Iniziative

 

 

Respect Words: il potere delle parole

Per una grottesca coincidenza il giorno in cui è esploso il caso delle sconce parole di Attilio Fontana sulla “razza bianca” è arrivata da Bruxelles la versione italiana di “RespectWords”, il documento che un gruppo di giornalisti radiofonici e studenti di giornalismo europei ha elaborato in questi mesi. Il titolo del lavoro è pomposo, come piace alle istituzioni comunitarie: I mass media di fronte a migrazioni e minoranze. Strategie e linee guida. Sfogliandolo, a pagina 7, m’imbatto in questo semplice e condivisibile invito: “ evitare di riprodurre acriticamente i discorsi d’odio: quando farlo è rilevante ai fini giornalistici, è necessario mediare tali discorsi attraverso la contestualizzazione, mettendoli in discussione e mostrando l’eventuale falsità su cui si basano”. Semplice,vero? Mettiamoci nei panni del collega di Radio Padania, che intervista il candidato probabile vincitore delle elezioni nella regione più ricca d’Italia: è uno scoop, il candidato lo fa felice spolverando la tesi della razza bianca in pericolo d’estinzione.  E tu gli contesti che non esiste la razza bianca? Suvvia, risponderebbe il giornalista-padano, perché dovrei mettere in discussione questa teoria? Perché è falsa. E non lo dice solo il codice “RespectWords”. E perché non è solo un’opinione, è un’affermazione totalmente infondata, che viene usata più o meno volontariamente per esagerare le paure e indirizzarle verso una precisa categoria (le presunte razze non bianche). È il brodo di coltura del discorso d’odio.

A questo punto devo confessarlo: come redattore di Radio Popolare e come direttore del Festival dei Diritti Umani ho contribuito a scrivere questo volumetto finalmente stampato in italiano. Vale la pena di raccontare non solo cosa c’è scritto, ma anche come è stato costruito. È un progetto finanziato dall’Unione Europea che ha coinvolto radio e associazioni di Austria, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Slovenia, Spagna e Ungheria. In tutto gli 8 partner rappresentano 1300 giornalisti. In ciascuna nazione sono stati effettuati molti workshop invitando esperti e docenti universitari. Per l’Italia, inoltre, abbiamo coinvolto studenti dei master di giornalismo dellUniversità di Torino, della Statale e della Cattolica di Milano e studenti di sociologia della Bicocca, con il preciso obiettivo di coinvolgere gli operatori dell’informazione di domani. Infine, con alcuni seminari di tutti i rappresentanti europei, abbiamo distillato queste linee guida. Linee guida valide non solo per giornalisti con tessera di ordinanza, ma anche per blogger e utenti. C’era bisogno di un altro codice sulle fake news e hate speech? Lascio giudicare a chi avrà la pazienza di leggere “RespectWords” ma aggiungo solo che non è mai stato pensato come sostituto della Carta di Roma o altri codici deontologici, semmai come integrazione. Anche perché – mi sento di parlare a nome di tanti altri estensori di questo libretto – abbiamo inserito alcune delle regole di base del nostro mestiere, che non cambiano certo perché al posto dei tasti di una vecchia lettera 22 adesso digitiamo su un touchscreen.

Se c’è qualcosa di diverso è la dimensione globalizzata del problema: come c’è scritto nel preambolo di “RespectWords” la “deumanizzazione dei migranti, insensibilità verso la vita e i diritti umani, aumento dei discorsi xenofobi e islamofobici, giornalismo sensazionalistico” hanno spinto giornalisti di otto nazioni europee a trovare un linguaggio comune, convinti che solo il coinvolgimento individuale e di categoria, comunque diretto, possano evitare il contagio dell’hate speech.

 

Leggi online o scarica il PDF I-mass-media-di-fronte-a-Migrazione-e-Minoranze(17)

 

Respect Words Libro

No Hate Speech In Our Media. 1° seminario – Il seminario si è tenuto nell’Aula Magna dell’Università di Milano Bicocca il 28 febbraio 2018.

 

No Hate Speech In Our Media. 2° seminario – Il  seminario dal titolo “COME I MEDIA TRATTANO L’ARGOMENTO MIGRAZIONI E MINORANZE” si è svolto nell’aula 201 dell’Università Statale Via Festa del Perdono il 6 aprile 2018.

 

No Hate Speech In Our Media. 3° seminario – Il seminario dal titolo “SI PUÒ DIRE TUTTO SENZA FARSI MALE. APPUNTI PER UN NUOVO CODICE DEONTOLOGICO PER I GIORNALISTI ” si è svolto il 4 maggio 2018 nel Salone d’Onore del Palazzo della Triennale, con la collaborazione del Festival dei Diritti Umani.

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  • Autore articolo
    Danilo De Biasio
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Fratellanza e spiritualità, dall’Italia alla Nigeria: Wayloz racconta "We All Suffer"

    È da poco uscito il secondo EP di Wayloz, artista italo-nigeriano che oggi è passato a trovarci a Volume per suonare alcuni brani. “Mentre nel precedente ep ho voluto catturare l’essenza di ciò che ero io con la chitarra in mano, qui c’è molto più spazio per gli arrangiamenti e per altri strumenti musicali”, spiega Wayloz. Tra folk primitivo, altrock, blues e suoni dell’Africa tribale, il disco è un viaggio tra atmosfere desertiche e rurali, che esplora il rapporto con la natura ma non solo: il titolo “We All Suffer” è più che altro un invito a riconoscere una condizione che è di tutti e a “trovare solidarietà e fratellanza con le altre persone”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive di Wayloz

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Da Cortina a Milano in 12 giorni errando per antiche vie

    Errando per Antiche Vie è una grande azione performativa in cui artisti e pubblico percorrono a piedi la distanza che separa Cortina e Milano, tra il 5 e il 16 dicembre, a un mese dall’inizio delle Olimpiadi, per raccontare un territorio incredibile, contraddittorio che per la prima volta viene messo in luce dalle Olimpiadi. Un cammino lungo oltre 250 km, spettacoli teatrali e di danza, letture, pasti di comunità, incontri e dibattiti: un racconto della montagna fatto di sostenibilità, di protagonismo dei territori alpini e prealpini, di chi decide di vivere e lavorare in quota e nei territori periferici, al di là della spettacolarizzazione del momento olimpico. Michele Losi di Campsirago Residenza ha raccontato a Cult tutto il percorso. L'intervista di Ira Rubini.

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