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Presto i primi aiuti a Madaya

Nelle prossime ore la Croce Rossa Internazionale potrà consegnare cibo, medicine e coperte a Madaya, città assediata dal regime siriano, dove gli abitanti sono ridotti a mangiare l’erba e le foglie degli alberi e dove almeno 23 persone sono morte di fame.

Il via libera è arrivato perché il regime di Assad non ha potuto ignorare l’ondata di indignazione che è seguita alle immagini provenienti da Madaya, località di montagna a 40 km da Damasco. Bambini ridotti a scheletri che non mangiano da giorni. Adulti denutriti, che chiedono aiuto via Skype.

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A Madaya “23 pazienti sono morti di fame nel centro medico da noi supportato, di cui 6 avevano meno di un anno” scrive Medici senza frontiere. “Gli infermieri alimentano i più malnutriti con gli sciroppi medicinali perché sono l’unica fonte di zucchero disponibile. Gli scaffali dei farmaci sono vuoti. Al punto di distribuzione di MSF le persone litigano per accaparrarsi le ultime razioni di cibo”.

“In questo momento Madaya è una prigione a cielo aperto per 20.000 persone. Non c’è modo di entrare né di uscire. I medici, raccontano di persone ferite o uccise da mine e spari mentre tentavano di lasciare la città”, scrive MSF.

Intanto a Madaya la gente raccoglie erba e foglie per bollirle assieme a una manciata di spezie e farne una zuppa: per molti è l’unico cibo a disposizione. Il prezzo degli ultimi sacchi di riso è salito alle stelle: oltre 200 euro al kg. Quasi nessuno se lo può permettere.

“Acqua, sale, limone, un po’ di menta: un pasto per due persone”. Ecco una delle foto pubblicate sulla pagina Facebook della città di Madaya, assieme a tante testimonianze, sopratutto di bambini.

La Croce Rossa Internazionale avrà ora accesso sia a Madaya, sia a Fua e Kefraya, due villaggi sciiti nel nord della Siria, assediati dai ribelli. Ma avverte che una sola consegna di cibo non è sufficiente, “vista la situazione disperata di persone che non vedono rifornimenti da mesi”. Serve un accesso periodico e regolare.

Purtroppo quello di Madaya non è un caso isolato. L’opposizione accusa il regime siriano di usare una nuova tattica: affamare le popolazioni assediate, per ottenerne la resa. Secondo il regime invece, i civili sarebbero ostaggio dei ribelli, che si sarebbero accaparrati tutti gli aiuti umanitari consegnati in precedenza.

La Gran Bretagna sta esaminando la possibilità di paracadutare cibo sulle città siriane assediate, se le organizzazioni internazionali continueranno a non avervi accesso. Lo fecero gli Stati Uniti per gli Yazidi assediati in Iraq nel 2014.

  • Autore articolo
    Michela Sechi
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