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Mariupol non si arrende dopo l’ultimatum russo, i nuovi attacchi nell’area di Kiev e le altre notizie della giornata

Ucraina 2022 ANSA

Il racconto della giornata di domenica 17 aprile 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel cinquantatreesimo giorno di guerra in Ucraina, la città di Mariupol non è ancora caduta in mano ai russi e il presidente Zelensky ha ribadito la necessità di armi e l’intenzione di non cedere il Donbass alla Russia. L’offensiva russa non è concentrata soltanto nel sud del Paese, anche oggi sono arrivate notizie di violenze e morti anche dalla parte più orientale del paese. Il Papa, intanto, in piazza San Pietro è tornato a parlare di pace: “Chiediamola a gran voce dai balconi e per le strade, non abituiamoci alla guerra. Un bambino è stato ricoverato in ospedale dopo aver mangiato un Ovetto Kinder. È successo a Ravenna. Se confermato, sarebbe il primo caso in Italia dopo quelli che si sono verificati in alcuni paesi europei. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

La resistenza di Mariupol e l’importanza strategica della città per la Russia

“Non cederemo il Donbass e ci servono più armi oggi o domani, non tra qualche mese”. Il presidente ucraino Zelensky è stato intervistato dalla CNN mentre nel suo paese continua la guerra, addirittura senza nemmeno un corridoio umanitario annunciato per oggi in tutto il paese. Grande attenzione resta in particolare sulla città di Mariupol, dove l’ultimo gruppo di combattenti ucraini resta asserragliato dentro un’acciaieria, quando ormai è scaduto da ore l’ultimatum che avevano ricevuto dall’esercito russo. “Se continuano a opporre resistenza saranno tutti eliminati”, ha avvertito un portavoce del Ministero della Difesa di Mosca, mentre il primo ministro ucraino Smihal ha detto che la loro resistenza continuerà fino alla fine, oltre a denunciare la catastrofica situazione umanitaria della città.
La conquista totale di Mariupol sarebbe molto importante da un punto di vista strategico, consentendo di collegare senza interruzioni la Crimea al territorio controllato dai russi nella parte più orientale dell’Ucraina. Sentiamo il nostro collaboratore Luca Steinmann:


 

L’offensiva russa tra bombardamenti, mine abbandonate e massacri di civili

Anche oggi sono arrivate notizie di violenze e morti anche dalla parte più orientale del paese. Le autorità della città di Kharkiv hanno denunciato la morte di cinque persone per un bombardamento russo. Nella stessa zona, sempre secondo le autorità locali, tre artificieri sono rimasti uccisi mentre cercavano di rimuovere delle bombe a grappolo. Ancora secondo una fonte ufficiale ucraina due persone sono morte per un attacco russo sulla città di Zolote, nella regione di Lugansk. Infine nella zona di Sumy, e qui siamo a nord-est, il sindaco ha parlato di 5 bambini uccisi da mine e trappole piazzate dai soldati russi. Secondo il capo dell’amministrazione militare regionale, in quell’area vengono trovate centinaia di mine al giorno. Giuseppe Schiavello è direttore della campagna italiana contro le mine:

Negli ultimi giorni, dopo una fase in cui sembrava che l’esercito russo si stesse disinteressando a Kiev, ci sono stati nuovi attacchi nell’area della capitale ucraina. È successo anche stamattina, quando ci sono state delle esplosioni. Poche ore dopo il governo di Mosca ha sostenuto che l’obiettivo fosse una fabbrica di armi e che sia stata distrutta. Resta il fatto che ora le truppe russe di terra sono lontane dalla città, e che dalla sua area continuano a venire denunciate scoperte di orrori. Oggi il capo della polizia locale ha parlato di oltre mille cadaveri individuati nella regione da quando i militari di Mosca si sono ritirati. “Si tratta di civili uccisi, la maggior parte con armi di piccolo taglio”, ha detto il dirigente, parlando anche di almeno 200 dispersi. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international:


 

Il rinnovato appello alla pace di Papa Francesco

Oggi è arrivata notizia dell’uccisione in Ucraina di un generale russo, e non è il primo. Si chiamava Vladimir Frolov e la sua morte è stata confermata dall’ufficio stampa del sindaco di San Pietroburgo, città in cui è stato organizzato il funerale. A Kiev oggi una messa di Pasqua è stata celebrata dal cardinale Krajewski, inviato in Ucraina dal Papa, che oggi in Vaticano in piazza San Pietro è tornato a parlare di pace: “Chiediamola a gran voce dai balconi e per le strade, non abituiamoci alla guerra. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre”. Sentiamo Ida Dominijanni, giornalista e studiosa del pensiero politico:


 

Almeno 105 casi di salmonella presumibilmente legati allo stabilimento Kinder di Arlon

Un bambino è stato ricoverato in ospedale dopo aver mangiato un Ovetto Kinder. È successo a Ravenna. Se confermato, sarebbe il primo caso in Italia dopo quelli che si sono verificati in alcuni paesi europei. Al bambino è stata diagnosticata la salmonella. Dopo alcuni giorni in ospedale è stato dimesso. I genitori avevano presentato un esposto: i Nas hanno sequestrato uno dei tre ovetti della stessa confezione di quello mangiato dal bambino. Le analisi stabiliranno l’eventuale correlazione fra il prodotto e la salmonella.

(di Alessandro Principe)

Sono 105 i casi di salmonella in Europa che si presume dovuti a prodotti Kinder usciti dallo stabilimento di Arlon, in Belgio. Altri 29 sono in attesa di accertamento. L’agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare ha disposto il ritiro di tutti i prodotti Kinder fabbricati nell’impianto, oltre alla chiusura dell’impianto stesso. La prima notizia si è diffusa il 4 aprile. Il giorno dopo, la Ferrero ha ritirato dal mercato, in Inghilterra e in Irlanda, alcuni lotti dei famosi ovetti al cioccolato, tutti prodotti nello stabilimento belga. I prodotti di cioccolato Kinder fabbricati in Belgio sono stati richiamati anche dal mercato francese. I casi di salmonella hanno lo stesso ceppo in termini genetici dei casi riscontrati in Gran Bretagna e in Irlanda associati ad alcuni prodotti Kinder, ha affermato la Direzione della salute francese. In Italia i prodotti Kinder a essere stati fin’ora ritirati sono stati gli ovetti di taglia più grande, quelli classici contenuti in una particolare confezione chiamata “pulcino” e i Schoko bons, una sorta di caramella al cioccolato.
Secondo un comunicato dell’azienda del 7 aprile, lo stesso ceppo di Salmonella responsabile delle infezioni era stato identificato all’interno dell’impianto già lo scorso 15 dicembre nel corso dei controlli interni. La contaminazione era stata rilevata in un filtro posto all’uscita di due serbatoi di latticello. Il comunicato di Ferrero precisa che all’epoca i prodotti potenzialmente contaminati erano stati bloccati prima della distribuzione e che nei giorni immediatamente successivi il filtro è stato sostituito e sono aumentati i controlli. Dopo le verifiche la distribuzione era ripresa regolarmente.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

In Italia (e non solo) questa è la prima Pasqua da inizio pandemia senza grosse restrizioni anti-COVID. Il virus però continua a circolare: oggi i contagi accertati sono stati quasi 52mila con 85 morti. I tamponi positivi sono stati il 15,5%, in leggero aumento rispetto a ieri. In lieve calo invece le persone ricoverate: ora sono circa 400 in terapia intensiva e poco meno di 10mila negli altri reparti.

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    Kei Pritsker, regista con Michael T Workman del documentario “The Encampments”, racconta ai microfoni di Radio Popolare i retroscena della protesta studentesca pro Palestina alla Columbia University. “Gli studenti della Columbia protestano da anni per la Palestina e per ottenere che l’università dismetta gli investimenti in Israele – spiega Pritsker. L’università ha un ingente fondo di dotazione che investe in ogni sorta di attività, molte delle quali riguardano aziende produttrici di armi, aziende manifatturiere che realizzano armamenti, motori per elicotteri, bulldozer e ogni tipo di attrezzatura utilizzata in queste operazioni”. “The Encampments” fa parlare i ragazzi e le ragazze di questo movimento studentesco che dall’aprile del 2024 ha montato le tende nel giardino del Campus per chiedere trasparenza, il ritiro del denaro dagli investimenti israeliani e l’amnistia per gli studenti puniti per le proteste. “Chiunque creda ancora a questa narrativa sull’antisemitismo nel movimento per la Palestina dovrebbe semplicemente guardare il film – assicura Kei Pritsker”. Al momento “The Encampments” ha una distribuzione indipendente che lo diffonde nei cinema più coraggiosi. L'intervista di Barbara Sorrentini per la trasmissione Chassis.

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