettare le prime scadenze per il Piano di recupero e resilienza. In dirittura anche la riforma della pubblica amministrazione e quella della concorrenza. Una mole di lavoro significativa per ministeri e un carico di impegni per il Parlamento che dovrà legiferare molto velocemente se non vuole perdere i finanziamenti. L’Europa ci vuole snelli, digitali, riformati. Ce la farà la macchina amministrativa e la politica a stare al passo con il Piano sottoscritto?

(di Claudio Jampaglia)

Entro il 20 maggio abbiamo promesso all’Europa la semplificazione della macchina dello Stato, dalle regole d’appalto agli incentivi alle imprese. Un maxi decreto, con alcuni argomenti spinosi come la revisione della procedura d’impatto ambientale. L’Europa ci dice di ridurre il collo di bottiglia dei controlli – testuale nel piano – ma li togliamo o li rendiamo più efficaci? La possibilità di ingattopardarsi per ogni riforma annunciata è già dietro l’angolo. Gli acquisti della pubblica amministrazione, ad esempio saranno sempre più digitali e centralizzati per ridurre il numero delle centrali appaltanti, ma si aumenta anche la soglia per gli affidamenti diretti. Gli appalti più veloci e snelli grazie alla digitalizzazione ma con il silenzio assenso sui controlli. Di sicuro le amministrazioni pubbliche a partire dai ministeri dovranno correre e qui sta la seconda riforma al via. Quella della pubblica amministrazione. l’Europa ci dice di assumere perché siamo sotto la media europea e per la prima volta nella storia abbiamo più pensionati pubblici, tre milioni, che impiegati. Quindi via libera al portale unico per il reclutamento e alla riforma delle carriere con performance e punteggi, che varranno anche nella scuola dove sono 70mila gli insegnanti da assumere rapidamente. La terza riforma è quella della concorrenza: nei trasporti locali e per la gestione rifiuti tutto dovrebbe essere messo a gara, con meno controllo diretto degli enti locali e soprattutto ambiti territoriali da almeno 350mila abitanti. Sono gli standard europei che facilmente troveranno rendite e privatizzazioni nostrane. Perché dagli intenti europei ai fatti ci sono di mezzo gli affari e l’infiltrazione che non hanno problemi a semplificarsi.

Addio M5S. Pronti via Movimento 2050

(di Luigi Ambrosio)

Dopo avere registrato lo scorso inverno una nuova lista, Insieme, come Radio Popolare aveva anticipato, ora Conte prepara un’altra mossa: un nuovo nome per il Movimento 5 Stelle che vorrebbe a guidare, dove il vecchio logo dei 5 Stelle sarebbe molto ridimensionato o potrebbe addirittura sparire. Lo dicono fonti vicine a Conte, tra coloro che, dal Movimento che sta esplodendo nella faida con Casaleggio, resterebbero con l’ex premier e con Grillo.
Il comico genovese è il vero ostacolo all’operazione. Lui non vorrebbe rinunciare al marchio storico ma molti, a cominciare da Conte, premono per fare una cosa completamente nuova. Un po’, il logoramento certificato dai sondaggi e aggravato dalla pessima uscita dello stesso Grillo in difesa del figlio accusato di stupro. Un po’, il desiderio di costruire un partito che si dia una struttura solida, più tradizionale rispetto al modello immaginato anni fa attorno ai meet up. Un po’, l’ambizione di Conte di incarnare una leadership forte che faccia dimenticare il passato. Col rischio però di creare l’ennesimo partito personale. [CONTINUA A LEGGERE]

Nando Dalla Chiesa ricorda il “giudice ragazzino” Rosario Livatino, oggi beatificato

Oggi è l’anniversario della morte di Peppino Impastato. 9 maggio 1978. A Roma, in via Caetani, quel giorno fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Qualche ora prima, a Cinisi, presso i binari della ferrovia, venne ritrovato il corpo senza vita di Peppino Impastato, ucciso su mandato del boss Gaetano Badalamenti.
E oggi è stato beatificato Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia ad Agrigento nel 1990. Aveva 38 anni quando fu ucciso, il 21 settembre lungo la strada statale. Stava andando al Palazzo di Giustizia, con una Ford Fiesta. Non aveva alcuna scorta. “Il suo esempio sia per tutti, specialmente per i magistrati, stimolo a essere leali difensori della legalità e della libertà”, ha detto il Papa.
Don Ciotti, ad Agrigento per la cerimonia di beatificazione nella cattedrale della città lancia un appello: “Ora che è beato, dobbiamo stare attenti a non farne un santino Il miglior modo per ricordare Rosario Livatino è invece imitarlo nel suo luminoso esempio di virtù civili e cristiane”.

Rosario Livatino è il “giudice ragazzino” del libro di Nando Dalla Chiesa, a cui è stato anche ispirato l’omonimo film del 1994:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Nelle ultime 24 ore sono 8.292 i nuovi positivi in Italia, su oltre 220mila tamponi, in leggero aumento il tasso di positività, continua la diminuzione dei ricoveri e le vittime sono 139, il numero più basso dallo scorso 25 ottobre. Da domani nessuna Regione italiana sarà zona rossa. Il fine settimana ha registrato il primo pieno stagionale sui litorali e nelle mete turistiche. Le riaperture ha fatto sapere il governo saranno ancora graduali.
La campagna vaccini in Italia registra il consueto rallentamento del fine settimana, maggiormente accentuato la domenica. Dalla mezzanotte, come da piano nazionale, scatta in diverse Regioni la possibilità di prenotazione per la fascia d’età 50-59 anni, dalla Lombardia alla Calabria.
La Toscana dovrebbe raggiungere domani il suo primo milioni di dosi somministrate, il Veneto ha superato i due milioni, come la Campania e già il Lazio che oggi ha annunciato l’esaurimento delle scorte Pfizer, visto che il sistema regionale lascia la scelta del tipo di vaccino ai cittadini.
Scorte Pfizer esaurite anche a Napoli, dove fino a mercoledì chiudono i due centri vaccinali più grandi della città, mentre De Luca annuncia l’avvio di una campagna vaccinale di massa per le aree turistiche. La Puglia sfiora il traguardo del 30% della popolazione con la prima dose. “Abbiamo somministrato il 90% delle dosi ricevute, non possiamo andare più veloci di così”, commenta l’assessore virologo Lopalco.

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