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Primi nomi per il nuovo governo inglese

Restano alcune caselle ancora da riempire. Chi sarà il segretario alla Salute? Chi si occuperà di Educazione? Chi di Lavoro e Pensioni?

Ma ci sono già i primi nomi per il nuovo governo inglese, quello che, con Theresa May come primo ministro, dovrà presiedere all’uscita del Paese dall’Unione Europea. Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra e tra i maggiori sostenitori della Brexit, è stato nominato agli Esteri. Philip Hammond, ex segretario agli Esteri, diventa Cancelliere dello Scacchiere, quindi il responsabile delle questioni economiche e finanziarie. Amber Rudd va agli Interni e l’euroscettico David Davis si occuperà delle questioni legate all’addio all’Europa.

Il governo che si va a costituire sembra avere un solido orientamento conservatore.

Dopo il primo giorno da premier britannico, sui media inglesi si cerca intanto di interpretare la figura politica di Theresa May, ripercorrendo il suo passato e interrogandosi sulle sue mosse di governo future.

Quello che sembra interessare di più è il modo in cui procederà al “cabinet reshuffle”, il rimpasto di governo. L’Independent annuncia che “Theresa May formerà il governo con più donne nella storia del partito conservatore”. Rispetto, alla “lady di ferro”, Margaret Thatcher, che aveva preferito circondarsi di uomini, la nuova leader ha intenzione invece di circondarsi di donne. “È stata proprio Theresa a lanciare una campagna per eleggere più deputate donna in Parlamento, perché ha sempre creduto che le donne dovrebbero ricoprire delle cariche più importanti nel governo”, ha detto un portavoce della May all’Independent.

“Theresa May nominerà alleate donne per ricoprire posizioni importanti nel governo”, scrive il Guardian. La nuova premier ha intenzione di promuovere un paio di colleghe del partito conservatore, tra cui Amber Rudd, attuale ministro dell’Energia, e Justine Greening, ministro per lo Sviluppo internazionale.  Secondo il Guardian, “con queste nomine si vuole creare un governo più bilanciato dal punto di vista dei sessi”.

Mentre sui media ci si chiede quali saranno le priorità di Theresa May come nuovo premier, sempre sul Guardian si legge tra le opinioni “Theresa May non è liberale, e non c’è da festeggiare per la sua carica di primo ministro”. “Come ministro dell’Interno è stata zelante nel perseguire le politiche di governo più dure. Perché come premier dovrebbe essere diverso?”, riporta il giornale. In particolare le politiche di immigrazione da lei perseguite come ministro dell’Interno, miranti alla riduzione del numero di immigrati in Gran Bretagna, sono “marcatamente illiberali”.

Questi i primi commenti sul nuovo PM britannico, “imprevedibile e moralistico”, come lo  aveva definito il Guardian, che si ritrova già con un’agenda piena. Nei prossimi giorni dovrà occuparsi di formare il governo e presenziare alle prime riunioni di Gabinetto. Non mancheranno, poi, gli incontri con i leader internazionali, con la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Hollande, e la prima conversazione ufficiale con il presidente americano Obama. Ma, prima di tutto, a lei spetterà l’arduo compito di negoziare gli accordi per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

  • Autore articolo
    Simona Saccaro
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    Il grande flop delle case della salute. Solo il 5% è pienamente funzionante. La denuncia del Pd lombardo

    Dovevano essere i presidi con cui ricostruire la sanità sul territorio in Lombardia, ma finora le case di comunità sono state un flop. 216 sono quelle previste entro la scadenza dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che arriverà a giugno 2026. Al momento 140 hanno aperto, ma solo otto in tutta la regione (sei in provincia di Bergamo e due nel varesotto) hanno tutti i requisiti obbligatori previsti dalla legge. In totale sono meno del 6 percento. La denuncia è del gruppo consiliare del Partito democratico lombardo che ha fatto un accesso agli atti alla direzione generale Welfare per ognuna delle case di comunità attive in Lombardia. L’assessorato ha replicato che i numeri diffusi “sono usati in modo difforme dalla realtà. Le rilevazioni mostrano percentuali elevate di attuazione per la maggior parte dei servizi obbligatori”. Per il capogruppo del Pd al Pirellone, Pierfrancesco Majorino, “Regione Lombardia è in colpevole ritardo”.

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