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Butterfly e il riscatto di Puccini

“Ora mi sono convinto che il dramma deve essere in due atti… […] Il dramma deve correre alla fine senza interruzioni, serrato, efficace, terribile.”

Così scriveva Giacomo Puccini a Giulio Ricordi per chiarire lo spirito innovativo della sua “Madama Butterfly”, che aveva tratto da una pièce di David Belasco, a sua volta ispirata a un romanzo dello scrittore americano J. L. Long.

L’opera andò in scena al Teatro alla Scala il 17 febbraio 1904, nella versione in due atti che Puccini voleva e contro il parere di molti addetti ai lavori.

Fu “un linciaggio”, come affermò lo stesso compositore. Molti erano i avversari “artistici” di Puccini e le contestazioni nascondevano anche motivazioni politiche e sociali, come spesso era accaduto alla Scala.

Quella fu l’unica sera in cui “Madama Butterfly” venne proposta al pubblico con quella rivoluzionaria struttura. Da quel momento, l’opera fu spezzata, ridotta e adattata ai gusti dell’epoca.

A 112 anni da quel movimentato debutto, Butterfly ritorna in scena come Puccini l’aveva immaginata e lo riscatta, a più di un secolo di distanza, per volontà di Riccardo Chailly, che sarà sul podio il 7 dicembre 2016 in apertura della stagione lirica della Scala.

Dopo avere restituito al pubblico gli originali “Turandot” e “La fanciulla del West”, Chailly aggiunge un altro titolo pucciniano al ciclo che ha voluto avviare per riportare i capolavori del compositore alle versioni che lui stesso aveva firmato.

La regia di “Madama Butterfly” 2016 è affidata al pluripremiato regista lettone Alvis Hermanis, visionario e versatile artista che ha già stupito il pubblico scaligero con l’efficace regia di “Die Soldaten” di Zimmermann e ha firmato molti allestimenti di prosa già entrati nella storia del terzo millenio.

Ecco quello che Riccardo Chailly ed Alvis Hermanis hanno dichiarato, presentando l’allestimento di “Madama Butterfly”.

Ascolta Riccardo Chailly e Alvis Hermanis:

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  • Autore articolo
    Ira Rubini
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