Approfondimenti

Renzi e la storia dei 63 governi in 70 anni

«L’Italia ha avuto 63 governi in 70 anni… Perché noi siamo abituati ad un ricambio significativo. Ma ora, con le riforme, abbiamo deciso di fare come tutti: una volta ogni cinque anni».

Senza nascondere un velo di ironia, Matteo Renzi ha fatto questa dichiarazione il 18 maggio scorso, intervenendo alla Conferenza Italia-Africa che si è svolta alla Farnesina, a Roma.

63 governi in 70 anni: tanti? Troppi, sostiene Renzi. La durata media di questi 63 governi è stata di 1,11 anni e cioè 1 anno, 1 mese e 10 giorni. Brevina, no?

Ora, proviamo ad immaginare come sarebbe andata – in teoria – se gli effetti previsti da Renzi con la sue “riforme” (un governo ogni cinque anni) avessero potuto dispiegarsi già 70 anni fa.

Intanto, una precisazione: le riforme di cui parla Renzi comprendono il progetto di revisione della Costituzione (che andrà a referendum ad ottobre) e la nuova legge elettorale (l’“Italicum”).

Allora: 70 anni fa, 1946. Dobbiamo tornare lì, perché il conto di Renzi – per arrivare ai 63 governi in 70 anni – parte dal primo governo della Repubblica italiana. Stiamo parlando del 13 luglio 1946, poco più di un mese dopo il referendum monarchia-repubblica. Quel giorno nacque il primo governo repubblicano, presieduto da Alcide De Gasperi. Era un governo di coalizione tra Dc, Pci, Psiup e Pri. Se l’effetto delle “riforme” Renzi-Boschi si fosse dispiegato già da allora, avremmo avuto solo 14 governi in 70 anni. Uno ogni cinque anni, appunto.

(Lascio a voi il gioco di decidere quali governi, tra i 63 che ci sono stati, togliereste e quali lascereste per far tornare i conti).

Dunque: Renzi sostiene che con le sue “riforme” si passerà da una durata media dei governi di un anno e un mese ad una durata di cinque anni. Un botto di stabilità!

Ma cosa è accaduto negli ultimi decenni in altri paesi europei, ad esempio Francia e Germania? E’ difficile fare comparazioni perché i sistemi istituzionali dei tre paesi sono diversi. Capisco le obiezioni: “ma la Francia è una repubblica presidenziale, come si fa a paragonarla alla repubblica parlamentare italiana?”. Giusto, non si tratta di fare confronti tra sistemi politico-istituzionali omogenei, ma soltanto di verificare che cosa è accaduto – tenendo conto delle differenze – dal punto di vista storico. Quanto sono durati in media i governi tedeschi e francesi? Quanti capi di governo o primi ministri ci sono stati negli ultimi decenni in questi paesi e quanto in media ciascuno di loro è rimasto in sella?

governo-rumor

Vediamo i dati italiani. Abbiamo già detto che i 63 governi italiani dal 1946 ad oggi sono durati in media 1,11 anni. Come sappiamo il numero dei governi è stato maggiore del numero di presidenti del consiglio. La ragione? Ci sono stati presidenti del consiglio che hanno guidato più di un esecutivo: De Gasperi ne ha guidati 8, Andreotti 7, Fanfani 6 e via via tutti gli altri. Dal 1946 ad oggi sono stati 27 i presidenti del consiglio in Italia. Ripeto: 27 presidenti del consiglio in 70 anni! Fa un certo effetto rispetto ai 63 governi (comunque, tutti veri) citati da Renzi.

Ritornando al conto che stavamo facendo, in media ciascun presidente del consiglio ha governato per 2,59 anni (poco più di due anni e sette mesi). Se la durata dei governi è segno di stabilità, quella degli anni effettivi di incarico dei presidenti del consiglio ne è una buona approssimazione. In Italia, per riassumere, i capi di governo hanno governato in media per due anni e mezzo ciascuno negli ultimi 70 anni. Tanto? Poco? Fate voi. Comunque la metà di quanto prevede Renzi con le sue riforme e di quanto si augurerebbe qualunque sincero democratico, anche a prescindere da quelle riforme.

E in Francia, cosa è accaduto? E in Germania?

In Francia la durata media dei 39 governi della Quinta Repubblica (dal 1958 ad oggi) è stata di 1,48 anni (1 anno e 6 mesi, circa). Anche in Francia il numero dei governi è stato superiore a quello dei primi ministri. Pompidou, ad esempio, è stato primo ministro in 4 governi, Chirac in 2. In totale in Francia dal 1958 ad oggi ci sono stati 20 primi ministri. Quindi ciascun primo ministro ha governato in media per 2,9 anni (2 anni e 11 mesi circa).

Jacques Chirac e François Mitterrand
Jacques Chirac e François Mitterrand

Si può fare già un primo confronto: in Francia i primi ministri hanno governato in media soltanto quattro mesi in più di quelli italiani. Sorprendente? Fate voi. Certo, in Francia il sistema istituzionale è semi-presidenziale (“repubblica costituzionale parlamentare ad influenza presidenziale”). Il potere esecutivo è esercitato dal presidente della repubblica e dal primo ministro. La stabilità del governo della Francia è assicurata quindi non solo dal premier e dal consiglio dei ministri, ma anche dal presidente della repubblica (in Francia sono stati 7 dal 1958).

E in Germania? Dal 1949 (anno di nascita della Repubblica Federale Tedesca) ad oggi ci sono stati 23 governi e 8 cancellieri (Adenauer e Kohl hanno guidato 5 governi a testa). La durata media dei governi tedeschi: 2,9 anni (2 anni e 11 mesi, circa). La durata media di permanenza alla guida del governo di ciascun cancelliere è stata di 8 anni e 4 mesi.

Helmut Kohl e Helmut Schmidt
Helmut Kohl e Helmut Schmidt

Per riassumere: i governi tedeschi sono durati in media 35 mesi rispetto ai 18 mesi francesi e ai 13 mesi italiani. I cancellieri tedeschi sono stati alla guida del governo in media per 100 mesi ciascuno rispetto ai 35 mesi dei primi ministri francesi e ai 31 mesi dei presidenti del consiglio italiani.

(Tutti i dati sono sintetizzati nella tabella qui sotto)

In conclusione. Ammesso e non concesso che la durata dei governi sia prevalentemente una questione di ingegneria istituzionale e/o di legge elettorale, osserviamo due risultati:

  1. il sistema francese e quello italiano (uno semi-presidenziale e l’altro parlamentare) hanno avuto un’esperienza storica simile in termini di stabilità dei governi (bassa);
  2. i sistemi tedesco e italiano (entrambi parlamentari) hanno avuto, invece, esiti diametralmente opposti nella stabilità dei governi (alta quella tedesca, bassa quella italiana).

La stabilità dei governi dipende quindi anche da altri fattori. Eppure le “riforme” di Renzi ci avvicinano di più al sistema francese che a quello tedesco, infatti:

  • l’Italicum proporzionale, ma con doppio turno e maxi premio di maggioranza, ci rende più simili al maggioritario francese;
  • il progetto di revisione costituzionale Renzi-Boschi aumenta la concentrazione del potere a favore dell’esecutivo e dello stato centrale, e ci allontana dal sistema federale tedesco.

Con le “riforme italiane” il verso è cambiato, ma porta in una direzione che contraddice la stessa meta indicata da Renzi.

 

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR venerdì 26/07 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 26-07-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 26/07/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-07-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 26/07/2024 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-07-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Jukebox & Slot Machine di venerdì 26/07/2024

    Come molte altre cose, un luogo è definito dalle funzioni che dentro di esso si possono svolgere. Un po' come l'ambiente che ci circonda può essere più o meno ostile. Ne consegue che la presenza ormai capillare in Italia delle macchinette da gioco d'azzardo nei bar, qualcosa deve aver cambiato rispetto a quando la possibile macchina-mangia-monetine che si rischiava di incontrare sotto casa, invece che vacue promesse di un'antidoto alla disperazione della povertà, spacciava il lato di un 45 giri o al massimo anni dopo qualche giocosa avventura con le fattezze del cartone animato. In quell'epoca invece che un semplice schermo e dei bottoni, le slot-machine confinate ai casinò avevano una manopola e dei rulli che scorrevano prima di dare un responso in forma di immagini miste o uguali, spesso non casualmente in tema di frutta, poiché la natura costruisce sopra l'esistente invece che sostituirlo ed il cervello sapiens non fa eccezione. una banana, delle ciliegie, una mela? ciliegie, ciliegie e un'ananas? tre pere? sono tutte combinazioni possibili. parafrasando un celebre umanista e compositore, si potrebbe dire che "these are tunes that go together well", o almeno così ci auguriamo che sarà. anche perché dalle retrovie pare si dica che "vincere sempre è come non vincere mai".

    Jukebox & Slot Machine - 26-07-2024

  • PlayStop

    Podi podi di venerdì 26/07/2024

    Il racconto, i commenti e i retroscena delle Olimpiadi di Parigi 2024 su Radio Popolare. Dal 26 luglio all'11 agosto 2024 tutti i giorni dalle 19.00 alle 22.30 con Gianmarco Bachi, Luca Gattuso, Marta Zambon e le incursioni di Stefano Vegliani.

    Podi podi - 26-07-2024

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 26/07/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 26-07-2024

  • PlayStop

    Popsera di venerdì 26/07/2024

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all’informazione dalla prima serata per tutta l’estate e nel periodo festivo di fine anno. Si comincia alle 18.00 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 26-07-2024

  • PlayStop

    Poveri ma belli di venerdì 26/07/2024

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 26-07-2024

  • PlayStop

    Parla con lei di venerdì 26/07/2024

    Ospite di oggi la psicologa e psicoterapeuta Gabriella Scaduto. Si parla di come la psicologia supporta i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, di prevenzione al bullismo, di supporto a vittime di abusi e figl* di donne assassinate. E anche di come si concilia una vita intensamente impegnata con la famiglia.

    Parla con lei - 26-07-2024

  • PlayStop

    Conduzione musicale di venerdì 26/07/2024 delle 14:32

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 26-07-2024

  • PlayStop

    Note dell’autore di venerdì 26/07/2024

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto in una decina di minuti, più o meno il tempo di un caffè...freddo!

    Note dell’autore - 26-07-2024

  • PlayStop

    Il Filo della Storia - Abacost

    Abacost, il paradosso dell’autenticità dietro la giacca di un dittatore africano. A cura di Alba Solaro

    Il Filo della Storia - 26-07-2024

  • PlayStop

    Cult di venerdì 26/07/2024

    Oggi a Cult: il Terreni Creativi Festival di Albenga; alla Maddalena, la Valigia dell'Attore; il Segesta Festival 2024 con musica, teatro, danza e incontri; in Val d'Aosta Insoliti Festival a contatto con la natura; il libro "100 vasi di design italiano" a cura di Marco Meneguzzo ed Enrico Morteo...

    Cult - 26-07-2024

  • PlayStop

    Giorni migliori di venerdì 26/07/2024

    A cura di Mattia Guastafierro e Massimo Alberti. Il decreto per abbattere i tempi sulle liste d’attesa: servirà davvero o è un ulteriore regalo alla sanità privata? - con Andrea Capocci, giornalista scientifico del Manifesto, e Pierino De Silverio, segretario Anaoo Assomed. Il far west della logistica: lo sfruttamento di manodopera tocca anche la filiera di Poste Italiane – con Rosita Rijtano di La Via Libera. In Irlanda i consumi dei server superano quelli domestici: siamo entrati in una nuova era di centralità delle macchine rispetto all’uomo? - con Juan Carlos De Martin, docente al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino. Come scegliere il futuro sindaco di Milano? Con le primarie o no? - il microfono aperto con Roberto Maggioni.

    Giorni Migliori – Intro - 26-07-2024

Adesso in diretta